Allegato A - Terza parte - Direttiva UE 94/55/CE del 21/11/94
21/11/94
Direttiva UE - 94/55/CE - Trasporto di merci pericolose su strada
OGGETTO: Concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al trasporto di merci pericolose su strada
ALLEGATO A - Terza parte
IIIa Parte APPENDICI ALL'ALLEGATO A
APPENDICE A.1
A. CONDIZIONI DI STABILITÀ E DI SICUREZZA RELATIVE ALLE MATERIE E OGGETTI ESPLOSIVI, ALLE MISCELE NITRATE DI CELLULOSA, ALLE MATERIE AUTOREATTIVE E AI PEROSSIDI ORGANICI
Generalità
3100 Le condizioni elencate qui di seguito sono dei minimi per le materie e oggetti ammessi al trasporto.
Condizioni relative alle materie oggetti esplosivi
3101 (1) Prove per l'assegnazione alla classe 1
Ogni materia o oggetto avente, o che potrebbe avere proprietà esplosive deve essere preso in considerazione per l'assegnazione alla classe 1 conformemente alle prove, modo di operare e criteri specificati nella prima parte («Prove e criteri per la classificazione delle materie e oggetti esplosivi») delle «Raccomandazioni relative al trasporto delle merci pericolose: prove e criteri», pubblicate dall'Organizzazione delle Nazioni Unite con il Codice ST/SG/AC.10/11/ Rev.1, seconda edizione (di seguito denominato: «il Manuale di prove»).
Una materia o un oggetto assegnato alla classe 1 è ammesso al trasporto solo se è stato assegnato ad una denominazione o ad una rubrica n.a.s. del marg. 2101 e siano soddisfatti i criteri del Manuale di prove.
(2) Classificazione
Le materie e oggetti della classe 1 devono essere assegnati alla divisione e al gruppo di compatibilità appropriati secondo le procedure e i criteri prescritti nel Manuale di prove.
(3) Assegnazione ad un ordinale, ad un numero di identificazione e ad una denominazione o ad una rubrica n.a.s.
Le materie e oggetti della classe 1 devono essere assegnati ad un ordinale, ad un numero di identificazione e ad una denominazione, elencati nella tabella 1 del marg. 2101.
L'interpretazione delle denominazioni delle materie e oggetti nei differenti ordinali della tabella 1 del marg. 2101 deve essere fatta sulla base del « Glossario » del marg. 3170.
Le materie ed oggetti esplosivi devono essere assegnati ad una rubrica n.a.s. solo se non possono essere assegnati ad una denominazione della Tavola 1 del marg. 2101. Una assegnazione ad una rubrica n.a.s. deve essere fatta dalla autorità competente del paese di origine.
(4) Prova di essudazione
a) Le materie dell'ord. 4°, n. di identificazione 0081 (Esplosivo da mina (di rottura) di tipo A), se contengono più del 40 % di esteri nitrici liquidi, devono soddisfare, oltre alle prove indicate qui sopra, alla seguente prova di essudazione.
b) L'apparecchio per la prova di essudazione degli esplosivi da mina (di rottura) (Fig. da 1 a 3) si compone di un cilindro cavo, di bronzo. Questo cilindro, che è chiuso da un lato con un piatto dello stesso metallo, ha un diametro interno di 15,7 mm e una profondità di 40 mm. Sulla superficie laterale sono praticati 20 fori da 0,5 mm di diametro (4 serie di 5 fori). Un pistone di bronzo, cilindrico per una lunghezza di 48 mm e alto in totale 52 mm, deve poter scivolare nel cilindro disposto verticalmente; questo pistone, di diametro 15,6 mm, è caricato con una massa di 2 220 g, al fine di produrre una pressione di 120 kPa (1,20 bar) sulla base del cilindro.
c) Si forma, con una quantità da 5 a 8 g di esplosivo da mina (di rottura), un piccolo cilindro lungo 30 mm e con diametro 15 mm, che si avvolge con tela molto fine e che si pone nel cilindro; poi si mette sopra il pistone e la sua massa di carico, affinché l'esplosivo da mina (di rottura) sia sottoposte ad una pressione di 120 kPa (1,20 bar). Si annota il tempo occorrente per far comparire le prime tracce di goccette oleose (nitroglicerina) agli orifizi esterni dei fori del cilindro.
d) L'esplosivo da mina (di rottura) si considera come soddisfacente se il tempo che occorre prima dell'apparizione dei trasudamenti liquidi è superiore a 5 minuti, avendo fatto la prova ad una temperatura compresa tra 15 e 25 °C.
Prova di essudazione per l'esplosivo da mina (di rottura)
>RIFERIMENTO A UN FILM>
Fig. 1: carica a forma di campana, massa 2 200 g, in grado di essere sospesa sul pistone in bronzo
>RIFERIMENTO A UN FILM>
Fig. 2: cilindro cavo in bronzo chiuso da un lato; pianta e sezione verticale dimensioni in mm Fig. 3: Pistone cilindrico in bronzo
dimesioni in mm
4 serie di 5 fori da 0,5 rame
Piastra di piombo con incavo nella zona centrale della facia inferiore
4 aperture, circa 46 × 56, distribuite regolarmente sulla periferia
Condizioni relative alle miscele nitrate di cellulosa
3102 (1) La nitrocellulosa del 24°a) del marginale 2401, riscaldata per mezz'ora a 132 °C non deve sviluppare vapori nitrosi giallo bruni (gas nitrosi) visibili. La temperatura di accensione deve essere superiore a 180 °C. Ved. paragrafi da (3) a (8), (9) a) e (10) qui di seguito.
(2) 3 g di nitrocellulosa plastificata, scaldati per un'ora a 132 °C non devono sviluppare vapori nitrosi giallo bruni (gas nitrosi) visibili. La temperatura di accensione deve essere superiore a 170 °C. Ved. paragrafi da (3) a (8), (9)b) e (10).
(3) Le modalità di esecuzione delle prove indicate qui di seguito sono applicabili quando sorgano divergenze di opinioni sull'ammissibilità delle materie al trasporto stradale.
(4) Se si seguono altri metodi o modalità di esecuzione delle prove per la verifica delle condizioni di stabilità precedentemente indicate in Appendice, questi metodi devono condurre ad un giudizio analogo a quello cui si potrebbe arrivare con i metodi qui di seguito indicati.
(5) Durante l'esecuzione delle prove di stabilità mediante riscaldamento, indicate qui di seguito, la temperatura della stufa contenente il campione provato non deve discostarsi di più di 2 °C dalla temperatura fissata; la durata della prova deve essere rispettata con tolleranza di 2 minuti quando la prova deve essere di 30 minuti o di 60 minuti. La stufa deve essere tale che dopo l'introduzione del campione, la temperatura abbia ripreso il suo valore di regime al massimo in 5 minuti.
(6) Prima di essere sottoposte alle prove di cui ai paragrafi (9) e (10) qui di seguito, le materie prelevate in previsione di costituire il campione devono essere asciugate per almeno 15 ore, a temperatura ambiente, in un essiccatore a vuoto provvisto di cloruro di calcio fuso e granulato; la materia deve essere disposta in uno strato sottile; a tale scopo le materie che non sono né polverulente nè fibrose devono essere macinate, grattate, o tagliate in pezzi di piccole dimensioni. La pressione nell'essiccatore dovrà essere portata al di sotto di 6,5 kPa (0,065 bar).
(7) Prima di essere asciugate nelle condizioni indicate al paragrafo (6) qui sopra, le materie secondo il paragrafo (2), devono essere sottoposte ad una preasciugatura in una stufa ben ventilata, la cui temperatura deve essere regolata a 70 °C, fintantoché la perdita di massa per quarto d'ora non sia inferiore allo 0,3 % della massa iniziale.
(8) La nitrocellulosa debolmente nitrata secondo il paragrafo (1), deve subire prima una asciugatura preventiva nelle condizioni indicate al paragrafo (7) qui sopra; l'asciugatura deve essere eseguita mediante una permanenza di almeno 15 ore in un essiccatore provvisto di acido solforico concentrato.
(9) Prova di stabilità chimica al calore
a) Prova sulle materie elencate al paragrafo (1) qui sopra
i) In ciascuna di due provette di vetro aventi le seguenti dimensioni:
lunghezza 350 mm,
diametro interno 16 mm,
spessore della parete 1,5 mm, si introduce 1 g della materia asciugata sul cloruro di calcio (l'asciugatura deve essere effettuata, se necessario, riducendo la materia in pezzi di peso unitario non superiore a 0,05 g ciascuno). Le due provette, completamente coperte, senza che la chiusura offra resistenza, devono essere, in seguito, introdotte, in una stufa che permetta la visibilità di almeno 4/5 della loro lunghezza e mantenute ad una temperatura costante di 132 °C per 30 minuti. Si osserva se, durante tale lasso di tempo, si sviluppano gas nitrosi, allo stato di vapori giallo bruni, particolarmente ben visibili su uno sfondo bianco.
ii) La sostanza è reputata stabile se tali vapori sono assenti.
b) Prova sulla nitrocellulosa plastificata [(2) qui sopra]
i) Si introducono 3 g di nitrocellulosa plastificata in provette di vetro analoghe a quelle indicate sub a) e che sono, in seguito, poste in una stufa mantenuta ad una temperatura costante di 132 °C.
ii) Le provette contenenti la nitrocellulosa plastificata devono essere mantenute nella stufa per 1 ora. Durante tale periodo non devono essere visibili vapori nitrosi giallo bruno. Constatazione e apprezzamento come sub a).
(10) Temperatura di accensione [ved. (1) e (2) qui sopra]
i) La temperatura di accensione è determinata riscaldando 0,2 g di materia contenuta in una provetta di vetro che è immersa in un bagno di lega di Wood. La provetta è posta nel bagno quando questo raggiunge 100 °C. La temperatura del bagno è, in seguito, elevata progressivamente di 5 °C per minuto.
ii) Le provette devono avere le seguenti dimensioni:
lunghezza 125 mm,
diametro interno 15 mm,
spessore della parete 0,5 mm,
e devono essere immerse ad una profondità di 20 mm.
iii) La prova deve essere ripetuta tre volte, annotando ogni volta la temperatura alla quale si produce una accensione della materia, vale a dire: combustione lenta o rapida, deflagrazione o detonazione.
iv) La temperatura più bassa rilevata nelle tre prove indica la temperatura di accensione.
Condizioni relative alle materie autoreattive della classe 4.1
Prove per l'assegnazione alla sezione E del marginale 2401
3103 Le materie autoreattive degli ordinali dal 31° al 50° possono essere ammesse al trasporto solo se sono soddisfatti i pertinenti criteri della II e III Parte delle «Raccomandazioni relative al trasporto delle merci pericolose: prove e criteri» (Seconda edizione pubblicata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite con il Codice ST/SG/AC.10/11/Rev.1). I principi di classificazione delle materie autoreagenti sono indicati al marginale 3104. La prova scelta per determinare la temperatura di decomposizione autoaccelerata (TDAA) deve essere eseguita in modo che sia rappresentativa, dal punto di vista delle dimensioni e dei materiali, del collo da trasportare.
Principi di classificazione delle materie autoreagenti della classe 4.1
3104 (1) Una materia autoreagento o un composto di materie autoreagenti deve essere considerato come avente proprietà esplosive se, durante le prove di laboratorio, si rivela in grado di detonare, di deflagrare rapidamente, o di avere una violenta reazione al riscaldamento sotto confinamento.
(2) I seguenti principi sono applicabili alla classificazione delle materie autoreagenti o ai composti di materie autoreagenti non elencate al marg. 2401:
a) una materia autoreagente o un composto di materie autoreagenti che, così come imballato per il trasporto, può detonare o deflagrare rapidamente, deve essere escluso dal trasporto in questo imballaggio come classe 4.1 (definito come materia autoreagente di tipo A, casella di uscita A della figura 4);
b) una materia autoreagente o un composto di materie autoreagenti aventi proprietà esplosive che, così come imballato per il trasporto, non detona né deflagra rapidamente ma può esplodere sotto l'effeto del calore in questo imballaggio, deve inoltre recare una etichetta conforme al modello n. 01. Una tale materia autoreagente può essere ammessa al trasporto in colli contenenti fino a 25 kg di materia, a meno che la quantità massima non debba essere limitata ad un valore inferiore al fine di evitare il rischio di una detonazione o deflagrazione rapida nell'imballaggio (definita come materia autoreagente di tipo B, casella di uscita B della figura 4);
FIGURA 4
Diagramma decisionale per la classificazione delle materie autoreagenti
c) una materia autoreagente o un composto di materie autoreagenti avente proprietà esplosive può essere trasportata senza etichetta conforme al modello n. 01 se la materia, così come imballata per il trasporto (quantità massima 50 kg per collo), non può detonare, né deflagrare rapidamente, né esplodere sotto l'effetto del calore (è definita come una materia autoreagente di tipo C, casella di uscita C della figura 4);
d) una materia autoreagente o un composto di materie autoreagenti che, durante le prove di laboratorio:
- detona parzialmente, ma non deflagra rapidamente e non reagisce violentemente al riscaldamento sotto confinamento; oppure
- non detona, ma deflagra lentamente e non mostra violenti effeti al riscaldamento sotto confinamento; oppure
- non detona o non deflagra e mostra una reazione moderata al riscaldamento sotto confinamento
può essere ammesso al trasporto in colli contenenti al massimo 50 kg di materia (definita come una materia autoreagente di tipo D, casella di uscita D della figura 4);
e) una materia autoreagente o un composto di materie autoreagenti che, durante le prove di laboratorio non detona e non deflagra e mostra soltanto un effetto debole o nullo al riscaldamento sotto confinamento, può essere ammessa al trasporta in colli non contenenti più di 400 kg/450 l (definita come una materia autoreagente di tipo E, casella di uscita E della figura 4);
f) una materia autoreagente o un composto di materie autoreagenti che, durante le prove di laboratorio non detona sotto cavitazione, non deflagra e mostra soltanto un effetto debole o nullo al riscaldamento sotto confinamento, come pure una potenza esplosiva debole o nulla, può essere ammessa al trasporto in GIR (Grandi Recipienti per il trasporto alla Rinfusa) (definita come una materia autoreagente di tipo F, casello di uscita F della figura 4);
g) una materia autoreagente o un composto di materie autoreagenti che, durante le prove di laboratorio non detona sotto cavitazione, non deflagra e non mostra alcuna reazione al riscaldamento sotto confinamento come pure nessuna potenza esplosiva, è esentato dalla classe 4.1, a condizione che il preparato sia termicamente stabile (cioè che la temperatura di decomposizione auto accellerata sia da 60 °C a 75 °C per un collo di 50 kg) e se il/i diluente/i compatibile/i utilizzato/i soddisfa/ano le prescrizioni del marginale 2400 (19) (definita come materia autoreagente del tipo G, casella di uscita G della figura 4). Se il preparato non è termicamente stabile o se è utilizzato come flemmatizzante un diluente compatibile avente un punto di ebollizione inferiore a 150 °C, il preparato è definito come materia autoreagente del tipo F.
(3) Al paragrafo (2) qui sopra, sono prese in considerazione solo le proprietà delle materie autoreagenti che sono determinanti per la loro classificazione. La figura 4 presenta un diagramma di decesione con i principi di classificazione sotto forma di una rete di domande sulla proprietà determinanti e di risposte possibili. Queste proprietà devono essere determinate per mezzo di prove conformemente al marg. 3103.
Condizioni relative ai perossidi organici
Prove per l'assegnazione alla classe 5.2
3105 Le materie ed oggetti della classe 5.2 possono essere ammessi al trasporto solo se sono soddisfatti i pertinenti criteri della II e III Parte delle «Raccomandazioni relative al trasporto delle merci pericolose: prove e criteri» (pubblicate dall'Organizzazione delle Nazioni Unite con il Codice ST/SG/AC.10/11/Rev. 1, seconda edizione). La prova scelta per determinare la temperatura di decomposizione autoaccelerata (TDAA) deve essere eseguita in modo che sia rappresentativa, dal punto di vista delle dimensioni e dei materiali, del collo da trasportare.
Principi di classificazione
3106 (1) Un perossido organico o un preparato di perossido organico devono essere considerati come aventi proprietà esplosive se, durante le prove di laboratorio, sono soggetti ad una detonazione, ad una deflagrazione rapida, o ad una violenta reazione al riscaldamento sotto confinamento.
FIGURA 5
Diagramma decisionale per la classificazione dei perossidi organici
(2) I seguenti principi sono applicabili alla classificazione dei perossidi organici e preparati di perossidi organici non enumerati al marg. 2551:
a) Ogni perossido organico o un preparato di perossido organico che, così come imballato per il trasporto, può detonare o deflagrare rapidamente, deve essere escluso dal trasporto in questo imballaggio come classe 5.2 (definito come un perossido organico di tipo A, casella di uscita A della figura 5).
b) Ogni perossido organico o un preparato di perossido organico aventi proprietà esplosive che, così come imballato per il trasporto, non detona né deflagra rapidamente ma è soggetto ad una esplosione termica in questo imballaggio, deve inoltre recare una etichetta conforme al modello n. 01. Un tale perossido organico può essere imballato fino a 25 kg, a meno che la quantità massima non debba essere limitata ad un valore inferiore al fine di evitare il rischio di una detonazione o deflagrazione rapida nel collo (definito come un perossido organico di tipo B, casella di uscita B della figura 5).
c) Ogni perossido organico o un preparato di perossido organico aventi proprietà esplosive può essere trasportato senza etichetta conforme al modello n. 01 se la materia, così come imballata per il trasporto (massimo 50 kg), non può detonare, né deflagrare rapidamente, né subire una esplosione termica (definito come un perossido organico di tipo C, casella di uscita C della figura 5).
d) Ogni perossido organico o un preparato di perossido organico che, durante le prove di laboratorio:
- detona parzialmente, non deflagra rapidamente e non reagisce al riscaldamento sotto confinamento; oppure
- non detona, deflagra lentamente e non mostra violenti effetti al riscaldamento sotto confinamento; oppure
- non detona o non deflagra e mostra un effetto moderato al riscaldamento sotto confinamento
può essere ammesso al trasporto in colli contenenti al massimo 50 kg (definito come un perossido organico di tipo D, casella di uscita D della figura 5).
e) Ogni perossido organico o un preparato di perossido organico che, durante le prove di laboratorio non detona, non deflagra e mostra un effetto debole o nullo al riscaldamento sotto confinamento, può essere ammesso al trasporto in colli contenenti al massimo 400 kg/450 litri (definito come un perossido organico di tipo E, casella di uscita E della figura 5).
f) Ogni perossido organico o un preparato di perossido organico che, durante le prove di laboratorio non detona sotto cavitazione, non deflagra e mostra soltanto un effetto debole o nullo al riscaldamento sotto confinamento come pure una potenza esplosiva debole o nulla, può essere ammesso al trasporto in grandi imballaggi per il trasporto alla rinfusa (GIR), o in cisterne (definito come un perossido organico di tipo F, casella di uscita F della figura 5).
g) Ogni perossido organico o un preparato di perossido organico che, durante le prove di laboratorio non detona sotto cavitazione, non deflagra e non mostra alcuna reazione al riscaldamento sotto confinamento come pure nessuna potenza esplosiva, è esentato dalla classe 5.2, a condizione che il preparato sia termicamente stabile (che la TDAA sia almeno 60 °C per un collo di 50 kg) e, per i preparati liquidi, sia utilizzato un diluente di tipo A per la desensibilizzazione (definito come un perossido organico di tipo G, casella di uscita G della figura 5).
(3) Al paragrafo (2) qui sopra, sono prese in considerazione solo le proprietà dei perossidi organici che sono determinanti per la loro classificazione. La figura 5 presenta un diagramma di decisione con i principi di classificazione sotto forma di una rete di domande sulla proprietà determinanti e delle risposte possibili. Queste proprietà devono essere determinate per mezzo di prove conformemente al marg. 3105.
B. GLOSSARIO DELLE DENOMINAZIONI DEL MARG. 2101 [VEDI ANCHE MARG. 3101 (3)]
3170 Nota: 1. Le descrizioni nel glossario non hanno lo scopo di sostituire le procedure di prova né di determinare la classificazione di rischio di una materia o un oggeto della classe 1. L'assegnazione alla corretta divisione e la decisione di sapere se essi devono essere assegnati al gruppo di compatibilità S devono risultare dalle prove che ha subito il prodotto secondo il Manuale di prova citato al marg. 3101 (1) o, per analogia, con prodotti similari già provati e assegnati secondo i modi di operare del Manuale di prova.
2. I numeri indicati dopo le denominazioni si riferiscono agli ordinali e numeri di identificazione appropriati della Tabella 1 secondo il marg. 2101, separati tra loro da una barra obliqua (per es. 21°/0171). Per quanto concerne il codice di classificazione ved. marg. 2100 (4).
Accenditori per miccia di sicurezza 47°/0131
Oggetti di concezioni varie funzionanti per frizione, per urto o elettricamente e utilizzati par accendere la miccia di sicurezza.
Artifici da segnalazione a mano 43°/0191; 47°/0373
Oggetti portatili contenenti materie pirotecniche producenti segnali o allarmi visualli. I piccoli dispositivi illuminanti di superficie come i fuochi da segnalazione stradali o ferroviari e i piccoli fuochi di pericolo sono compresi in questa denominazione.
Assemblaggi di detonatori da mina (di rottura) non elettrici 1°/0360; 35°/0361
Detonatori non elettrici, assemblati con il proprio mezzo di accensione come miccia a lenta combustione, tubo ad onda d'urto o trasmettitore di fiamma o miccia detonante con o senza elemento di ritardo all'interno. I relais per miccia detonante collegati a spezzoni di miccia detonante sono compresi in questa denominazione.
Bombe con carica di scoppio 5°/0034; 17°/0035
Oggetti esplosivi che sono sganciati da un aereo, senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Bombe con carica di scoppio 7°/0033; 19°/0291
Oggetti esplosivi che sono sganciati da un aereo, con propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Bombe contenenti un liquido infiammabile, con carica di scoppio 10°/0399; 23°/0400
Oggetti che sono sganciati da un aereo e che sono costituiti da un serbatoio riempito di liquido infiammabile e da una carica di scoppio.
Bombe foto-illuminanti 5°/0038
Oggetti esplosivi che sono sganciati da un aereo allo scopo di produrre una illuminazione intensa e di corta durata per una visione fotografica. Essi contengono una carica di esplosivo detonante senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Bombe foto-illuminanti 7°/0037
Oggetti esplosivi che sono sganciati da un aereo allo scopo di produrre una illuminazione intensa e di corta durata per una visione fotografica. Essi contengono una carica di esplosivo detonante con propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Bombe foto-illuminanti 21°/0039; 30°/0299
Oggetti esplosivi che sono sganciati da un aereo allo scopo di produrre una illuminazione intensa e di corta durata per una visione fotografica. Essi contengono una composizione foto-lampo.
Bossoli combustibili vuoti e non innescati 27°/0447; 37°/0446
Oggetti costituiti da bossoli realizzati parzialmente o interamente a partire da nitrocellulosa.
Bossoli di cartucce vuoti innescati 37°/0379; 47°/0055
Oggetti costituiti da un bossolo di metallo, di plastica o di altro materiale non infiammabile, nei quali il solo composto esplosivo è l'innesco.
Cannelli 30°/0319; 43°/0320; 47°/0376
Oggetti costituiti da un innesco provocante l'accensione e da una carica ausiliaria deflagrante come la polvere nera, utilizzati per accendere una carica propulsiva in un bossolo, ecc.
Capsule di sondaggio esplosive 5°/0374; 17°/0375
Oggetti costituiti da una carica detonante, senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono sganciati da una nave e funzionano quando raggiungono una profondità predeterminata o il fondo del mare.
Capsule di sondaggio esplosive 7°/0296; 19°/0204
Oggetti costituiti da una carica detonante, con propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono sganciati da una nave e funzionano quando raggiungono una profondità predeterminata o il fondo del mare.
Cariche cave industriali senza detonatore 5°/0059; 17°/0439; 39°/0440; 47°/0441
Oggetti costituiti da un involucro contenente una carica esplosiva detonante, comportante un incavo guarnito con un rivestimento rigido, senza i loro propri mezzi di innesco. Essi sono concepiti produrre un effetto di getto perforante di grande potenza.
Cariche cave per pozzi petroliferi, senza detonatore 5°/0124; 39°/0394
Oggetti costituiti da un tubo di acciaio o da un nastro metallico sul quale sono disposte delle cariche cave collegate da cordone detonante, senza i propri mezzi di innesco.
Cariche supplementari esplosive 5°/0060
Oggetti costituiti da un debole rinforzatore amovibile situato nella cavità di un proiettile tra la spoletta e la carica di scoppio.
Cariche di demolizione 5°/0048
Oggetti contenenti una carica esplosiva detonante in un involucro di cartone, plastica, metallo o altro materiale. Gli oggetti sono senza i propri mezzi di innesco o con i propri mezzi di innesco possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Nota: Non sono compresi in questa denominazione i seguenti oggetti: bombe, mine, proiettili. Essi figurano separatamente nella lista.
Cariche di dispersione 5°/0043
Oggeti costituiti da una debole carica di esplosivo che serve ad aprire i proiettili o altre munizioni al fine di disperderne il contenuto.
Cariche di profondità 5°/0056
Oggetti costituiti da una carica esplosiva detonante contenuta in un fusto o un proiettile senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono concepiti per detonare sott'acqua.
Cariche di rinforzo con detonatore 1°/0225; 13°/0268
Oggetti costituiti da una carica esplosiva detonante, con mezzi di innesco. Essi sono utilizzati per rinforzare il potere di innesco dei detonatori o del cordone detonante.
Cariche di rinforzo senza detonatore 5°/0042; 17°/0283
Oggetti costituiti da una carica esplosiva detonante senza mezzi di innesco. Essi sono utilizzati per rinforzare il potere di innesco dei detonatori o del cordone detonante.
Cariche di scoppio con legante plastico 5°/0457; 17°/0458; 39°/0459; 47°/0460
Oggetti costituiti da una carica esplosiva detonante con legante di materia plastica, fabbricati in una forma geometrica stabilita, senza involucro e senza mezzi di innesco. Esse sono concepite come componenti delle munizioni come le teste militari.
Cariche esplosive di rottura per pozzi petroliferi senza detonatore 5°/0099
Oggetti costituiti da una carica detonante contenuta in un involucro, senza i propri mezzi di innesco. Essi servono a fessurare le rocce attorno ai pestelli di foratura in modo da facilitare lo scolamento di petrolio greggio dalla roccia.
Cariche esplosive industriali senza detonatore 5°/0442; 17°/0443; 39°/0444; 47°/0445
Oggetti costituiti da una carica esplosiva detonante, senza i propri mezzi di innesco, utilizzati per la saldatura, l'assemblaggio, la formatura e altre operazioni metallurgiche effettuate con esplosivo.
Cariche propulsive per cannone 3°/0279; 15°/0414; 27°/0242
Cariche di polvere propulsiva in qualsiasi forma per le munizioni a carica separata per cannone.
Cariche propulsive 3°/0271; 15°/0415; 27°/0272; 37°/0491
Oggetti costituiti da una carica di polvere propellente che si presenta sotto una qualunque forma, con o senza involucro, destinata ad essere utilizzata come componente di un propulsore, o per modificare la traiettoria dei proiettili.
Cartucce a salve per armi 3°/0326; 15°/0413; 27°/0327; 37°/0338; 47°/0014
Munizioni costituite da un bossolo chiuso, con innesco a percussione centrale o anulare, e da una carica di polvere senza fumo o di polvere nera, ma senza proiettile. Esse producono un forte rumore e sono utilizzate per l'addestramento, per i saluti, come cariche propulsive, nelle pistole-starter, ecc. Le munizioni a salve sono comprese in questa denominazione.
Cartucce con proiettile inerte per armi 15°/0328; 27°/0417; 37°/0339; 47°/0012
Munizioni costituite da un proiettile senza carica di scoppio ma con una carica propulsiva e con o senza innesco. Esse possono comportare un tracciante, a condizione che il rischio principale sia quello della carica propulsiva.
Cartucce da segnalazione 30°/0054; 43°/0312; 47°/0405
Oggetti concepiti per lanciare dei segnali luminosi colorati o altri segnali con l'aiuto di pistole segnalatrici, ecc.
Cartucce illuminanti 9°/0049; 30°/0050
Oggetti costituiti da un bossolo, da un innesco e da una polvere illuminante il tutto assemblato in un unico pezzo pronto per il tiro.
Cartucce per armi con carica di scoppio 6°/0006; 18°/0321; 40°/0412
Munizioni comprendenti una carica di lancio, con o senza innesco e un proiettile con carica di scoppio senza mezzi di innesco oppure con mezzi di innesco muniti di almeno due efficaci sistemi di sicurezza. Le munizioni a colpo completo, oppure con bossolo carico e proietto separato o con i vari componenti separati sono compresi in questa denominazione quando sono imballati in comune.
Cartucce per armi con carica di scoppio 7°/0005, 19°/0007; 41°/0348
Munizioni comprendenti una carica di lancio, con o senza innesco e un proiettile con carica di scoppio senza mezzi di innesco oppure con mezzi di innesco muniti di almeno due efficaci sistemi di sicurezza. Le munizioni a colpo completo, oppure con bossolo carico e proietto separato o con i vari componenti separati sono compresi in questa denominazione quando sono imballati in comune.
Cartucce per armi di piccolo calibro 27°/0417; 37°/0339; 47°/0012
Munizioni costituite da un bossolo chiuso, con innesco a percussione centrale o anulare e contenenti una carica propulsiva e da un proiettile solido. Esse sono destinate ad essere tirate da armi da fuoco aventi un calibro non superiore a 19,1 mm. Le cartucce da caccia di ogni calibro sono comprese in questa definizione.
Cartucce per armi, a salve 27°/0327; 37°/0338; 47°/0014
Munizioni costituita da un bossolo con innesco a percussione centrale o anulare e contenente una carica propulsiva di polvere senza fumo o di polvere nera. I bossoli non contengono i proiettili. Sono destinate ad essere sparate da armi di calibro non superiore a 19,1 mm e servono a produrre un forte rumore e sono utilizzate per addestramento, per il saluto, come carica propulsiva, nelle pistole-starter, ecc.
Nota: Non sono compresi in questa definizione i seguenti oggetti: cartucce a salve per armi di piccolo calibro. Esse figurano separatamente nella lista. Non sono anche comprese alcune cartucce per armi militari di piccolo calibro, che figurano sotto cartucce a projettile inerte per armi.
Cartucce per piromeccanismi 15°/0381; 27°/0275; 37°/0276; 47°/0323
Oggetti concepiti per esercitare delle azioni meccaniche. Essi sono costituiti da un involucro con una carica deflagrante e dei mezzi di innesco. I prodotti gassosi della deflagrazione provocano un gonfiamento, un movimento lineare o rotativo, o azionano dei diaframmi, delle valvole o degli interruttori, o lanciano degli attacchi o proiettano agenti di estinzione.
Cartucce per pozzi petroliferi 27°/0277; 37°/0278
Oggetti costituiti da un involucro sottile di cartone, di metallo o di un altro materiale contenente solamente una polvere propulsiva che proietta un proiettile indurito per perforare l'involucro dei pozzi di petrolio.
Nota: Non sono compresi in questa definizione i seguenti oggetti: cariche cave industriali. Esse figurano separatamente nella lista.
Componenti di catene pirotecniche, n.a.s. 1°/0461; 13°/0382; 35°/0383; 47°/0384
Oggetto contenente un esplosivo, concepito per trasmettere la detonazione o la deflagrazione in una catena pirotecnica.
Congegni idroattivi con carica di dispersione, carica di espulsione o carica propulsiva 25°/0248; 34°/0249
Oggetti il cui funzionamento è basato su una reazione fisico-chimica del loro contenuto con l'acqua.
Detonatori da mina (di rottura) elettrici 1°/0030; 35°/0255; 47°/0456
Oggetti specialmente concepiti per l'innesco di esplosivi da mina. Essi possono essere concepiti per detonare istantaneamente o possono contenere un elemento ritardante. I detonatori elettrici sono innescati da una corrente elettrica.
Detonatori da mina (di rottura) non elettrici 1°/0029; 35°/0267; 47°/0455
Oggetti specialmente concepiti per l'innesco di esplosivi da mina. Essi possono essere concepiti per detonare istantaneamente o possono contenere un elemento ritardante. I detonatori non elettrici sono innescati da elementi come tubi conduttori di onde d'urto, tubi conduttori di fiamma, micce da miniera, altri dispositivi di innesco o cordone detonante sono compresi in questa denominazione.
Detonatori per munizioni 1°/0073; 13°/0364; 35°/0365; 47°/0366
Oggetti costituiti da un piccolo involucro di metallo o di plastica contenente degli esplosivi come l'azoturo di piombo, la pentrite o delle combinazioni di esplosivi. Essi sono concepiti per innescare il funzionamento di una catena di detonazione.
Dispositivi di sgancio pirotecnici esplosivi 47°/0173
Oggetti costituiti da una piccola carica esplosiva, con i loro propri mezzi di innesco e di gambi o di anelli. Rompono i gambi o gli anelli al fine di liberare rapidamente gli equipaggiamenti.
Dispositivi illuminanti aerei 9°/0420; 21°/0421; 30°/0093; 43°/0403; 47°/0404
Oggetti costituiti da materie pirotecniche e concepiti per essere sganciati da un aeromobile per illuminare, identificare, segnalare o avvertire.
Dispositivi illuminanti di superficie 9°/0418; 21°/0419; 30°/0092
Oggetti costituiti da materie pirotecniche e concepiti per essere utilizzati al suolo per illuminare, identificare, segnalare o avvertire.
Esatonale 4°/0393
Materia costituita da una intima miscela di ciclotrimetilentrinitroamina (RDX), di trinitrotoluene (TNT) e di alluminio.
Esolite (esotolo) secca o umidificata con meno del 15 % (massa) di acqua 4°/0118
Materia costituita da una intima miscela di ciclotrimetilentrinitroamina (RDX) e di trinitrotoluene (TNT). Il «Composto B» è compreso in questa denominazione.
Esplosivo da mina (di rottura) di tipo A 4°/0081
Materie costituite da nitrati organici liquidi come la nitroglicerina o un miscuglio di tali composti con uno o più dei seguenti componenti: nitrocellulosa, nitrato di ammonio o altri nitrati inorganici, derivati nitrati aromatici o materie combustibili come la farina di legno e alluminio in polvere. Esse possono contenere dei componenti inerti come la farina fossile e altri additivi come coloranti o stabilizzanti. Queste materie esplosive devono essere sotto forma fi polvere o avere una consistenza gelatinosa o elastica. Le dinamiti, dinamiti gomme e dinamiti plastiche sono comprese in questa denominazione.
Esplosivo da mina (di rottura) di tipo B 4°/0082; 48°/0331
Materie cosituite da:
a) una miscela di nitrato di ammonio o altri nitrati inorganici con un esplosivo come il trinitrotoluene, con o senza altre materie come la farina di legno e l'alluminio in polvere,
b) una miscela di nitrato di ammonio o altri nitrati inorganici con altre materie combustibili non esplosive. In ogni caso, esse possono contenere dei componenti inerti come la farina fossile e altri additivi come coloranti o stabilizzanti. Tali esplosivi non devono contenere né nitroglicerina, né nitrati organic liquidi similari, né clorati.
Esplosivo da mina (di rottura) di tipo C 4°/0083
Materie costituite da una miscela di clorato di potassio o di sodio, o da perclorato di potassio, di sodio o di ammonio con derivati nitrati organici o con materie combustibili come la farina di legno o l'alluminio in polvere o un idrocarburo. Esse possono contenere dei componenti inerti come la farina fossile e altri additivi come coloranti o stabilizzanti. Tali esplosivi non devono contenere né nitroglicerina, né nitrati organici liquidi similari.
Esplosivo da mina (di rottura) di tipo D 4°/0084
Materie costituite da una miscela di composti nitrati organici e di materie combustibili come gli idrocarburi o l'alluminio in polvere. Esse possono contenere dei componenti inerti come la farina fossile e altri additivi come coloranti o stabilizzanti. Tali esplosivi non devono contenere né nitroglicerina, né nitrati organici liquidi similari, né clorati, né nitrato di ammonio. Gli esplosivi plastici sono in generale compresi in questa denominazione.
Esplosivo da mina (di rottura) di tipo E 4°/0241; 48°/0332
Materie costituite da acqua come componente essenziale e da forti proporzioni di nitrato di ammonio o altri comburenti che sono in tutto o in parte in soluzione. Gli altri componenti possono essere derivati nitrati come il trinitrotoluene, gli idrocarburi o l'alluminio in polvere. Esse possono contenere dei componeneti inerti come la farina fossile e altri additivi come coloranti o stabilizzanti. Le poltiglie esplosive, le emulsioni esplosive e i geli esplosivi acquosi sono compresi in questa denominazione.
Fuochi pirotecnici 9°/0333; 21°/0334; 30°/0335; 43°/0336; 47°/0337
Oggetti pirotecnici concepiti ai fini di divertimento.
Galletta umidificata con almeno 17 % (massa) di alcool 2°/0433
Galletta umidificata con almeno 25 % (massa) di acqua 26°/0159
Materia costituita da nitrocellulosa impregnata con al massimo 60 % di nitroglicerina o di altri nitrati organici liquidi o da una miscela di tali liquidi.
Granate a mano o per fucile con carica di scoppio 5°/0284; 17°/0285
Oggetti che sono concepiti per essere lanciati a mano o con l'aiuto di un fucile. Essi sono senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Granate a mano o per fucile con carica di scoppio 7°/0292; 19°/0293
Oggetti che sono concepiti per essere lanciati a mano o con l'aiuto di un fucile. Essi sono con i propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Granate da esercitazione a mano o per fucile 21°/0372; 30°/0318; 43°/0452; 47°/0110
Oggetti senza carica di scoppio principale, concepiti per essere lanciati a mano o con l'aiuto di un fucile. Essi contengono il sistema di innesco e possono contenere una carica di marcatura.
Infiammatori (accenditori) 9°/0121; 21°/0314; 30°/0315; 43°/0325; 47°/0454
Oggetti contenenti una o più materie esplosive, utilizzati per iniziare una deflagrazione in una catena pirotecnica. Essi possono essere azionati chimicamente, elettricamente o meccanicamente.
Nota: Non sono compresi in questa denominazione i seguenti oggetti: miccia a combustione rapida; miccia a combustione rapida con rivestimento metallico; miccia istantanea non detonante; spolette accenditori; accenditori per miccia; capsule di accensione a percussione; cannelli per artiglieria. Essi figurano separatamente nella lista.
Inneschi a percussione 1°/0377; 35°/0378; 47°/0044
Oggetti costituiti da una capsula di metallo o di plastica contenenti una piccola quantità di un miscuglio esplosivo primario facilmente acceso per l'effetto di un urto. Servono da elementi di innesco per le armi di piccolo calibro e negli inneschi a percussione per le cariche propulsive.
Materia esplosiva pochissimo sensibile (Materie ETPS) 48°/0482
Materie che presentano un rischio di esplosione in massa ma che sono così poco sensibili che la probabilità di innesco o di passaggio dalla combustione alla detonazione (nelle normali condizioni di trasporto) è molto debole e che hanno subito prove della serie 5.
Miccia a combustione rapida 43°/0066
Oggetto costituito da fili tessili coperti di polvere nera o di una altra composizione pirotecnica a combustione rapida e da un involucro protettore flessibile, oppure costituito da un'anima di polvere nera avvolta da tela tessile flessibile. Esso brucia con una fiamma esterna che progredisce lungo la miccia e serve a trasmettere l'accensione di un dispositivo ad una carica o a un innesco.
Miccia detonante a carica ridotta con rivestimento metallico 39°/0104
Oggetto costituito da un'anima di esplosivo detonante contenuta in un involucro di metallo tenero ricoperto o no da una guaina protettiva. La quantità di materia esplosiva è limitata in modo che sia prodotto all'esterno del cordone solo un debole effetto.
Miccia detonante a sezione profilata 5°/0288; 39°/0237
Oggetto costituito da un'anima di esplosivo detonante a sezione a «V» coperta da una guaina flessibile.
Miccia detonante con rivestimento metallico 5°/0290; 17°/0102
Oggetto costituito da un'anima di esplosivo detonante contenuta in un involucro di metallo tenero ricoperto o no da una guaina protettiva.
Miccia detonante flessibile 5°/0065; 39°/0289
Oggetto costituito da un'anima di esplosivo detenante contenuta in un involucro di materia tessile tessuta, coperta o no da una guaina di plastica. La guaina non è necessaria se l'involucro tessile tessuto è stagno ai pulverulenti.
Miccia di accensione a rivestimento 43°/0103
Oggetto costituito da un tubo di metallo contenente un'anima di esplosivo deflagrante.
Miccia di sicurezza (miccia lenta o cordone Bickford) 47°/0105
Oggetto costituito da un'anima di polvere nera a grana fine avvolta da un involucro tessile flessibile tessuto, rivestito da una o più guaine protettrici. Quando è acceso, brucia ad una velocità predeterminata senza alcun effetto esplosivo esterno.
Miccia istantanea non detonante (conduttore di fuoco) 30°/0101
Oggetto costituita da fili di cotone impregnati di polverino. Esso brucia con una fiamma esterna ed è utilizzato nelle catene di accensione degli artifici da divertimento, ecc.
Mine con carica di scoppio 5°/0137; 17°/0138
Oggetti costituiti generalmente da recipienti di metallo o di materiale composito riempiti con un esplosivo secondario detonante, senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono concepiti per funzionare al passaggio di battelli, di veicoli o di persone. Le «Torpedini Bangalore» sono comprese in questa denominazione.
Mine con carica di scoppio 7°/0136; 19°/0294
Oggetti costituiti generalmente da recipienti di metallo o di materiale composito riempiti con un esplosivo secondario detonante, con loro propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono concepiti per funzionare al passaggio di battelli, di veicoli o di persone. Le «Torpedini Bangalore» sono comprese in questa denominazione.
Munizioni da esercitazione 43°/0362
Munizioni sprovviste di carica di scoppio principale, ma contenenti una carica di dispersione o di espulsione. Generalmente, esse contengono anche una spoletta e una carica propulsiva.
Nota: Non sono compresi in questa denominazione i seguenti oggetti: granate da essercitazione. Essi figurano separatamente nella lista.
Munizioni fumogene al fosforo bianco con carica di dispersione, di espulsione o propulsiva 22°/0245; 31°/0246
Munizioni contenenti del fosforo bianco come materia fumogena. Esse contengono ugualmente uno o più dei seguenti elementi: carica di lancio con innesco e carica di accensione, spoletta con carica di scoppio o di espulsione. Le granate fumogene sono comprese in questa denominazione.
Munizioni fumogene con o senza carica di dispersione, di espulsione o propulsiva 21°/0015; 30°/0016; 43°/0303
Munizioni contenenti una materia fumogena come le miscele di acido clorosolfonico, tetracloruro di titanio o una composizione pirotecnica che produca fumo a base di esacloroetano o di fosforo rosso. Salvo quando la materia stessa è un esplosivo, le munizioni possono contenere anche uno o più dei seguenti elementi: carica di lancio con innesco e carica di accensione, spolette con carica di scoppio o di espulsione. Le granate fumogene sono comprese in questa denominazione.
Nota: Non sono compresi in questa denominazione i seguenti oggetti: segnali fumogeni. Essi figurano separatamente nella lista.
Munizioni illuminanti con o senza carica di dispersione, di espulsione o propulsiva 21°/0171; 30°/0254; 43°/0297
Munizioni concepite per produrre una sorgente unica di luce intensa allo scopo di illuminare uno spazio. Le cartucce illuminanti, le granate illuminanti, i proiettili illuminanti, le bombe illuminanti, e le bombe con carica di localizzazione del punto di caduta sono comprese in questa denominazione.
Nota: Non sono compresi in questa denominazione i seguenti oggetti: cartucce da segnalazione, torce da segnalamento a mano, segnali di pericolo, dispositivi illuminanti aerei e dispositivi illuminanti di superficie. Essi figurano separatamente nella lista.
Munizioni incendiarie al fosforo bianco con carica di dispersione, di espulsione o propulsiva 22°/0243; 31°/0244
Munizioni contenenti del fosforo bianco come materia incendiaria. Esse contengono ugualmente uno o più dei seguenti elementi: carica di lancio con innesco e carica di accensione, spoletta con carica di scoppio o carica di espulsione.
Munizioni incendiarie con liquido o gel, con carica di dispersione, di espulsione o propulsiva 32°/0247
Munizioni contenenti una materia incendiaria liquida o sotto forma di gel. Salvo quando la materia incendiaria è essa stessa un esplosivo, le munizioni possono contenere ugualmente uno o più dei seguenti elementi: carica di lancio con innesco e carica di accensione, spoletta con carica di scoppio o carica di espulsione.
Munizioni incendiarie con o senza carica di dispersione, di espulsione o propulsiva 21°/0009; 30°/0010; 43°/0300
Munizioni contenenti una composizione incendiaria. Salvo quando la composizione è essa stessa un esplosivo, le munizioni possono contenere ugualmente uno o più dei seguenti elementi: carica di lancio con innesco e carica di accensione, spoletta con carica di scoppio o carica di espulsione.
Munizioni lacrimogene con carica di dispersione, di espulsione o propulsiva 21°/0018; 30°/0019; 43°/0301
Munizioni contenenti una materia lacrimogena. Esse possono contenere ugualmente uno o più dei seguenti elementi: materie pirotecniche, carica di lancio con innesco e carica di accensione, spoletta con carica di scoppio o carica di espulsione.
Munizioni per esercitazioni 30°/0488; 43°/0363
Munizioni contenenti una materia pirotecnica, utilizzate per provare l'efficacia o la potenza di nuovi elementi o l'insieme di nuove munizioni o di armi.
Octolite secca o umidificata con meno del 15 % (massa) di acqua 4°/0266
Materia costituita da una intima miscela di ciclotetrametilentetranitroamina (HMX) e di trinitrotoluene (TNT).
Oggetti esplosivi, pochissimo sensibili 50°/0486
Oggetti contenenti solo materie detonanti estremamente poco sensibili che possiedono esclusivamente una trascurabile possibilità di innesco o di propagazione accidentale nelle normali condizioni di trasporto e che hanno subito la serie di prove 7.
Oggetti piroforici 25°/0380
Oggetti che contengono una materia piroforica (suscettibile di accendersi spontaneamente quando esposta all'aria) e una materia o un componente esplosivo. Gli oggetti contenenti fosforo bianco non sono compresi sotto questa denominazione.
Oggetti pirotecnici per uso tecnico 9°/0428; 21°/0429; 30°/0430; 43°/0431; 47°/0432
Oggetti che contengono materie pirotecniche e che sono destinati ad uso tecnico come produzione di calore, produzione di gas, effetti scenici, ecc.
Nota: Non sono compresi in questa denominazione i seguenti oggetti: cartucce da segnalamento, taglia cavi esplosivi, fuochi pirotecnici, dispositivi illuminanti aerei, dispositivi illumanti di superficie, dispositivi di sgancio esplosivi, rivetti esplosivi, torce da segnalamento a mano, segnali di pericolo, petardi per ferrovia, segnali fumogeni. Essi fugurano separatamente nella lista.
Ottonale 4°/0496
Materie costituita da una miscela di ciclotetrametilene - tetranitrammina (HMX), di trinitrotoluene (TNT) e di alluminio.
Pentolite secca o umidificata con meno del 15 % (massa) di acqua 4°/0151
Materia costituita da una intima miscela de tetranitrato di pentaeritrite (PETN) e di trinitrotoluene (TNT).
Petardi per ferrovia 9°/0192; 30°/0492; 43°/0493; 47°/0193
Oggetti contenenti una materia pirotecnica che esplode molto fragrorosamente quando l'oggetto è schiacciato. Essi sono concepiti per essere piazzati su una rotaia.
Polvere illuminante 8°/0094; 29°/0305
Materia pirotecnica che, quando è accesa, emette una luce intensa.
Polvere nera compressa o Polvere nera in compresse 4°/0028
Materia costituita da polvere nera sotto forma compressa.
Polvere nera sotto forma di grani o di polverino 4°/0027
Materia costituita da una intima miscela di carbone di legna o altro carbone e di nitrato di potassio o nitrato di sodio, con o senza zolfo.
Polvere senza fumo 2°/0160; 26°/0161
Materia a base di nitrocellulosa utilizzata come polvere propulsiva. Le polveri a base semplice (solo nitrocellulosa), quelle a doppia base (come nitrocellulosa e nitroglicerina) a quelle a tripla base (nitrocellulosa-mitroglicerina-nitroguanidina) sono comprese in questa denominazione.
Nota: Le cariche di polvere senza fumo colate, compresse o in cartocci figurano sotto la denominazione cariche propellenti per cannone.
Proiettili con carica di scoppio 5°/0168; 17°/0169; 39°/0344
Oggetti come una granata o palla tirati da un cannone o da un altro pezzo di artiglieria. Essi sono senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco non possedendo almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Proiettili con carica di scoppio 7°/0167; 19°/0324
Oggetti come una granata o palla tirati da un cannone o da un altro pezzo di artiglieria. Essi sono con i propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Proiettili con carica di dispersione o di espulsione 17°/0346; 39°/0347
Oggetti come una granata o palla tirati da un cannone o da un altro pezzo di artiglieria. Essi sono senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono utilizzati per spandere materie coloranti allo scopo di una marcatura, o altre materie inerti.
Proiettili con carica di dispersione o carica di espulsione 19°/0426; 41°/0427
Oggetti come una granata o palla tirati da un cannone o da un altro pezzo di artiglieria. Essi sono con propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono utilizzati per spandere materie coloranti allo scopo di una marcatura, o altre materie inerti.
Proiettili con carica di dispersione o carica di espulsione 21°/0434; 43°/0435
Oggetti come una granata o palla tirati da un cannone o da un altro pezzo di artiglieria, da un fucile o da un'altra arma di piccolo calibro. Essi sono utilizzati per spandere materie coloranti allo scopo di una marcatura, o altre materie inerti.
Proiettili inerti con traccianti 30°/0424; 43°/0425; 47°/0345
Oggetti come una granata o palla tirati da un cannone o da un altro pezzo di artiglieria, da un fucile o da un'altra arma di piccolo calibro.
Propergolo, liquido 2°/0497; 26°/0495
Materia costituita da un'esplosivo liquido deflarante, utilizzata per la propulsione.
Propergolo, solido 2°/0498; 26°/0499
Materia costituita da un'esplosivo solido deflagrante, utilizzata per la propulsione.
Propulsori 3°/0280; 15°/0281; 27°/0186
Oggetti costituiti da una carica esplosiva, generalmente un propellente solido, contenuta in un cilindro munito di uno o più ugelli. Essi sono concepiti per lanciare un razzo o un missile guidato.
Propulsori a propergolo liquido 23°/0395; 32°/0396
Oggetti costituiti da un combustibile luquido contenuto in un cilindro munito di uno o più ugelli. Essi sono concepiti per spingere un razzo o un missile guidato.
Propulsori contenenti liquidi ipergolici con o senza carica di espulsione 25°/0322; 34°/0250
Oggetti costituiti da un combustibile ipergolico contenuto in un cilindro equipaggiato da uno o più ugelli. Essi sono concepiti per spingere un congegno autopropulso o un missile guidato.
Razzi a propergolo liquido con carica di scoppio 10°/0397; 23°/0398
Oggetti muniti di una testa di guerra e contenenti un combustibile liquido entro un cilindro munito di uno o più ugelli. I missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Razzi a testa inerte 27°/0183
Oggetti costituiti da un motore per razzi e da una testa inerte. I missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Razzi con carica di espulsione 15°/0436; 27°/0437; 37°/0438
Oggetti costituiti da un motore per razzi e da una testa munita di carica per lanciare il contenuto della testa stessa. I missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Razzi con carica di scoppio 6°/0181; 18°/0182
Oggetti costituiti da un motore per razzi e da una testa di guerra senza mezzi di innesco o con mezzi di innesco con almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. I missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Razzi con carica di scoppio 7°/0180; 19°/0295
Oggetti costituiti da un motore per razzi e da una testa di guerra, con i propri mezzi di innesco senza almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. I missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Razzi lancia sagole 21°/0238; 30°/0240; 43°/0453
Oggetti costituiti da un motore per razzi e concepiti per lanciare una sagola.
Rivetti esplosivi 47°/0174
Oggetti costituiti da una piccola carica esplosiva situata in un rivetto metallico.
Segnali di pericolo per navi 9°/0194; 30°/0195
Oggetti contenenti materie pirotecniche concepiti per emettere dei segnali per mezzo di suoni, di fiamme o di fumi, o una qualsiasi delle loro combinazioni.
Segnali fumogeni 9°/0196; 19°/0313; 30°/0487; 43°/0197
Oggetti contenenti materie pirotecniche che producono fumo. Possono inoltre contenere dispositivi che emettono segnali sonori.
Siluri a combustibile liquido con o senza carica di scoppio 10°/0449
Oggetti costituiti da un sistema liquido esplosivo destinato a sospingere il siluro nell'acqua con o senza testa di guerra oppure da un sistema liquido non esplosivo destinato a sospingere il siluro nell'acqua con testa di guerra.
Siluri a combustibile liquido con testa inerte 32°/0450
Oggetti costituiti da un sistema esplosivo liquido destinato a sospingere il siluro nell'acqua, con testa inerte.
Siluri con carica di scoppio 5°/0451
Oggetti costituiti da un sistema non esplosivo destinato a sospingere il siluro nell'acqua e da una testa di guerra senza i propri mezzi di innesco o con i propri mezzi di innesco con almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Siluri con carica di scoppio 6°/0329
Oggetti costituiti da un sistema esplosivo destinato a sospingere il siluro nell'acqua e da una testa di guerra senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco con almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Siluri con carica di scoppio 7°/0330
Oggetti costituiti da un sistema esplosivo o non esplosivo destinato a sospingere il siluro nell'acqua, e da una testa di guerra con propri mezzi di innesco non possedenti almeno due effecaci dispositivi di sicurezza.
Spolette-accenditori 30°/0316; 43°/0317; 47°/0368
Oggetti che contengono dei componenti esplosivi primari e che sono concepiti per provocare una deflagrazione nelle munizioni. Essi comportano dei componenti meccanici, elettrici, chimici o idrostatici per provocare la deflagrazione. Possiedono generalmente dei dispositivi di sicurezza.
Spolette con detonari 1°/0106; 13°/0107; 35°/0257; 47°/0367
Oggetti che contengono dei componenti esplosivi e che sono concepiti per provocare una detonazione nelle munizioni. Essi comportano dei componenti meccanici, elettrici, chimici o idrostatici per innescare la detonazione. Possiedono generalmente dei dispositivi di sicurezza.
Spolette con detonatori con dispositivi di sicurezza 5°/0408; 17°/0409; 39°/0410
Oggetti che contengono dei componenti esplosivi e che sono concepiti per provocare una detonazione nelle munizioni. Essi comportano dei componenti meccanici, elettrici, chimici o idrostatici per innescare la detonazione. La spoletta-detonatore deve possedere almeno due efficaci dispositivi di sicurezza.
Tagliacavi pirotecnici esplosivi 47°/0070
Oggetti contenenti una parte mobile tagliente che è spinta contro una incudine da una piccola carica di esplosivo deflagrante.
Teste di guerra per razzi con carica di scoppio 5°/0286; 17°/0287
Oggetti costituiti da un esplosivo detonante senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco con almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono concepiti per essere montati su un razzo. Le teste di guerra per missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Teste di guerra per razzi con carica di scoppio 7°/0369
Oggetti costituiti da un esplosivo detonante con i propri mezzi di innesco senza almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono concepiti per essere montati su un razzo. Le teste militari per missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Teste di guerra per razzi con carica di dispersione o di espulsione 39°/0370
Oggetti costituiti da una carica utile inerte e da una piccola carica detonante o deflagrante senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono concepiti per essere montati su un motore per razzi in previsione di spandere dei materiali inerti. Le teste militari per missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Teste di guerra per razzi con carica di dispersione o di espulsione 41°/0371
Oggetti costituiti da una carica utile inerte e da una piccola carica detonante o deflagrante con propri mezzi di innesco non possedenti almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono concepiti per essere montati su un motore per razzi in previsione di spandere dei materiali inerti. Le teste militari per missili guidati sono compresi in questa denominazione.
Teste di guerra per siluri con carica di scoppio 5°/0221
Oggetti costituiti da un esplosivo detonante senza i propri mezzi di innesco o con propri mezzi di innesco con almeno due efficaci dispositivi di sicurezza. Essi sono concepiti per essere montati su un siluro.
Traccianti per munizioni 30°/0212; 43°/0306
Oggetti sigillati contenenti materie pirotecniche e concepiti per seguire la traiettoria di un proiettile.
Tritonal 4°/0390
Materia costituita da un miscuglio di trinitrotoluene (TNT) e di alluminio.
APPENDICE A.2 A. PRESCRIZIONI RELATIVE ALLA NATURA DEI RECIPIENTI IN LEGHE DI ALLUMINIO PER ALCUNI GAS DELLA CLASSE 2
I. Qualità del materiale
3200 (1) I Materiali dei recipienti in leghe di alluminio, che sono ammessi per i gas menzionati al marg. 2203 (2) b) devono soddisfare le seguenti specifiche:
>SPAZIO PER TABELLA>
Le proprietà reali dipendono dalla composizione della lega considerata come pure dal trattamento finale del recipiente, ma, qualunque sia la lega utilizzata, lo spessore del recipiente deve essere calcolato con le seguenti formule
e = oppure e = ()
in cui
e = spessore minimo della parete del recipiente, in mm
PMPa = pressione di prova, in MPa
Pbar = pressione du prova, in bar
D = diametro esterno nominale del recipiente, in mm
Re = limite di elasticità minimo garantito con lo 0,2 % di allungamento permanente, in MPa (N/mm2).
Inoltre, il valore della sollecitazione di prova minimo garantito (Re) che interviene nella formula non deve in nessum caso essere superiore a 0,85 volte il valore minimo garantito della resistenza alla trazione (Rm), qualunque sia il tipo di lega utilizzato.
Nota: 1. Le caratteristiche qui sopra sono basate su esperienze fatte finora con i seguenti materiali utilizzati per i recipienti:
Colonna A: alluminio, non legato, a titolo del 99,5 %;
Colonna B: leghe di alluminio e di magnesio;
Colonna C: leghe di alluminio, silicio e magnesio, come ad es. ISO/R 209-Al-Si-Mg (Aluminium Association 6351);
Colonna D: leghe di alluminio, rame e magnesio.
2. L'allungamento alla rottura (l = 5d) è misurato per mezzo di provini a sezione circolare, la cui distanza tra i riferimenti l è uguale a 5 volte il diametro d; in caso di impiego di provini a sezione rettangolare, la distanza tra i riferimenti deve essere calcolata con la formula l = 5,65 F0, nella quale F0 indica la sezione iniziale del provino.
3. a) La prova di piegamento (ved. Fig. 1) deve essere realizzata su campioni ottenuti tagliando in due parti uguali aventi una larghezza di 3e, ma che non deve essere inferiore a 25 mm, un troncone anulare prelevato dalla bombolla. I campioni non devono essere lavorati se non sui bordi.
b) La prova di piegamento deve essere eseguita tra un mandrino di diametro (d) e due appoggi circolari separati da una distanza de uguale a (d + 3e). Durante la prova, le facce interne devono essere ad una distanza non superiore al diametro del mandrino.
c) Il campione non deve presentare cricche quando è stato piegato verso l'interno sul mandrino fintantoché la distanza tra le sue facce interne non supera il diametro del mandrino.
d) Il rapporto (n) tra il diametro del mandrino e lo spessore del campione deve essere conforme ai valori indicati nella Tabella.
Schema della prova di piega
(2) E'ammesso un valore minimo di allungamento inferiore, a condizione che un esame complementare approvato dall'autorità competente del paese nel quale sono fabbricati i recipienti dimostri che la sicurezza del trasporto è assicurata alle stesse condizioni dei recipienti costruiti secondo i valori della tabella sub (1).
(3) Lo spessore minimo della parete del recipiente, nella parte più debole, deve essere il seguente:
quando il diametro del recipiente è inferiore a 50 mm: almeno 1,5 mm;
quando il diametro del recipiente è compreso tra 50 mm e 150 mm: almeno 2 mm;
quando il diametro del recipiente è superiore a 150 mm: almeno 3 mm.
(4) I fondi dei recipienti devono avere un profilo semicircolare, a ellisse o ad ansa di paniere; essi devono presentare la stessa sicurezza dei corpi del recipiente.
II. Prova ufficiale complementare delle leghe di alluminio
3201 (1) Oltre gli esami prescritti dai marg. 2215, 2216 e 2217, si deve procedere al controllo della possibilità di corrosione intercristallina della parete interna del recipiente, quando si utilizza una lega di alluminio contenente rame o una lega di alluminio contenente magnesio o manganese, quando il tenore di magnesio è superiore al 3,5 % o quando il tenore di manganese è inferiore allo 0,5 %.
(2) Quando si tratta di una lega di alluminio/rame, la prova deve essere effettuata dal fabbricante prima dell'omologazione di una nuova lega da parte dell'autortità competente; essa deve essere ripetuta, in seguito, durante la produzione, per ogni colata di lega.
(3) Quando si tratta di una lega alluminio/magnesio, la prova deve essere effettuata dal fabbricante prima dell'omologazione di una nuova lega e del procedimento di fabbricazione da parte dell'autorità competente. La prova deve essere ripetuta quando si apporta una modifica alla composizione della lega o al procedimento di fabbricazione.
(4) a) Preparazione delle leghe alluminio/rame
Prima di sottoporre la lega alluminio/rame alla prova di corrosione, i campioni devono essere sgrassati per mezzo di un appropriato solvente, poi asciugati.
b) Preparazione delle leghe alluminio/magnesio
Prima di sottoporre la lega alluminio/magnesio alla prova di corrosione, i campioni devono essere riscaldati per sette giorni ad una temperatura di 100 °C; in seguito devono essere sgrassati per mezzo di un appropriato solvente, poi asciugati.
c) Esecuzione
La parete interna di un campione di 1 000 mm2 (33,3 × 30 mm) del materiale contenente rame deve essere trattato a temperatura ambiente, per 24 ore, con 1 000 ml di soluzione acquosa contenente 3 % di NaCl e 0,5 % di HCl.
d) Esame
Lavato e asciugato, il campione deve essere esaminato micrograficamente con un ingrandimento da 100 a 500 su una sezione lunga 20 mm, preferibilmente dopo pulitura elettrolitica.
La profondità dell'attacco non deve superare la seconda fila dei grani a partire dalla superficie sottoposta alla prova di corrosione; in linea di principio, se la prima fila dei grani è interamente attaccata, la seconda fila lo deve essere solo in parte.
Per i profilati, l'esame si deve fare ad angolo retto in rapporto alla superficie.
Nel caso in cui, dopo la pulitura elettrolitica, sia necessario rendere particolarmente visibili i giunti dei grani in previsione di un ulteriore esame, questa operazione deve essere effettuata con un metodo ammesso dall'autorità competente.
III. Protezione della superficie interna
3202 La superficie interna dei recipienti di leghe di alluminio deve essere ricoperta da una appropriata protezione che impedisca la corrosione nella misura in cui le stazioni di prova competenti giudichino che ciò sia necessario.
B. PRESCRIZIONI CONCERNENTI I MATERIALI E LA COSTRUZIONE DEI RECIPIENTI, DESTINATI AL TRASPORTO DI GAS LIQUEFATTI FORTEMENTE REFRIGERATI DELLA CLASSE 2
3250 (1) I recipienti devono essere costruiti in acciaio, in alluminio, in leghe di alluminio, in rame o in leghe di rame (per es. ottone). I recipienti in rame o in leghe di rame sono tuttavia ammessi solo per i gas che non contengono acetilene, l'etilene può tuttavia contenere al massimo lo 0,005 % di acetilene.
(2) Possono essere utlizzati solo materiali appropriati alla temperatura minima di servizio dei recipienti e dei loro accessori.
3251 Per la costruzione dei recipienti, sono ammessi i seguenti materiali:
a) gli acciai non soggetti alla rottura fragile alla temperatura minima di servizio (ved. marg. 3265).
Sono utilizzabili:
1. gli acciai non legati a grana fine, fino ad una temperatura di P 60 °C;
2. gli acciai legati al nichel (contenenti dallo 0,5 % al 9 % di nichel), fino ad una temperatura di P 196 °C secondo il tenore di nichel;
3. gli acciai austenitici al cromo-nichel, fino ad una temperatura di P 270 °C;
b) l'alluminio contenente almeno il 99,5 % di alluminio o le leghe di alluminio (ved. marg. 3266);
c) il rame desossidato contenente 99,9 % di rame o le leghe di rame aventi un tenore di rame superiore al 56 % (ved. marg. 3267).
3252 (1) I recipienti possono essere solo senza giunti o saldati.
(2) I recipienti previsti dal marg. 2207 di acciaio austenitico, di rame o di leghe di rame possono in alternativa essere brasati forte.
3253 Gli accessori possono essere fissati ai recipienti per mezzo di viti o come segue:
a) recipienti di acciaio, di alluminio o di leghe di alluminio: per saldatura;
b) recipienti di acciaio austenitico, di rame o di leghe di rame: per saldatura o brasatura forte.
3254 La costruzione dei recipienti e i loro sistemi di fissaggio al veicolo, al telaio o alle struttura del contenitore devono essere tale che sia evitato in modo sicuro un raffreddamento delle parti portanti suscettibile di renderle fragili. Gli organi di fissaggio dei recipienti devono essere anche essi concepiti in modo che, anche quando il recipiente è alla sua più bassa temperatura di servizio autorizzata, essi presentino ancora le qualità meccaniche necessarie.
1. Materiali e recipienti
a) Recipienti di acciaio
3265 I materiali utilizzati per la costruzione dei recipienti e dei cordoni di saldatura devono, alla loro temperatura minima di servizio, soddisfare almeno ai seguenti valori di resilienza.
Le provo possono essere effettuate sia con provini con intaglio a U, sia con provini con intaglio a V.
>SPAZIO PER TABELLA>
Per gli acciai austenitici, solo il cordone di saldatura deve essere sottoposto ad una prova di resilienza.
Per le temperature di servizio inferiori a P 196 °C, la prova di resilienza non deve essere eseguita alla temperatura minima di servizio ma a P 196 °C.
b) Recipienti di alluminio o di leghe di alluminio
3266 I giuni dei recipienti devono, a temperatura ambiente, soddisfare alle condizioni indicate qui di seguito relativamente al coefficiente di piegamento:
>SPAZIO PER TABELLA>
c) Recipienti di rame o di leghe di rame
3267 Non è necessario effettuare prove per determinate se la resilienza è sufficiente.
2. Prove
a) Prova di resilienza
3275 I valori di resilienza indicati al marg. 3265 si riferiscono a provini da 10 × 10 mm con intaglio U o a provini da 10 × 10 mm con intaglio a V.
Nota: 1. Per quanto concerne la forma dei provini, ved. marg. 3265 [Tavola, note (b) e (c)].
2. Per le lamiere aventi uno spessore inferiore a 10 mm, ma di almeno 5 mm, si utilizzano provini di una sezione di 10 mm × e mm, dove «e» rappresenta lo spessore della lamiera. Queste prove di resilienza danno in genere valori più elevati che con provini normali.
3. Per le lamiere aventi uno spessore inferiore a 5 mm e per i loro giunti non si effettuano prova di resilienza.
3276 (1) Per la prova delle lamiere, la resilienza deve essere determinata su tre provini. Il prelevamento deve essere effettuato trasversalmente alla direzione di laminazone, se si tratta di provini con intaglio a U, oppure nel senso della direzione di laminazione, se si tratta di provini con intaglio a V.
(2) Per le prove dei giunti, i provini devono essere prelevati come segue:
e ≤ 10 mm
- 3 provini al centro della saldatura;
- 3 provini nella zona di alterazione dovuta alla saldatura (l'intaglio deve essere interamente fuori della zona fusa e il più prossimo a questa).
Centro della saldatura
Zona di alterazione
ossia 6 provini in totale.
I provini devono essere lavorati in modo da evere il più grande spessore possibile.
10 mm
Centro della saldatura
Zona di alterazione
ossia 6 provini in totale
e >20 mm
2 serie di 3 provini (1 serie per la faccia superiore, 1 serie per la faccia inferiore) per ciascuno dei punti indicati que di seguito:
Centro della saldatura
ossia 12 provini in totale.
3277 (1) Per le lamiere, la media delle tre prove deve soddisfare i valori minimi indicati al marg. 3265; nessun valore può essere inferiore al 30 % del minimo indicato.
(2) Per le saldature, i valori medi risultanti dei tre provini prelevati in differenti punti, al centro della saldatura e nella zona di alterazione, devono corrispondere ai valori minimi indicati. Nessun valore può essere inferiore al 30 % de minimo indicato.
b) Determinazione del coefficiente di piegamento
3285 (1) Il coefficiente di piegamento «k» mensionato al marg. 3266 è definito come segue:
k = 50 >NUM>e
>DEN>r
in cui e = spessore della lamiera in mm;
r = raggio medio di curvatura in mm del provino al momento dell'apparizione della prima fessura nelle zona di trazione
(2) Il coefficiente di piegamento k è determinato per i giunti. La larghezza del provino è uguale a 3e.
(3) Devono essere fatte quattro prove sul giunto, di cui due con il vertice nella zona compressa (fig. 1) e due con il vertice bella zona tesa (fig. 2); tutti i valori ottenuti devono soddisfare i valori minimi indicati al marg. 3266.
Fig. 1 Fig. 2
C. PRESCRIZIONI RELATIVE ALLE PROVE SULLE CONFEZIONI DI AEROSOL E CARTUCCE DI GAS SOTTO PRESSIONE DELLA CLASSE 2, ORD. 10° E 11°
1. Prove di pressione e di scoppio sul modello di recipiente
3291 Su almeno 5 recipienti vuoti di ogni modello devono essere eseguite prove di pressione idraulica:
a) fino alla pressione di prova fissata, non si deve produrre nessuna perdita né deformazione permanente visibile; e
b) fino all'apparizione di una fuga o allo scoppio; l'eventuale fondo concavo deve iniziare ad indebolirsi e il recipiente deve perdere la sua tenuta o scoppiare non prima di aver raggiunto una pressione pari a 1,2 volte la pressione di prova.
2. Prove di tenuta su tutti i recipienti
3292 (1) Per le prove sulle confezioni di aerosol del 10° e le cartucce di gas sotto pressione dell'11° in un bagno di acqua calda, la temperatura del bagno e la durata della prova devono essere scelti in modo che la pressione interna di ogni recipiente raggiunga almeno il 90 % di quella che si raggiungerebbe a 55 °C.
Tuttavia, se il contenuto è sensibile al calore o se i recipienti sono di una materia plastica che si indebolisce alla temperatura di tale prova, la temperatura del bagno deve essere da 20 °C a 30 °C; una confezione di aerosol su 2 000 deve, inoltre, essere provato alla temperatura prevista al paragrafo precedente.
(2) Non si deve verificare nessuna perdita né deformazione permanente dei recipienti. La disposizione concernente la deformazione permanente non è applicabile ai recipienti di materia plastica che si rammoliscono.
APPENDICE A.3 A. PROVE RELATIVE ALLE MATERIE LIQUIDE INFIAMMABILI DELLE CLASSI 3, 6.1 E 8
Prova per la determinazione del punto di infiammabilità
3300 (1) Il punto di infiammabilità deve essere determinato per mezzo di uno dei seguenti apparecchi:
a) possono essere impiegati per temperature non superiori a 50 °C: apparecchio di Abel, di Abel-Pensky, Luchaire-Finances, Tag;
b) possono essere impiegati per temperature superiori a 50 °C: apparecchio Pensky-Martens, Luchaire-Finances;
c) in mancanza, ogni altro apparecchio a vaso chiuso capace di dare risultati che non scartino di più di 2 °C da quelli che darebbe, nello stesso luogo, uno degli apparecchi qui sopra indicati.
(2) Per determinare il punto di infiammabilità di pitture, colle e prodotti viscosi simili contenenti solventi, possono essere utilizzati solo apparecchi e metodi di prova che siano appropriati alla determinazione del punto di infiammabilità di liquidi viscosi, per es.:
- il metodo A delle norme IP () 170/94, o la sua versione più recente, oppure;
- la norma tedesca DIN 53 213.
3301 La modalità di esecuzione della misura deve essere:
a) per l'apparecchio di Abel, quello della norma IP () 170/94; questa norma può essere anche impiegata per l'apparecchio di Abel-Pensky;
b) per l'apparecchio Pensky-Martens, quello della norma IP () 34/88 o della norma ASTM () D.93/80;
c) per l'apparecchio Tag, quello della norma ASTM () D.56/87;
d) per l'apparecchio Luchaire, quello della NF T 60.103.
Se si utilizza un altro apparecchio, si deve verificare che siano soddisfatte le seguenti condizioni:
1. La prova si deve fare in un luogo privo di correnti d'aria.
2. La velocità di aumento della temperatura del liquido sottoposto alla prova non deve in nessun momento essere superiore a 5 °C per minuto.
3. La fiamma pilota deve avere una lunghezza di 5 mm (± 0,5 mm).
4. Si deve presentare la fiamma pilota all'orifizio del recipiente ogni volta che la temperatura del liquido subisce un aumento di 1 °C.
3302 In caso di contestazione sulla classifica di un liquido infiammabile, deve essere accettato l'ordinale di classificazione proposto dal mittente se, durante una controprova di determinazione del punto di infiammabilità, si ottiene un risultato che non scarta di più di 2 °C dai limiti (rispettivamente 23 °C e 61 °C) fissati al marg. 2301. Se lo scarto è superiore a 2 °C, si deve procedere ad una seconda controprova e si deve ritenere valido il più elevato tra i valori.
Prova per determinare il tenore di perossido
3303 La determinazione del tenore di perossido in un liquido si deve fare come segue:
Si versa in un matraccio di Erlenmeyer una massa «p» (di circa 5 g, pesata con precisione 0,01 g) del liquido da titolare; si aggiungono 20 cm3 di anidride acetica e circa 1 g di ioduro di potassio solido polverizzato; si agita il matraccio e, dopo 10 minuti, lo si scalda a 60 °C per 3 minuti. Dopo averlo lasciato raffreddare per 5 minuti, si aggiungono 25 cm3 di acqua. Si lascia a riposo per mezz'ora, poi si titola lo iodio liberato per mezzo di una soluzione decinormale di iposolfito di sodio, senza addizionare indicatore; la decolorazione totale indica la fine della reazione. Se «n» è il numero di cm3 di soluzione di iposolfito necessari, la percentuale di perossido (espressa come H2O2), che contiene il campione è ottenuta dalla formula:
>NUM>17 n,
>DEN>100 p
Prova per determinare la combustibilità
3304 (1) Il presente metodo serve a determinare se la materia, quando è riscaldata nelle condizioni previste ed esposte da una sorgente esterna di infiammazione applicata secondo le modalità normalizzate, alimenta la combustione.
(2) Principio: un blocco di metallo provvisto di cavità (destinata a ricevere il prelievo di prova) è riscaldato fino ad una temperatura prescritta. Un certo volume della materia sottoposta alla prova è posto in questa cavità. Dopo applicazione e successivo ritiro di una fiamma normalizzata nelle condizioni prescritte, si nota l'attitudine della materia ad alimentare la combustione.
(3) Apparecchiatura: si utilizza un blocco in lega di alluminio o in altro metallo resistente alla corrosione e di elevata conducibilità termica. Il blocco presenta una cavità concava ed un foro dove è inserito un termometro. Un piccolo becco di gas ruotante è montato sul blocco. La manovella e l'alimentazione del becco di gas possono essere disposti secondo un angolo qualunque in rapporto al becco di gas. Un esempio di apparecchiatura è rappresentata in figura 1 e le dimensioni principali sono indicate alle figure 1 e 2.
È necessario il seguente equipaggiamento:
a) Calibro: permette di verificare che l'altezza compresa tra l'asse del becco di gas e la parte superiore della cavità per la prova sia di 2,2 mm (vedere fig. 1);
b) Termometro a mercurio in vetro, per l'utilizzo in posizione orizzontale, di sensibilità almeno uguale ad 1 mm/°C, o ogni altro dispositivo di misura di temperatura avente sensibilità equivalente graduato in 0,5 °C. Quando il termometro è inserito nel blocco, il suo serbatoio deve essere circondato da un materiale termoplastico che conduce il calore;
c) Placca riscaldante, con dispositivo di regolazione della temperatura (possono essere utilizzati altri sistemi con regolazione della temperatura per riscaldare il blocco metallico);
d) Cronometro, o altro apparecchio di misura del tempo;
e) Siringa che permetta di depositare un volume di liquido di 2 ml con una precisione di più o meno 0,1 ml; e
f) Sorgente di gas butano.
(4) Campionatura: il campione deve essere rappresentativo della materia da provare; deve essere lasciato e conservato in un recipiente ermeticamente chiuso. Per evitare la perdita dei componenti volatili, occorre limitare i trattamenti ai quali è sottoposto il campione al minimo necessario per assicurare la sua omogeneità. Il recipiente contenente il campione deve essere chiuso immediatamente dopo ogni prelievo di presa di prova. Se non è stato correttamente chiuso, occorrerà utilizzare un nuovo campione.
(5) Modo di operare: effettuare la determinazione in triplo.
AVVERTIMENTO. Non praticare la prova in un ambiente confinato di piccolo volume (per esempio una scatola per guanti), a causa dei rischi di esplosione.
a) È necessario che l'apparecchiatura sia installata in un locale senza correnti di aria (vedere avvertimento) ed al riparo dalla luce viva per facilitare l'osservazione di bagliori, fiamme, etc.
b) Installare il blocco sulla placca riscaldante (o riscaldare il blocco con ogni altro mezzo ritenuto conveniente) al fine di assicurare il mantenimento della sua temperatura, indicata dal termometro, al valore prescritto con uno scarto ammissibile di più o meno 1 °C. La temperatura di prova è 60,5 o 75 °C [vedere h)]. Correggere questa temperatura per tener conto dello scarto tra la pressione barometrica e la pressione atmosferica normale (101,3 kPa) aumentando o diminuendo la temperatura di prova di 1 °C per scarto di pressione di 4 kPa, secondo se la pressione è superiore o inferiore alla pressione normale. Assicurarsi che la faccia superiore del blocco sia perfettamente orizzontale. Verificare con l'ausilio di un calibro che la distanza tra il becco di gas in posizione di prova e la parte superiore della cavità per il provino sia uguale a 2,2 mm.
c) Porre il becco di gas fuori dalla posizione di prova (posizione 0) e accendere il gas. Regolare le dimensioni della fiamma, che deve aveve un'altezza compresa tra 8 mm e 9 mm ed un diametro di circa 5 mm.
d) Prelevare almeno 2 ml di campione contenuto nel recipiente con l'ausilio della siringa e deporre rapidamente una quantità di 2 ml più o meno 0,1 ml nella cavità del blocco di prova. Far partire immediatamente il cronometro.
e) Dopo 60 secondi di riscaldamento, si suppone che la presa di prova abbia raggiunto la sua temperatura di equilibrio. Se il liquido non si è infiammato spontaneamente girare il becco di gas per portarlo sulla posizione di prova al di sopra del liquido. Mantenerlo in questa posizione per 15 secondi, e poi ricondurlo nella posizione 0 osservando il comportamento della presa di prova. La fiamma del becco di gas deve essere mantenuta accesa durante tutta la durata della prova.
f) Per ognuna delle prove, osservare ed annotare:
i) l'esistenza o l'assenza di infiammazione, di combustione mantenuta o di bagliori prima della messa in posizione del becco di gas;
ii) l'infiammazione o meno della presa di prova quando il becco di gas è in posizione di prova e, se si produce l'infiammazione, la durata della combustione dopo il ritiro della fiamma.
g) Se il metodo di interpretazione descritto al paragrafo (6) porta a concludere all'assenza di combustione mantenuta, ripetere l'insieme delle operazioni su una nuova presa di prova, ma con un tempo di riscaldamento di 30 secondi.
h) Se il metodo di interpretazione descritto al paragrafo (6) porta a concludere all'assenza di combustione mantenuta ad una temperatura di prova di 60,5 °C, ripetere l'insieme delle operazioni su una nuova presa di prova, ad una temperatura di prova di 75 °C.
(6) Interpretazione delle osservazioni: al termine della prova, la materia deve essere classificata come mantenente la combustione o non mantenente la combustione. Si considera che si è in presenza di combustione mantenuta, per l'una o l'altra delle durate di riscaldamento se viene osservato su almeno una delle due prese di prova uno dei seguenti fenomeni:
a) infiammazione e combustione mantenute dalla presa di prova quando la fiamma del becco è in posizione 0;
b) infiammazione della presa di prova quando la fiamma del becco di gas è in posizione di prova, mantenuta per 15 secondi, e continuazione della combustione per più di 15 secondi, dopo il ritorno della fiamma in posizione 0.
Dei bagliori intermittenti non possono essere interpretati come combustione mantenuta. Al termine di 15 secondi, è normalmente possibile dire con certezza se la combustione è cessata o se continua. In caso di dubbio, la materia deve essere considerata come mantenente la combustione.
c) le materie sono considerate come materie che non mantengono la combustione se il loro punto di infiammazione secondo la norma ISO 2592: 1973 è superiore a 100 °C o ancora se si tratta di soluzioni miscibili il cui tenore di acqua è superiore al 90 % in massa.
Disegno e dimensioni dell'apparecchio per la prova di combustibilità
per determinare la combustibilità di liquidi infiammabili
Figura 1 - Apparecchiatura per la prova di combustibilità
Figura 2 - Cannello del gas e fiamma pilota
B. PROVA PER DETERMINARE LA FLUIDITÀ
3310 Per determinare la fluidità delle materie e miscele liquide o viscose della classe 3 come pure delle materie pastose della classe 4.1, si applica il seguente metodo di prova:
a) Apparecchio di prova
Penetrometro commerciale secondo la norma ISO 2137-1985 con una asta guida da 47,5 g ± 0,05 g; disco forato di duralluminio con fori conici, avente massa di 102,5 g ± 0,05 g (ved fig. 3); recipiente di penetrazione, destinato a ricevere il campione, avente diametro interno da 72 mm a 80 mm.
b) Procedura di prova
Si versa il campione nel recipiente di penetrazione almeno una mezz'ora prima della misura. Dopo aver chiuso ermeticamente il recipiente, lo si lascia a riposo fino alla misura. Si scalda il campione nel recipiente di penetrazione, chiuso ermeticamente, fino a 35 °C ± 0,5 °C, poi lo si pone sul piatto del penetrometro poco prima della misura (al massimo 2 minuti). Si applica allora il centro S del disco forato sulla superficie del liquido e si misura la profondità di penetrazione in funzione del tempo.
c) Valutazione dei risultati di prova
Una materia non è sottoposta alle condizioni della classe 3, ma a quelle della classe 4.1 dell'ADR se, una volta che il centro S è stato sistemato sulla superficie del campione, la penetrazione indicata dal quadrante di misura:
i) è inferiore a 15,0 mm ± 0,3 mm, dopo una durata di carico di 5 s ± 0,1 s, oppure;
ii) è superiore a 15,0 mm ± 0,3 mm, dopo una durata di carico di 5 s ± 0,1 s, ma dopo un nuovo periodo di 55 s ± 0,5 s, la penetrazione supplementare è inferiore a 5 mm ± 0,5 mm.
Nota: Nel caso di campioni aventi un punto di scolamento, è sovente impossibile ottenere una superficie a livello costante nel recipiente di penetrazione e, per conseguenza, stabilire chiaramente le condizioni iniziali di misura per il contatto con il centro S. Inoltre, per alcune materie, l'impatto del disco forato può provocare una deformazione elastica della superficie, il che, nei primi secondi, dà l'impressione di una penetrazione più profonda. In questi casi, può essere appropriato valutare i risultati secondo b).
Figura 3 - Penetrometro
C. PROVE RELATIVE ALLE MATERIE SOLIDE INFIAMMABILI DELLA CLASSE 4.1
Metodi di prova per le materie solide facilmente infiammabili
3320 (1) Prova preliminare di selezione
a) La materia, sotto la sua forma commerciale, deve essere sagomata in una striscia o banda di polvere continua di circa 250 mm di lunghezza, 20 mm di larghezza e 10 mm di altezza su una placca di supporto fredda, non porosa e di debole conduttività termica.
b) Una fiamma calda (temperatura minima di 1 000 °C) prodotta da un bruciatore a gas (diametro minimo 5 mm) è applicata ad una estremità della striscia di polvere fino a che questa si infiammi, o durante 2 minuti al massimo (5 minuti per le polveri di metalli e leghe). Si deve annotare se la combustione si propaga sui 200 mm della polvere durante i 2 minuti di prova (o 20 minuti per le polveri metalliche).
c) Se la materia non si infiamma e non propaga la combustione con o senza fiamma sui 200 mm della polvere durante i 2 minuti (o i 20 minuti) di prova, essa non deve essere classificata come materia solida infiammabile e nessun'altra prova è necessaria.
d) Se la materia propaga la combustione sui 200 mm della polvere in meno di 2 minuti, o in meno di 20 minuti per le polveri metalliche, si deve allora applicare integralmente la seguente procedura di prova.
(2) Prova di velocità di combustione
La classe 4.1 dovrebbe comprendere non tutte le materie che possono essere infiammate, ma unicamente quelle che bruciano rapidamente o quelle la cui combustione è particolarmente pericolosa, vi si devono quindi classificare solo le materie la cui velocità di combustione supera un certo valore limite. Si prende come criterio una durata di combustione di meno di 45 s misurata su una lunghezza di 100 mm secondo la procedura descritta al marg. 3320 (3). Si prova ad infiammare la materia nelle condizioni appresso definite e si misura la durata di combustione. Si umidifica il campione oltre la zona dove la velocità di combustione è misurata e si annota l'incidenza di questa umidificazione sulla propagazione della fiamma.
(3) Procedura di prova
a) La materia commerciale sotto forma di polvere o di granuli deve essere versata senza intasamento in uno stampo di 250 mm di lunghezza avente sezione triangolare le cui dimensioni interne sono di 10 mm di altezza e 20 mm di larghezza. Su entrambe le parti dello stampo, nel senso della lunghezza, due placche metalliche marcano i limiti laterali; esse superano di 2 mm il bordo superiore della sezione triangolare (ved. fig. 4 lo stampo e gli accessori per preparare il campione). Lasciar cadere lo stampo tre volte da una altezza di 2 cm su una superficie solida. Dopo aver tolto le placche laterali, sistemare la placca non combustibile, non porosa e di debole conduttività termica sullo stampo, girare l'apparecchio e togliere lo stampo. Se si tratta di materie pastose, spanderle su una superficie non combustibile formando un cordone di 250 mm di lunghezza e una sezione di circa 1 cm2. Ogni mezzo di accensione quali una piccola fiamma o un filo scaldato a più di 1 000 °C, si può utilizzare per infiammare il campione o il cordone ad una delle sue estremità. Nel caso di materie sensibili all'umidità, la prova deve essere eseguita il più rapidamente possibile, una volta che la materia è stata tolta dal suo recipiente.
b) Disporre il campione trasversalmente nel campo di tiro di una cappa da laboratorio chiusa. La velocità dell'aria deve essere sufficiente ad impedire ai fumi di sfuggire nel laboratorio; essa non deve essere modificata durante la prova. Uno schermo per il tiraggio può eventualmente essere installato attorno al dispositivo.
c) Si aggiunge al campione, da 30 a 40 mm oltre la zona di misura di 100 mm, 1 ml di una soluzione umidificante. Questa soluzione deve essere depositata goccia a goccia, sulla sommità del campione, e si deve verificare che tutta la sezione trasversale del campione sia umidificata senza che il liquido coli sui lati (). Il liquido deve essere applicato sulla più corta lunghezza possibile del campione, evitando ogni perdita dai lati. Questa parte della prova non si applica alle polveri metalliche.
d) Accendere una delle estremità del campione. Quando questo è bruciato su una lunghezza di 80 mm, misurare la velocità di combustione sui 100 mm seguenti. Annotare se la parte umidificata arresta o non la propagazione della fiamma. Eseguire la prova sei volte, utilizzando ogni volta una placca fredda pulita, salvo se si ottiene nel frattempo un risultato positivo.
Criteri di classificazione
3321 (1) Le materie in polvere, in granuli o in pasta sono da classificare nella classe 4.1 quando la durata di combustione determinata durante una o più prove, praticate secondo il metodo di prova descritto al marg. 3320 (2) è inferiore a 45 s o se la velocità di combustione è superiore a 2,2 mm/s. Le polveri dei metalli e leghe sono da classificare in questa classe quando esse possono essere infiammate e se la reazione si estende su tutta la lunghezza del campione in 10 minuti o meno.
(2) Assegnazione alle lettere dei differenti ordinali
a) È assegnata al gruppo a):
ogni materia solida, normalmente umidificata, che, se fosse allo stato secco, sarebbe classificata come materia esplosiva.
b) È assegnata al gruppo b):
ogni materia autoreattiva e ogni materia combustibile solida (diversa dalle polveri metalliche) che è provata conformemente al marg. 3320 e il cui tempo di combustione è inferiore a 45 s e la fiamma si propaga oltre la zona umidificata, come pure le polveri metalliche o leghe metalliche se la reazione si estende su tutta la lunghezza del campione in 5 minuti o meno.
c) È assegnata al gruppo c):
ogni materia combustibile solida (diversa dalle polveri metalliche) che è provata conformemente al marg. 3320 e il cui tempo di combustione è inferiore a 45 s e la zona umidificata ferma la propagazione della fiamma per almeno 4 minuti, come pure le polveri metalliche se la reazione si estende su tutta la lunghezza del campione in oltre 5 minuti.
d) Per le materie solide che possono causare un incendio per sfregamento o attivarlo, un gruppo nei differenti ordinali sarà assegnato per analogia a classificazioni esistenti o in conformità ad ogni particolare disposizione appropriata.
Figura 4
Stampo e accessori necessari per la confezione dei campioni
(tutte le dimensioni sono espresse in mm)
D. PROVE RELATIVE ALLE MATERIE SOGGETTE AD ACCENSIONE SPONTANEA DELLA CLASSE 4.2
3330 (1) Metodo di prova e modo di operare per le materie piroforiche solide
Versare da 1 à 2 cm3 del campione di materia polverulenta da una altezza di circa 1 m su una superficie non combustibile e osservare se la materia si accende durante la caduta e nei 5 minuti seguenti. Ripetere l'operazione sei volte, salvo se si ottiene nel frattempo un risultato positivo.
(2) Metodo di prova per le materie piroforiche liquide
La prova concernente le materie liquide deve essere effettuata in due parti, la prima per determinare se la materia si accende quando si aggiunge ad un supporto inerte e si esponga all'aria, la seconda se si è ottenuto un risultato negativo con la prima parte. La seconda parte deve determinare se la materia carbonizza o accende una carta da filtro.
(3) Modo di operare per le materie piroforiche liquide
a) Prima parte - Una capsula di porcellana di circa 10 cm di diametro è riempita per una altezza di circa 5 mm di terra di infusori o di gel di silice a temperatura ambiente. Versare circa 5 ml del liquido da provare nella capsula di porcellana che è stata preparata ed osservare se la materia si accende entro 5 minuti. Ripetere questa operazione sei volte, salvo se si ottiene nel frattempo un risultato positivo.
b) Seconda parte - Deporre, mediante una siringa, 0,5 ml del campione da provare su una carta da filtro Whatman n. 3, crespata, secca. La prova è eseguita a 25 °C ± 2 °C e ad una umidità relativa di 50 % ± 5 %. Si osserva se la carta da filtro si accende o carbonizza nei 5 minuti che seguono l'applicazione del liquido da provare. Ripetere questa operazione tre volte cambiando ogni volta la carta da filtro, salvo se si ottiene nel frattempo un risultato positivo.
Criteri di classificazione
3331 (1) Una materia solida deve essere classificata nella classe 4.2 e considerata come piroforica se il campione si accende durante una delle prove. Una materia liquida deve essere classificata nella classe 4.2 e considerata come piroforica se si accende durante la prima parte della prova o se la carta da filtro si accende o si carbonizza durante la seconda parte della prova.
(2) Assegnazione ad un gruppo nei differenti ordinali
Tutte le materie solide e liquide piroforiche sono assegnate al gruppo a).
3332 (1) Metodo di prova per le materie autoriscaldanti
Campioni cubici misuranti 2,5 cm e 10 cm di lato sono stoccati per 24 ore ad una temperatura costante e si osserva se la temperatura del campione supera 200 °C. (Questo metodo di prova è una versione modificata della prova in gabbia di Bowes-Cameron che è un metodo di prova di autoriscaldamento spontaneo per il carbone.)
(2) Modo di operare
a) Si utilizza un forno a circolazione di aria calda (stufa ventilata) con un volume interno superiore a 9 litri e la cui temperatura interna può essere regolata a 140 °C ± 2 °C.
b) Si impiegano porta-campioni cubici di 2,5 cm e 10 cm di lato in rete di filo di acciaio inossidabile a maglia di 0,053 mm (), aperta nella parte superiore. Ogni porta-campione è sistemato in una gabbia cubica in rete di filo di acciaio inossidabile a maglia di 0,595 mm (), di taglia leggermente superiore a quella del porta-campione, nella quale si adatti bene. Per evitare gli effetti della circolazione di aria, questa gabbia è alloggiata in un'altra gabbia in rete di acciaio inossidabile a maglia di 0,595 mm (), misurante 15 cm × 15 cm × 25 cm.
c) Si utilizzano termocoppie in cromel-allumel di 0,3 mm di diametro per misurare la temperatura, una delle quali sistemata al centro del campione e l'altra tra il porta-campione e la parete del forno. Le temperature sono misurate in modo continuo.
d) Il campione, in polvere o granuli, sotto forma commerciale, è versato a raso nel porta-campione che è battuto più volte. Se il campione si assesta, se ne aggiunge fino a raso bordo. Se supera il bordo, si rasa l'eccedente. Il porta-campione è alloggiato nella gabbia e sospeso al centro del forno.
e) La temperatura del forno è portata a 140 °C di temperatura di prova ed è mantenuta per 24 ore. Si registra la temperatura del campione. La prima prova è eseguita con un campione cubico di 10 cm. Si osserva se si produce una accensione spontanea o se la temperatura del campione supera 200 °C. Se si ottiene un risultato negativo, non è necessaria nessun'altra prova. Se si ottiene un risultato positivo, si procede ad una seconda prova con un campione cubico di 2,5 cm al fine di raccogliere i dati necessari per assegnare la materia ad un gruppo.
Criteri di classificazione
3333 (1) Una materia deve essere classificata nella classe 4.2 se, durante la prima prova con un campione cubico di 10 cm, si produce una accensione spontanea o la temperatura del campione supera 200 °C nel corso delle 24 ore della prova. Questo criterio è fondato sulla temperatura di accensione spontanea del carbone di legna che è di 50 °C per un campione cubico di 27 m3, e di 140 °C per un campione di 1 litro. Le materie la cui temperatura di accensione spontanea è superiore a 50 °C per 27 m3 non devono essere classificate nella classe 4.2.
(2) Assegnazione ai gruppi dei differenti ordinali
a) È assegnata al gruppo b):
ogni materia per la quale si ottiene un risultato positivo con il campione cubico di 2,5 cm.
b) È assegnata al gruppo c):
ogni materia per la quale si ottiene un risultato positivo con il campione cubico di 10 cm di lato ma un risultato negativo con un campione cubico di 2,5 cm.
E. PROVA RELATIVA ALLE MATERIE DELLA CLASSE 4.3, CHE, A CONTATTO CON L'ACQUA, SVILUPPANO GAS INFIAMMABILI
3340 (1) Metodo di prova
Questo metodo di prova permette di determinare se la reazione di una materia con l'acqua produce una quantità pericolosa di gas infiammabile. Essa si può applicare alle materie solide o liquide, ma non conviene per le materie piroforiche. La materia da provare, che deve essere nella sua forma commerciale, è messa in contatto con l'acqua a temperatura ambiente (20 °C). Se il gas sviluppato si accende spontaneamente in una fase qualunque della prova, non è necessario procedere ad altre prove.
(2) Modo di operare
a) Sistemare in una vasca piena di acqua distillata a 20 °C una piccola quantità (circa 2 mm di diametro) della materia da provare. Annotare i) se si ha sviluppo di gas e ii) se il gas si accende spontaneamente.
b) Deporre una piccola quantità della materia da provare (circa 2 mm di diametro) al centro di un filtro di carta galleggiante sull'acqua distillata a 20 °C, in un recipiente appropriato, per es. una capsula di 100 mm di diametro. La carta da filtro serve per mantenere la materia nello stesso punto, il che accresce la probabilità di accensione spontanea. Annotare i) se si ha sviluppo di gas e ii) se il gas si accende spontaneamente.
c) Disporre la materia in campione di circa 2 cm di altezza e 3 cm di diametro, al sommo del quale si pratica un incavo. Aggiungere qualche goccia di acqua nell'incavo e annotare i) se si ha svilupo di gas e ii) se il gas si accende spontaneamente.
d) Se si tratta di una materia solida, ispezionare il collo per determinare la presenza di ogni polvere di granulometria inferiore a 500 ìm. Se questa polvere rappresenta più dell'1 % (in massa) del totale, o se la materia è friabile, tritare l'insieme del campione in polvere prima della prova per tener conto di una riduzione della granulometria durante la manipolazione ed il trasporto. Se non è questo il caso, utilizzare la materia nella sua forma commerciale, come per le materie liquide. Eseguire la prova a temperatura ambiente (20 °C) e alla pressione atmosferica, in tre riprese.
e) Versare l'acqua in un imbuto a rubinetto. Pesare una quantità di materia sufficiente (25 g al massimo) per ottenere tra 100 e 250 cm3 di gas e deporla in una beuta conica. Aprire il rubinetto dell'imbuto, lasciare colare l'acqua nella beuta conica e iniziare il cronometraggio. Misurare il volume di gas sviluppato mediante qualsiasi mezzo appropriato. Annotare il tempo trascorso fino a che tutto il gas sia sviluppato e prendere ugualmente, per quanto possibile, misure della quantità intermedia. Lo sviluppo di gas è calcolato su sette ore, ad intervalli di 1 ora. Se fluttua o aumenta dopo 7 ore, prolungare la misura fino ad una durata massima di 5 giorni. Si può fermare la prova di 5 giorni se la quantità diviene regolare o diminuisce regolarmente e se si sono raccolti dati sufficienti per poter assegnare la materia ad un gruppo o per poter decidere se non è da classificare nella classe 4.3. Se non si conosce l'identità chimica del gas, si deve provare la sua infiammabilità.
Criteri di classificazione
3341 (1) Una materia deve essere classificata nella classe 4.3 se si accende spontaneamente in una qualunque fase della prova o se la quantità oraria di gas infiammabile è superiore a 1 litro per chilogrammo di materia.
(2) Assegnazione ai gruppi dei differenti ordinali
a) È assegnata al gruppo a):
ogni materia che reagisce energicamente con l'acqua a temperatura ambiente e produce un gas generalmente suscettibile di accendersi spontaneamente, o ancora che reagisce facilmente con l'acqua a temperatura ambiente, con un vigore tale che la quantità di gas infiammabile sviluppata in un minuto è uguale o superiore a 10 litri per chilogrammo di materia;
b) È assegnata al gruppo b):
ogni materia che reagisce facilmente con l'acqua a temperatura ambiente sviluppando un gas infiammabile con una quantità oraria massima uguale o superiore a 20 litri per chilogrammo di materia, e che non risponde ai criteri del gruppo a);
c) È assegnata al gruppo c):
ogni materia che reagisce lentamente con l'acqua a temperatura ambiente sviluppando un gas infiammabile con una quantità oraria massima uguale o superiore a 1 litro per chilogrammo di materia, e che non risponde ai criteri dei gruppi a) o b).
F. PROVA RELATIVA ALLE MATERIE COMBURENTI SOLIDE DELLA CLASSE 5.1
3350 (1) Metodo di prova
Questo metodo di prova serve a determinare l'attitudine di una materia solida ad accrescere la velocità di combustione o l'intensità di combustione di una materia combustibile con la quale è mescolata in modo omogeneo. Ogni materia esaminata deve essere oggetto di due prove, la prima con un rapporto campione/segatura di 1 a 1, in massa, la seconda con un rapporto campione/segatura di 4 a 1, in massa. Le caratteristische di combustione di ciascuna delle due miscele sono comparate con quelle di una miscela testimone di 1 a 1, in massa, di persolfato di ammonio/segatura.
(2) Modo di operare
a) Le materie di riferimento sono il persolfato di ammonio, il perclorato di potassio e il bromato di potassio. Queste materie deveno passare attraverso un setaccio a magli di meno di 0,3 mm, e non devono essere macinate. Si fanno asciugare le materie di riferimento per 12 ore a 65 °C e le si conservano in un essiccatore fino al momento di utilizzarle.
b) La materia combustibile utilizzata per questa prova è la segatura di conifere che deve passare attraverso un setaccio a maglie di meno di 1,6 mm e contenere meno del 5 % di acqua in massa. Si può se necessario disporla in strato di meno di 25 mm di spessore, seccarla a 105 °C per 4 ore e conservarla in essiccatore fino all'utilizzo.
c) Si prepara 30,0 g ± 0,1 g di miscela composta dalla materia di riferimento e dalla segatura di legno in rapporto 1 a 1, in massa. Si preparano due campioni, ciascuno di 30,0 g ± 0,1 g di miscela composta dalla materia da provare, della stessa granulometria per il trasporto, e dalla segatura di legno in rapporto 1 a 1 e 4 a 1, in massa. Ogni miscela deve esere mescolata meccanicamente senza forza eccessiva ed essere anche omogenea per quanto possibile.
d) La prova deve essere effettuata in corrente di aria o in un luogo equipaggiato con ventilatore.
e) Alla pressione atmosferica normale, le condizioni devono essere le seguenti: temperatura, 20 °C ± 5 °C, umidità, 50 % ± 10 %.
f) Con ciascuna delle miscele, si sistema su una superficie fredda, impermeabile e di debole conduttività termica, un piccolo campione conico di circa 70 mm di diametro di base e di 60 mm di altezza. L'accensione si effettua mediante un filo di metallo inerte a forma di anello tondo di 40 mm di diametro infilato all'interno del campione, ad 1 mm sopra la superficie di prova. Il filo è scaldato elettricamente a 1 000 °C fino a che siano osservati i primi segni di accensione o che sia evidente che il campione non si può accendere. La corrente elettrica è tolta al momento dell'inizio della combustione.
g) Si annota il tempo trascorso tra i primi segni visibili di accensione e la fine di ogni reazione: fumo, fiamma, incandescenza.
h) La prova è eseguita tre volte per ognuna delle proporzioni della miscela.
Criteri di classificazione
3351 (1) Una materia deve essere classificata nella classe 5.1 se, per una o l'altra delle concentrazioni provate, la durata media di combustione della segatura, media stabilita sulle tre prove, è inferiore o uguale alla durata media di combustione della miscela segatura/persolfato di ammonio.
(2) Assegnazione ai gruppi dei differenti ordinali
a) È assegnata al gruppo a):
ogni materia che, per l'una o l'altra delle concentrazioni provate, ha una durata di combustione inferiore a quella della miscela bromato di potassio/segatura.
b) È assegnata al gruppo b):
ogni materia che, per l'una o l'altra delle concentrazioni provate, ha una durata di combustione uguale o inferiore a quella della miscela perclorato di potassio/segatura e che non risponde ai criteri del gruppo a).
c) È assegnata al gruppo c):
ogni materia che, per l'una o l'altra delle concentrazioni provate, ha una durata di combustione uguale o inferiore a quella della miscela persolfato di ammonio/segatura e che non risponde ai criteri dei gruppi a) o b).
G. PROVE PER DETERMINARE L'ECOTOSSICITÀ, LA PERSISTENZA E LA BIOACCUMULAZIONE DI MATERIE NELL'AMBIENTE ACQUATICO IN VISTA DELLA LORO CLASSIFICAZIONE ALLA CLASSE 9
Nota: I metodi di prova utilizzati devono corrispondere a quelli adottati dall'Organizzazione di Cooperazione e di Sviluppo Economico (OCDE) e dalla Commissione delle Comunità europee. In caso in cui siano utilizzati altri metodi, dovrà obbligatoriamente trattarsi di altri metodi internazionalmente riconosciuti, equivalenti a quelli utilizzati dall'OCDE e dalla Commissione delle Comunità Europee, e definiti nei processi-verbali delle prove.
3390 Tossicità acuta per i pesci
Questa prova ha lo scopo di determinare la concentrazione che provoca una mortalità del 50 % nella specie sottoposta a prova. Si tratta del valore CL50, per sapere la concentrazione della materia nell'acqua che provoca la morte del 50 % del gruppo di pesci sottoposti alla prova per una durata continuativa di almeno 96 ore. Le specie di pesci appropriate sono le seguenti: barbo rigato (Brachydanio rerio), vairone dalla testa grossa (Pimephales promelas) e trota arcobaleno (Oncorhynchus mykiss).
I pesci sono esposti alla materia sottoposta a prova aggiunta all'acqua a concentrazioni variabili (più un vaso campione). Dei rilievi sono effettuati almeno ogni 24 ore. Allo scadere del periodo di esposizione di 96 ore e, se possibile, in occasione di ogni rilievo, si calcola la concentrazione che ha provocato la morte del 50 % dei pesci. Si determina inoltre il tasso di concentrazione senza effetto (NOEC) osservato durante 96 ore.
3391 Tossicità acuta per le dafnie
Questa prova ha lo scopo di determinare la concentrazione effettiva di materia nell'acqua che rende il 50 % delle dafnie incapaci di nuotare (CE50). Gli organismi appropriati per la prova sono la dafnia magna e la dafnia pulex. Le dafnie sono esposte per 48 ore alla materia sottoposta alla prova che è aggiunta all'acqua a concentrazioni variabili. Si determina anche il tasso di concentrazione senza effetto (NOEC) osservato durante 48 ore.
3392 Inibizione alla crescita delle alghe
Questa prova ha lo scopo di determinare l'effetto di un prodotto chimico sulla crescita delle alghe nelle condizioni normalizzate. Durante 72 ore si compara la modifica della biomassa e il tasso di crescita delle alghe nelle stesse condizioni, ma in assenza del prodotto chimico sottoposto alle prove. Si ottiene così la concentrazione effettiva che riduce del 50 % il tasso di crescita delle alghe (CI50r) ma anche la formazione della biomassa (CI50b).
3393 Prove di biodegradabilità facile
Queste prove hanno lo scopo di determinare il grado di biodegradazione nelle condizioni aerobiche normalizzate. La materia sottoposta alla prova è aggiunta in deboli concentrazioni a un brodo di coltura contenente batteri aerobici. Si osserva l'evoluzione della degradazione durante 28 giorni determinando il parametro specificato nel metodo di prova. Esistono diversi metodi equivalenti. I parametri comprendono la diminuzione di carbonio organico disciolto (COD), il rilascio di anidride carbonica (CO2) e la dispersione di ossigeno(O2).
Una materia è considerata facilmente biodegradabile se al massimo in 28 giorni i seguenti criteri sono soddisfatti - meno di 10 giorni dopo che il tasso di degradazione abbia raggiunto il 10 % per la prima volta:
Diminuzione del COD: 70 %
Sviluppo di CO2: 60 % della produzione teorica di CO2
Dispersione di O2: 60 % della richiesta teorica di O2
Se i criteri sopra esposti non sono soddisfatti, la prova può essere continuata oltre i 28 giorni, ma in tale caso il risultato rappresenterà la biodegradabilità fondamentale della materia sottoposta alla prova. Ai fini della classificazione, è normalmente richiesto il risultato della degradabilità «facile».
Quando sono conosciute solamente la DCO e la DBO5, la materia sottoposta a prova è considerata facilmente biodegradabile se il rapporto DBO5/DCO è superiore o uguale a 0,5.
La DBO (richiesta biochimica di ossigeno) si definisce come la massa di ossigeno disciolto necessaria al processo di ossidazione biochimico di un volume specifico di soluzione della materia nelle condizioni prescritte. Il risultato è espresso in grammi di DBO per grammo di materia sottoposto alla prova. La prova che dura normalmente 5 giorni, è effettuata secondo una procedura di prova nazionale normalizzata.
La DCO (richiesta chimica di ossigeno) serve a misurare l'ossidabilità di una materia espressa come quantità equivalente di ossigeno di un reagente ossidante consumato dalla materia nelle condizioni di laboratorio determinate. I risultati sono espressi in grammi di DCO per grammo di materia. Si può utilizzare una procedura di prova nazionale normalizzata.
3394 Prove per la capacità di bioaccumulazione
(1) Queste prove hanno lo scopo di determinare la capacità di bioaccumulazione per mezzo del rapporto in equilibrio tra la concentrazione (c) della materia nel solvente e quella nell'acqua, e del fattore di bioconcentrazione (BCF).
(2) Il rapporto in equilibrio tra la concentrazione (c) di una materia in un solvente e quella nell'acqua si esprime normalmente in log10. Il solvente deve avere una miscibilità trascurabile e la materia non deve ionizzarsi nell'acqua. Il solvente normalmente utilizzato è lo n-ottanolo.
Nel caso delle n-ottanolo e dell'acqua, il risultato è il seguente:
log Pow = log10 [c°/cw]
dove Pow è il coefficiente di ripartizione ottenuto dividendo la concentrazione della materia nello n-ottanolo (c°) per la concentrazione della materia nell'acqua (cw).
Se il log Pow ≥ 3,0 la materia ha una capacità di bioaccumulazione.
(3) Il fattore di bioconcentrazione (BCF) si definisce come il rapporto tra la concentrazione di materia sottoposta a prova sui pesci sottoposti alla prova (cf) e la concentrazione nell'acqua sottoposta a prova (cw) nello stato stabile:
BCF = (cf)/(cw)
Il principio della prova consiste nell'esporre i pesci alla materia sottoposta a prova, in soluzione o in dispersione nell'acqua a concentrazioni conosciute. Le prove possono essere effettuate in flusso continuo o secondo la procedura statica o semi-statica, secondo la procedura scelta, in funzione delle proprietà della materia sottoposta a prova. I pesci sono esposti alla materia sottoposta a prova per un dato periodo, seguito da un periodo senza ulteriore esposizione. Durante il secondo periodo si misura l'aumento della materia sottoposta a prova nell'acqua, cioè il tasso di escrezione o di depurazione.
(Le varie procedure di prova dettagliate e il metodo di calcolo del fattore di bioconcentrazione sono spiegate nelle Linee direttrici dell'OCDE per le prove di prodotti chimici, metodi da 305A a 305E, 12 maggio 1981.)
(4) Una materia può avere un log Pow uguale o superiore a 3 ed un fattore di bioconcentrazione inferiore a 100. Quanto sopra indicherebbe una capacità di bioaccumulazione debole, addirittura nulla. In caso di dubbio il fattore di bioconcentrazione prevale sul log Pow, come indicato nel grafico riprodotto nel marginale 3396.
Criteri
3395 Una materia può essere considerata come inquinante dell'ambiente acquatico se è soddisfatto uno dei seguenti metodi:
il più debole dei valori della CL50 durante 96 ore per i pesci, della CE50 durante 48 ore per le dafnie o della CI50 durante 72 ore per le alghe:
- è inferiore o uguale a 1 mg/l,
- è superiore a 1 mg/l ma ingeriore o uguale a 10 mg/l e la materia non è facilmente biodegradabile,
- è superiore ad i 1 mg/l ma inferiore od uguale a 10 mg/l, ed il log Pow è superiore o uguale a 3,0 (eccetto se il fattore di bioconcentrazione determinato sperimentalmente è inferiore od uguale a 100).
3396 Procedura da seguire
APPENDICE A.4
3499 Riservata.
APPENDICE A.5 CONDIZIONI GENERALI DI IMBALLAGGIO: TIPI, ESIGENZE E PRESCRIZIONI RELATIVE ALLE PROVE SUGLI IMBALLAGGI
Nota: Queste prescrizioni sono applicabili agli imballaggi contenenti materie e oggetti delle classi 1, 3, 4.1, 4.2, 4.3, 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 8, 9.
Sezione I
Condizioni generali di imballaggio
3500 (1) Gli imballaggi devono essere costruiti e chiusi in modo da evitare, quando il collo sia pronto per la spedizione, ogni dispersione del contenuto che possa avvenire nelle normali condizioni di trasporto, in particolare a causa di vibrazioni o di cambiamenti di temperatura, umidità o pressione. Nessuna materia pericolosa deve aderire all'estermo dei colli. Queste disposizioni sono applicabili sia agli imballaggi nuovi sia a quelli riutilizzati.
(2) Le parti degli imballaggi che sono direttamente a contatto con le materie perticolose non devono essere alterate da queste per azione chimica o per una eventuale altra causa; dette parti devono essere munite, se del caso, di un rivestimento interno appropriato o devono aver subito un adeguato trattamento. Queste parti degli imballaggi non devono avere costituenti suscettibili di reagire pericolosamente con il contenuto, di formare materie pericolose o di indebolire gli imballaggi stressi in modo apprezzabile.
(3) Ogni imballaggio, ad eccezione degli imballaggi interni degli imballaggi combinati, deve essere conforme ad un tipo di costruzione provato ed approvato secondo le prescrizioni enunciate nella Sezione IV. Gli imballaggi fabbricati in serie devono essere conformi ad un tipo di costruzione approvato.
(4) Quando gli imballaggi sono riempiti con dei liquidi, è necessario lasciare un margine di riempimento sufficiente a garantire che non si verifichi dispersione di liquido, né deformazione permanente dell'imballaggio in seguito a dilatazione del liquido per effetto delle temperature che si possono raggiungere durante il trasporto. Salvo disposizioni contrarie previste nelle differenti classi, il grado di riempimento massimo, basato su una temperatura di riempimento di 15 °C, non deve superare:
a)
oppure:
b) Grado di riempimento (% della capacità dell'imballaggio) = >NUM>98
>DEN>1 + á (50-tf)
In questa formula á rappresenta il coefficiente medio di dilatazione cubica del liquido tra 15 °C e 50 °C, vale a dire per una variazione massima della temperatura di 35 °C.
á è calcolato secondo la formula á = >NUM>d15 P d50
>DEN>35 × d50
d15 e d50 sono le densità relative () del liquido a 15 °C e 50 °C,
tf è la temperatura media del liquido all'atto del riempimento.
(5) Gli imballaggi interni devono essere sistemati nell'imballaggio esterno di modo da evitare, nelle normali condizioni di trasporto, la loro rottura, perforazione o la dispersione del contenuto nell'imballaggio esterno. Gli imballaggi interni suscettibili di rompersi o perforarsi facilmente, quali gli imballaggi di vetro, porcellana o gres o di alcune materie plastiche, ecc., devono essere sistemati nell'imballaggio esterno con interposizione di materiale d'imbottitura appropriato. Una perdita del contenuto non deve alterare in modo apprezzabile le proprietà protettrici dei materiali di imbottitura e dell'imballaggio esterno.
(6) Uno stesso imballaggio esterno non deve contenere imballaggi interni che contengano, a loro volta, materie diverse che possono reagire pericolosamente tra loro provocando:
a) una combustione e/o un forte sviluppo di calore;
b) uno sviluppo di gas infiammabile, tossico o asfissiante;
c) la formazione di materie corrosive; o
d) la formazione di materie instabili.
(Vedere anche le prescrizioni sull'imballaggio in comune delle diverse classi.)
(7) La chiusura degli imballaggi contenenti materie bagnate o diluite deve essere tale che la percentuale del liquido (acqua, solvente o flemmatizzante) non sia mai inferiore, durante il trasporto, ai limiti prescritti.
(8) Nel caso in cui in un imballaggio si possa sviluppare una sovrappressione in seguito a sviluppo di gas da parte del contenuto (a causa di un aumento della temperatura o per altri motivi), l'imballaggio può essere munito di uno sfiato purché il gas emesso non generi alcun pericolo per la sua tossicità, infiammabilità, quantità sviluppata, ecc. Lo sfiato deve essere concepito in modo da evitare perdite di liquido e penetrazione di sostanze estranee durante un trasporto effettuato in normali condizioni, considerando che l'imballaggio si trovi nella posizione prevista per il trasporto. Tuttavia, non si può trasportare una materia in un tale imballaggio se non nel caso in cui è prescritto uno sfiato per tale materia nelle condizioni di trasporto della classe corrispondente.
(9) Gli imballaggi nuovi, ricostruiti, riutilizzati o ricondizionati, devono poter superare le prove prescritte nella Sezione IV. Prima del riempimento e della consegna al trasporto, ogni imballaggio deve essere controllato e riconosciuto esente da corrosione, da contaminazione o da altri danni. Ogni imballaggio che presenti segni di un indebolimento in rapporto al tipo di costruzione approvato non deve più essere utilizzato o deve essere rimesso in sesto in modo da poter resistere alle prove sul tipo di costruzione.
(10) Gli imballaggi utilizzati per le materie liquide devono essere sottoposti ad una prova di tenuta stagna nel caso previsto al marg. 3560 e nelle condizioni del citato marginale.
(11) I liquidi devono essere caricati in imballaggi che hanno una resistenza sufficiente alla pressione interna che si può sviluppare nelle normali condizioni di trasporto. Gli imballaggi sui quali è riportata la pressione di prova idraulica come previsto al marg. 3512 (1) d) devono solamente essere riempiti con un liquido avente una tensione di vapore:
a) tale che la pressione manometrica totale nell'imballaggio (vale a dire la tensione di vapore della materia contenuta, più la pressione parziale dell'aria o di altri gas inerti, meno 100 kPa) a 55 °C, determinata sulla base di un grado di riempimento massimo conforme al paragrafo (4) e per una temperatura di riempimento di 15 °C, non superi i 2/3 della pressione di prova riportata, oppure
b) inferiore, a 50 °C, ai 4/7 della somma della pressione di prova riportata più 100 kPa, oppure
c) inferiore, a 55 °C, ai 2/3 della somma della pressione di prova riportata più 100 kPa.
(12) Gli imballaggi utilizzati per le materie solide che possono diventare liquide alle temperature che possono essere incontrate nel corso del trasporto devono anche essere in grado di contenere questa materia allo stato liquido.
(13) Gli imballaggi devono essere fabbricati e approvati secondo un programma di assicurazione di qualità che soddisfi l'autorità competente, così che ogni imballaggio fabbricato risponda perfettamente alle prescrizioni della presente appendice.
(14) Le prescrizioni enunciate nella sezione III sono basate sugli imballaggi attualmente utilizzati. Per tener conto del progresso scientifico e tecnico, è ammesso che si utilizzino imballaggi le cui specifiche differiscono da quelle della sezione III, a condizione che abbiano una uguale efficacia, che siano accettabili dalla autorità competente e che possano subire in modo soddisfacente le prove descritte nel paragrafo (10) e nella sezione IV.
Nota: 1. Nel caso di liquidi puri, la pressione di vapore a 55 °C (Vp55) può spesso essere ottenuta dalle tabelle pubblicate nella letteratura scientifica.
2. Le pressioni di vapore massime citate in b) e c) si riferiscono ai dati di base della formula.
3. Le pressioni di prova minime indicate nella tabella sono quelle che sono ottenute unicamente con l'applicazione delle indicazioni in c), ciò significa che la pressione di prova segnata deve essere una volta e mezza superiore alla pressione di vapore a 55 °C, meno 100 kPa. Quando per esempio la pressione di prova per il decano normale è determinata conformemente alle indicazioni del marg. 3554 (4) a), la pressione di prova minima che deve essere segnata può essere inferiore.
4. Nel caso di etere (1155) (gruppo di imballaggio I), la pressione di prova minima prescritta secondo il marg. 3554 (4) è di 250 kPa.
Sezione II
Tipi di imballaggio
Definizioni
3510 (1) Con riserva delle disposizioni particolari di ogni Classe possono essere utilizzati gli imballaggi citati qui di seguito:
Fusti:
imballaggi cilindrici a fondo piatto o bombato, di metallo, cartone, materia plastica, legno compensato o altra materia appropriata. Questa definizione comprende gli imballaggi aventi altre forme, per esempio gli imballaggi a sezione circolare con la parte superiore conica o gli imballaggi a forma di secchio. Non rientrano in questa definizione i barili di legno e le taniche.
Barili di legno: imballaggi di legno naturale, di sezione circolare, a pareti bombate, fabbricati con doghe e fondi, muniti di cerchi.
Taniche:
imballaggi di metallo o di materia plastica, di sezione rettangolare o poligonale, muniti di una o più aperture.
Casse:
imballaggi a pareti piene, rettangolari o poligonali, di metallo, di legno naturale, di legno compensato, di legno ricostituito, di cartone, di materia plastica o altro materiale appropriato. Delle piccole aperture possono esservi praticate per facilitare la movimentazione o l'apertura o per rispondere ai criteri di classificazione, a condizione di non compromettere l'integrità dell'imballaggio durante il trasporto.
Sacchi:
imballaggi flessibili di carta, di pellicola di materia plastica, di materia tessile, di tessuto o altro materiale appropriato.
Imballaggi compositi:
(materia plastica): imballaggi costituiti da un recipiente interno di materia plastica e da un imballaggio esterno (di metallo, cartone, legno compensato, ecc.). Una volta assemblati, tali imballaggi restano, in seguito, come un elemento indissociabile; come tale l'imballaggio è riempito, immagazzinato, spedito e vuotato.
Imballaggi compositi:
(vetro, porcellana, gres): imballaggi costituiti da un recipiente interno di vetro, porcellana o gres e da un imballaggio esterno (di metallo, legno, cartone, materia plastica, materia plastica espansa, ecc.). Una volta assemblati, tali imballaggi restano, in seguito, come un elemento indissociabile; come tale l'imballaggio è riempito, immagazzinato, spedito e vuotato. Deve subire le prove previste ai marg. 3552 (1) a) o b), 3553 e 3554.
Imballaggi
combinati:
combinazione di imballaggi per il trasporto, costituita da uno o più imballaggi interni sistemati in un imballaggio esterno come prescritto dal marg. 3500 (5).
Imballaggi
ricondizionati:
imballaggio, in particolare un fusto metallico:
i) ripulito in modo che i materiali costruttivi ritrovino il loro aspetto iniziale, con i vecchi contenuti completamente eliminati, come pure la corrosione interna ed esterna, i rivestimenti esterni e le etichette;
ii) restaurato nella sua forma e nel suo profilo originale con i bordi (se ricorre il caso) raddrizzati e resi stagni, e tutti i giunti di tenuta che non fanno parte integrante dell'imballaggio sostituiti;
iii) ispezionato dopo aver subito la ripulitura ma prima di essere ridipinto; devono essere rifiutati gli imballaggi che presentano buchini visibili, una riduzione importante dello spessore del materiale, una fatica del metallo, filetti o chiusure danneggiate o altri difetti importanti.
Imballaggio
ricostruito: imballaggio, in particolare un fusto metallico:
i) che abbia come risultato la produzione di un tipo di imballaggio ONU che risponde alle disposizioni della presente appendice a partire da un tipo non conforme a queste disposizioni;
ii) che abbia come risultato la trasformazione di un tipo di imballaggio ONU che risponde alle disposizioni della seguente appendice in un altro tipo conforme alle stesse disposizioni; o
iii) del quale alcuni elementi facenti parte integrante dell'ossatura (quali le parti superiori non amovibili) sono stati sostituiti.
I fusti ricostruiti sono sottoposti alle prescrizioni della presente appendice che si applica ai fusti nuovi dello stesso tipo.
Imballaggio
riutilizzato: imballaggio che dopo esame è stato dichiarato esente da difetti che possono inficiare la sua attitudine a subire le prove di funzionamento; questa definizione include in particolare quelli che sono riempiti di nuovo con merci compatibili, identiche o analoghe, e trasportati all'interno di catene di distribuzione che dipendono dallo speditore del prodotto.
(2) Con riserva delle disposizioni particolari di ogni Classe, possono essere ugualmente utilizzati i seguenti imballaggi:
Imballaggi compositi: (vetro, porcellana, gres): a condizione che abbiano subito le prove prescritte al marg. 3552 (1) e).
Imballaggi
metallici leggeri: imballaggi a sezione circolare, ellittica, rettangolare o poligonale (anche conici), così come imballaggi con la parte superiore conica o a forma di secchio, di latta o di metalli leggeri aventi uno spessore delle pareti inferiore a 0,5 mm, a fondo piatto o bombato, muniti di una o più aperture e non previsti dalle definizioni date per i fusti e le taniche al marginale 3510 (1).
(3) Le seguenti definizioni si applicano agli imballaggi enumerati ai paragrafi (1) e (2):
Collo: prodotto finale dell'operazione di imballaggio pronto per la spedizione, costituito dall'imballaggio stesso con il suo contenuto.
Capacità massima: (come menzionata nella Sezione III) volume interno massimo dei recipienti o degli imballaggi, espresso in litri.
Chiusura: dispositivo che serve a chiudere l'apertura di un recipiente.
Imballaggio: recipiente e ogni altro elemento o materiale necessario per permettere al recipiente di soddisfare la sua funzione di contenimento.
Imballaggio esterno: protezione esterna di un imballaggio composito o di un imballaggio combinato, con i materiali assorbenti, di riempimento e ogni altro elemento necessario per contenere e proteggere i recipienti interni o gli imballaggi interni.
Imballaggio interno: imballaggio che deve essere munito di un imballaggio esterno per il trasporto.
Imballaggio stagno
ai pulverulenti: imballaggio che non lascia passare contenuti secchi, comprese le materie solide finemente polverizzate prodotte durante il trasporto.
Massa netta massima: massa netta massima del contenuto di un imballaggio unico o massa combinata massima degli imballaggi interni e del loro contenuto, espressa in kg.
Recipiente: involucro di contenimento destinato a ricevere o a contenere materie o oggetti, ivi compresi i mezzi di chiusura, qualunque essi siano.
Recipiente interno: recipiente che deve essere munito di un imballaggio esterno per soddisfare la sua funzione di contenimento.
Nota: L'«elemento interno» degli «imballaggi combinati» si definisce sempre «imballaggio interno» e non «recipiente interno». Una bottiglia di vetro è un esempio di tale genere di «imballaggio interno». L'«elemento interno» di un «imballaggio composito» si definisce normalmente «recipiente interno». Per esempio l'«elemento interno» di un imballaggio composito di tipo 6HA1 (materia plastica) è un «recipiente interno» di tal genere, poiché non è normalmente concepito per soddisfare una funzione di «contenimento» senza il suo «imballaggio esterno» e pertanto non si tratta dunque di un «imballaggio interno».
Codificazione dei tipi di costruzione degli imballaggi secondo il marg. 3510 (1) e (2)
3511 (1) Il codice è costituito da:
- un numero arabo indicante il genere di imballaggio, per esempio fusto, tanica, ecc.;
- una o più lettere maiuscole in caratteri latini indicanti il materiale: acciaio, legno, ecc.;
- se necessario, un numero arabo indicante la categoria dell'imballaggio inquadrabile nel genere al quale questo imballaggio appartiene.
Nel caso di imballaggi compositi, si devono utilizzare due lettere maiuscole in caratteri latini. La prima indica il materiale del recipiente interno e la seconda quella dell'imballaggio esterno.
Nel caso di imballaggi combinati, si deve utilizzare solo il codice indicante l'imballaggio esterno.
Il genere di imballaggio è indicato dalle seguenti cifre:
1. Fusto
2. Barile di legno
3. Tanica
4. Cassa
5. Sacco
6. Imballaggio composito
0. Imballaggio metallico leggero
Il materiale è indicato dalle seguenti lettere maiuscole:
A. Acciaio (comprende tutti i generi e tutti i trattamenti superficiali)
B. Alluminio
C. Legno naturale
D. Legno compensato
F. Legno ricostituito
G. Cartone
H. Materia plastica, compresa la materia plastica espansa
L. Materia tessile
M. Carta, multifoglio
N. Metallo (escluso l'acciaio o l'alluminio)
P. Vetro, porcellana, gres.
(2) Nelle prescrizioni particolari di ogni Classe sono previsti tre gruppi d'imballaggio, in funzione del grado di pericolo che presenta la materia da trasportare:
Gruppo d'imballaggio I: per le materie del Gruppo a),
Gruppo d'imballaggio II: per le materie del Gruppo b),
Gruppo d'imballaggio III: per le materie del Gruppo c)
negli ordinali di enumerazione delle materie.
Il codice d'imballaggio è seguito, nella marcatura, da una lettera indicante i gruppi di materie per le quali il tipo di costruzione è approvato:
X imballaggi per le materie dei gruppi d'imballaggio I, II e III
Y imballaggi per le materie dei gruppi d'imballaggio II e III
Z imballaggi per le materie del gruppo d'imballaggio III.
Marcatura
Nota: La marcatura sull'imballaggio indica che questo corrisponde ad un tipo di costruzione che ha superato le prove e che è conforme alle disposizioni di questa appendice, che hanno condotto alla fabbricazione, ma non all'utilizzo dell'imballaggio. In esse, la marcatura non conferma quindi necessariamente che l'imballaggio può essere utilizzato per qualunque materia: il tipo di imballaggio (per esempio fusti di acciaio) il suo contenuto e/o la sua massa massima, e le eventuali disposizioni speciali sono fissate per ogni materia nei marginali appropriati sugli imballaggi in ogni classe.
3512 (1) Ogni imballaggio deve portare delle marcature durevoli, leggibili e poste in un luogo e di dimensioni tali in rapporto all'imballaggio che siano ben visibili. Per i colli di massa lorda superiore a 30 kg, le marcature o una riproduzione di queste devono apparire sulla parte superiore o su uno dei lati dell'imballaggio. Le lettere, numeri e simboli devono essere almeno alte 12 mm, eccetto per imballaggi aventi contenuto minore o uguale a 30 l o 30 kg, per i quali devono avere almeno l'altezza di 6 mm, e per gli imballaggi aventi contenuto minore o uguale a 5 l o 5 kg, per i quali devono avere dimensioni appropriate. La marcatura deve essere effettuta in modo durevole e ben visible. La marcatura per gli imballaggi nuovi fabbricati secondo un tipo di costruzione approvato si compone di:
a) i) il simbolo per gli imballaggi di cui al marg. 3510 (1).
Per gli imballaggi di metallo sui quali la marcatura è apposta per stampaggio, al posto del simbolo possono essere riportate le lettere UN;
ii) il simbolo «ADR» (o RID/ADR per gli imballaggi approvati per il trasporto sia per ferrovia che su strada) al posto del simbolo per gli imballaggi di cui al marg. 3510 (2);
b) il codice di imballaggio secondo il marg. 3511 (1);
c) un codice composto di due parti:
i) una lettera (X/Y/Z) indicante il o i gruppi d'imballaggio per i quali il tipo di costruzione è approvato;
ii) - l'indicazione della densità relativa (arrotondata alla prima cifra decimale) della materia per la quale il tipo di costruzione è stato approvato, quando tale densità è superiore a 1,2, per gli imballaggi senza imballaggio interno destinati a contenere materie liquide la cui viscosità a 23 °C è inferiore o uguale a 200 mm2/s;
- l'indicazione della massa lorda massima in kg, per gli imballaggi destinati a contenere materie liquide, la cui viscosità a 23 °C è superiore a 200 mm2/s, materie solide o imballaggi interni, come pure per gli imballaggi metallici leggeri con parte superiore amovibile, destinati a contenere materie della classe 3, 5°c);
iii) per gli imballaggi destinati a contenere materie della classe 6.2, 1° e 2° si indicherà «classe 6.2» al posto delle informazioni richieste in i) o ii);
d) la lettera «S» nel caso di imballaggi destinati a contenere materie liquide la cui viscosità a 23 °C è superiore a 200 mm2/s, materie solide o imballaggi interni, come pure nel caso di imballaggi metallici leggeri con parte superiore amovibile destinati a contenere materie della classe 3, 5°c); oppure se l'imballaggio ha superato la prova di pressione idraulica, l'indicazione della pressione di prova in kPA arrotondata alla decina;
e) l'anno di fabbricazione (le ultime due cifre). Per gli imballaggi tipo 1H e 3H, inoltre, il mese di fabbricazione, che può essere indicato in un posto differente dal resto della marcatura. A tal fine si può utilizzare il sistema seguente;
>RIFERIMENTO A UN FILM>
f) il simbolo () dello stato dal quale l'approvazione è stata rilasciata;
g) il numero di registrazione il nome o il marchio del fabbricante oppure un altro marchio di identificazione dell'imballaggio specificato dalle autorità competenti.
(2) Ogni imballaggio riutilizzabile e suscettibile di essere sottoposto ad un trattamento di ricondizionamento che potrebbe cancellare la marcatura, deve recare le iscrizioni indicate al paragrafo (1) da a) ad e) in forma permanente. Si intende per marcatura permanente una marcatura che può resistere al trattamento di ricondizionamento (per es. marcatura apposta per punzonatura). Per gli imballaggi diversi dai fusti metallici di contenuto superiore a 100 l, tale marcatura permanente può sostituire la marcatura durevole prescritta al paragrafo (1). Oltre alla marcatura durevole prescritta nel paragrafo (1), ogni fusto metallico nuovo avente contenuto superiore a 100 l, deve portare le iscrizioni indicate in (1) da a) ad e) sul fondo, con almeno l'indicazione dello spessore nominale del metallo della virola (in mm con approssimazione di 0,1 mm), apposta in modo permanente (per esempio per punzonatura).
Se lo spessore nominale di almeno uno dei due fondi di un fusto metallico è inferiore a quello della virola, lo spessore nominale della parte superiore, della virola e della parte inferiore deve essere indicato sul fondo in modo permanente (per esempio per punzonatura). Esempio: «1,0 - 1,2 - 1,0» of «0,9 - 1,0 - 1,0». Gli spessori nominali del metallo devono essere determinati secondo la norma ISO applicabile: per esempio la norma 3574: 1986 per i fusti di acciaio. Le iscrizioni indicate (1) f) e g) non devono essere apposte in modo permanente (cioè mediante punzonatura) salvo nei casi ove tale motodo, come più avanti precisato, è ammesso.
Per i fusti metallici ricostruiti, se non cambia il tipo di imballaggio e se non ci sono sostituzioni o soppressione di elementi facenti parte integrante dell'ossatura, la marcatura prescritta non deve essere obbligatoriamente permanente (per esempio mediante punzonatura). Ogni altro fusto metallico ricostruito deve portare le iscrizioni indicate in (1) da a) ad e), in modo permanente (per esempio mediante punzonatura) sul coperchio o sulla virola.
I fusti metallici costruiti in materiali (quali l'acciaio inossidabile) concepiti per une riutilizzazione ripetuta possono portare le scritte indicate (1) f) e g) in forma permanente (per esempio mediante punzonatura).
(3) Il numero di registrazione è valido solo per un tipo di costruzione o per una serie di tipi di costruzione. Fanno parte del medesimo tipo di costruzione i differenti trattamenti superficiali.
Per serie di tipi di costruzione si devono intendere imballaggi della medesima costruzione, del medesimo spessore delle pareti, dello stesso materiale e della stessa sezione che si differenziano solo per altezza di costruzione che deve risultare inferiore rispetto al tipo approvato.
Le chiusure dei recipienti devono essere identificabili con quelle menzionate nel rapporto di prova.
(4) Il ricondizionatore di imballaggi deve, dopo il ricondizionamento, riportare sugli imballaggi, in prossimità delle marcature durevoli prescritti al paragrafo (1) da a) ad e), una marcatura indicante nell'ordine seguente:
h) la sigla () dello Stato nel quale il ricondizionamento è stato fatto;
i) il nome o il simbolo autorizzato del ricondizionatore;
j) l'anno di ricondizionamento, la lettera «R» e, per ogni imballaggio che ha superato la prova di tenuta stagna secondo il marg. 3500 (10), la lettera addizionale «L».
Se dopo un ricondizionamento, le scritte prescritte in (1) da a) a d) non appaiono più né sulla parte superiore né sulla virola di un fusto metallico, il ricondizionatore deven applicarle in forma durevole seguite dalle scritte previste ai punti h), i) e j) del precedente paragrafo (1). Tali iscrizioni non devono indicare un'attitudine funzionale superiore a quella per la quale il tipo di costruzione originale era stata approvata e marcata.
(5) Il codice dell'imballaggio può essere seguito dalle lettere «V» o «W». La lettera «V» indica un imballaggio speciale [vedere marg. 3558 (5)]. La lettera «W» indica che l'imballaggio, benché sia dello stesso tipo di quello che è indicato dal codice, è stato fabbricato secondo una specifica differente da quella della sezione III ma è considerato come equivalente ai sensi prescritti nel marg. 3500 (14).
(6) Gli imballaggi la cui marcatura corrisponde al presente marginale, ma che sono stati approvati da uno Stato non contraente a questa Direttiva, possono essere ugualmente utilizzati per il trasporto.
(7) Esempi di marcatura:
Per un fusto nuovo di acciaio:
1A1/Y1.4/150/83
NL/VL123 a) i), b), c), d), e)
f), g)
Per un fusto ricondizionato di acciaio:
1A1/Y1.4/150/83
NL/RB/84 RL a) i), b), c), d), e)
h), i), j)
Per una cassa di acciaio di tipo equivalente:
4AW/Y136/S/90
GB/MC 123 a), b), c), d), e)
f), g)
Per imballaggi metallici leggeri nuovi:
RID/ADR/0A2/Y20/S/83
NL/VL 123 a) ii), b), c), e)
f), g) con parte superiore non amovibile
RID/ADR/0A2/Y/83
NL/VL 124 a) ii), b), c), d), e)
f), g) con parte superiore amovibile, destinati a contenere materie liquide la cui viscosità a 23 °C è superiore a 200 mm2/s, come pure materie della classe 3, 5°c)
Per un fusto in acciaio, ricostruito, destinato al trasporto di liquidi:
1A2/Y/100/91
USA/MM5 a) i), b), c), d) ed e)
f) e g)
Per una cassa nuova di cartone, destinata a contenere materie degli ordinali 1° e 2° della classe 6.2:
4G/Classe 6.2/S/92
SP/9989-ERIKSSON a) i), b), c) iii), d) ed e)
f) e g)
Per una cassa nuova di cartone destinata a contenere imballaggi interni o dei solidi:
4G/Y145/S/83
NL/VL823 a) i), b), c), d) ed e)
f) e g)
Certificazione
3513 Il fabbricante certifica, con l'apposizione della marcatura di cui al marg. 3512 (1) che gli imballaggi fabbricati in serie corrispondono ad un tipo di costruzione approvato e che sono soddisfatte le condizioni citate nell'approvazione.
Indice degli imballaggi
3514 I codici corrispondenti ai diversi tipi di imballaggio sono quelli indicati nella seguente Tabella.
A. Imballaggi secondo il marg. 3510 (1) e recanti il marchio «UN»
>SPAZIO PER TABELLA>
B. Imballaggi che possono essere conformi al marg. 3510 (1) o (2)
>SPAZIO PER TABELLA>
C. Imballaggi conformi unicamente al marg. 3510 (2)
e recanti il marchio «ADR» (o RID/ADR)
>SPAZIO PER TABELLA>
Sezione III
Esigenze relative agli imballaggi
A. Imballaggi secondo il marg. 3510 (1)
3520 Fusti di acciacio
1A1 con parte superiore non amovibile
1A2 con parte superiore amovibile
a) La lamiera della virola e dei fondi deve essere di acciaio appropriato; il suo spessore deve essere funzione della capacità del fusto e dell'uso al quale è destinato.
b) I giunti della virola dei fusti destinati a contenere più di 40 litri di materie liquide devono essere saldati. I giunti della virola dei fusti destinati a contenere materie solide o al massimo 40 litri di materie liquide devono essere meccanicamente aggraffati o saldati.
c) I giunti dei fondi e dei bordi devono essere aggraffati o saldati.
d) Se sono riportati i cerchi di rotolamento, questi si devono adattare senza gioco alla virola e devono essere fissati in modo tale che non si possano spostare. I cerchi di rotolamento non devono essere saldati per punti.
e) I rivestimenti interni quali rivestimenti di piombo, galvanizzati, stagnati, verniciati, ecc. devono essere resistenti e flessibili e aderire in ogni punto all'acciaio, ivi comprese le chiusure.
f) Le aperture di riemprimento, svuotamento e aereazione nella virola o nei fondi nei fusti con parte superiore non amovibile (1A1) non devono avere il diametro superiore a 7 cm. I fusti muniti di aperture più larghe sono considerati come appartenenti alla categoria dei fusti con parte superiore amovibile (1A2).
g) Le chiusure devono avere un giunto (guarnizione di tenuta), a meno che una filettatura conica non garantisca una tenuta comparabile.
h) Le chiusure die fusti con parte superiore non amovibile devono essere del tipo filettato, oppure devono poter essere assicurate da un dispositivo filettato o da un altro tipo almeno di pari efficacia.
i) I dispositivi di chiusura dei fusti con parte superiore amovibile devono essere concepiti e realizzati in modo tale che rimangano ben serrati e che i fusti siano a tenuta nelle normali condizioni di trasporto. I coperchi amovibili devono essere provvisti di giunti o di altri elementi di tenuta.
j) Contenuto massimo dei fusti: 450 litri.
k) Massa netta massima: 400 kg
3521 Fusti di alluminio
1B1 con parte superiore non amovibile
1B2 con parte superiore amovibile
a) A virola e i fondi devono essere di alluminio almeno al 99 % di purezza o in lega di alluminio avente resistenza alla corrosione e proprietà meccaniche appropriate in relazione alla capacità del fusto e dell'uso al quale è destinato.
b) Le aperture di riempimento, svuotamento e aereazione nella virola o nei fondi dei fusti con parte superiore non amovibile (1B1) non devono avere il diametro superiore a 7 cm. I fusti muniti di aperture più larghe sono considerate come appartenenti alla categoria dei fusti con parte superiore amovibile (1B2).
c) Fusti di alluminio 1B1:
I giunti dei fondi, se ve ne sono, devono essere sufficientemente rinforzati per assicurare la loro protezione. I giunti della virola e dei fondi, se ve ne sono, devono essere saldati. La chiusura deve essere del tipo filettato, oppure deve poter essere assicurata da un dispositivo filettato o da un altro tipo di almeno pari efficacia. Le chiusure devono avere un giunto (guarnizione di tenuta) a meno che una filettatura conica non garantisca una tenuta paragonabile.
d) Fusti di alluminio 1B2:
La virola del fusto deve essere senza giunti, o avere un giunto saldato. I dispositivi di chiusura devono essere concepiti e realizzati in modo tale che rimangano ben chiusi e che i fusti siano stagni nelle normali condizioni di trasporto. I coperchi amovibili devono essere provvisti di giunti o di altri elementi di tenuta.
e) Contenuto massimo dei fusti: 450 litri.
f) Massa netta massima: 400 kg.
3522 Taniche di acciaio
3A1 con parte superiore non amovibile
3A2 con parte superiore amovibile
a) La virola e i fondi devono essere costruiti con lamiera di acciaio di un tipo appropriato e di spessore sufficiente tenuto conto del contenuto della tanica e dell'uso al quale è destinata.
b) I bordi di tutte le taniche devono essere aggraffati meccanicamente o saldati. I giunti della virola delle taniche destinate a contenere più di 40 litri di materie liquide devono essere saldati. I giunti della virola delle taniche destinate a contenere al massimo 40 litri di materie liquide devono essere aggraffati meccanicamente o saldati.
c) Le aperture delle taniche con parte superiore non amovibile (3A1) non devono avere più di 7 cm di diametro. Le taniche che hanno aperture più grandi sono considerate come appartenenti alla categoria con parte superiore amovibile (3A2).
d) I dispositivi di chiusura delle taniche con parte superiore non amovibile (3A1) devono essere del tipo filettato oppure poter essere assicurate da un dispositivo filettato o da un altro tipo di almeno pari efficacia.
I dispositivi di chiusura delle taniche con parte superiore amovibile (3A2) devono essere concepiti e realizzati in modo tale che rimangano ben chiusi e che le taniche siano stagne nelle normali condizioni di trasporto.
e) Contenuto massimo delle taniche: 60 litri.
f) Massa netta massima: 120 kg.
3523 Fusti di legno compensato
1D
a) Il legno utilizzato deve essere ben secco, commercialmente esente da umidità e privo di difetti di natura tale da pregiudicare l'efficacia del fusto per l'uso previsto. Se, per la fabbricazione dei fondi, è utilizzato un altro materiale, questo deve avere qualità equivalenti a quelle del legno compensato.
b) Il legno compensato utilizzato deve essere costituito da almeno due strati per il mantello e almeno tre strati per i fondi; gli strati devono essere incrociati nel senso della venatura e solidamente incollati con una colla resistente all'acqua.
c) La virola e i fondi devono essere concepiti in funzione della capacità del fusto e dell'uso al quale è destinato.
d) Per evitare perdite di contenuto dagli interstizi, i coperchi devono essere rivestiti di carta kraft o di altro materiale equivalente che deve essere solidamente fissato al coperchio e fuoriuscirne per tutta la sua circonferenza.
e) Contenuto massimo dei fusti: 250 litri.
f) Massa netta massima: 400 kg.
3524 Barili di legno naturale
2C1 con orifizio di scarico
2C2 con parte superiore amovibile
a) Il legno utilizzato deve essere di buona qualità, a fibre dritte, ben secco, esente da nodi, corteccia, legno marcio, alburno e altri difetti di natura tale da pregiudicare l'efficienza del barile per l'uso al quale è destinato.
b) La virola e i fondi devono essere concepiti in funzione della capacità del barile e dell'uso al quale è destinato.
c) Le doghe e i fondi devono essere segati o tagliati nel senso del filo in modo tale che nessun anello annuale sia superiore alla metà della doga o del fondo.
d) I cerchi del barile devono essere di acciaio o di ferro di buona qualità. Per i barili con parte superiore amovibile (2C2) sono ammessi cerchi di legno duro appropriato.
e) Barili di legno naturale 2C1:
Il diametro dell'orifizio di scarico non deve essere superiore alla metà della larghezza della doga nella quale è praticato.
f) Barili di legno naturale 2C2:
I fondi devono essere ben fissati agli sporti del barile.
g) Contenuto massimo dei barili: 250 litri.
f) Massa netta massima: 400 kg.
3525 Fusti di cartone
1G
a) La virola dei fusti deve essere costituito da fogli multipli di carta spessa o cartone (non ondulato) solidamente incollati o laminati e può essere munito di uno o più strati protettori di bitume, carta kraft paraffinata, fogli metallici, materia plastica, ecc.
b) I fondi devono essere di legno naturale, cartone, metallo, legno compensato o materia plastica o altri materiali appropriati e possono essere rivestiti da uno o più protettori di bitume, carta kraft paraffinata, fogli metallici, materia plastica, ecc.
c) La virola del fusto, i fondi e i loro giunti devono essere concepiti in funzione del contenuto del fusto e dell'uso al quale è destinato.
d) L'imballaggio assemblato deve essere sufficientemente resistente all'acqua in modo che non si verifichi scollamento degli strati nelle normali condizioni di trasporto.
e) Contenuto massimo dei fusti: 450 litri.
f) Massa netta massima: 400 kg.
3526 Fusti e taniche di materia plastica
1H1 fusti con parte superiore non amovibile
1H2 fusti con parte superiore amovibile
3H1 taniche con parte superiore non amovibile
3H2 taniche con parte superiore amovibile
a) Gli imballaggi devono poter sopportare le sollecitazioni fisiche (in particolare meccaniche e termiche) e chimiche inerenti il trasporto e rimanere stagni. Essi devono poter resistere alle materie pericolose e ai loro vapori. Inoltre devono poter resistere nella misura richiesta allo invecchiamento e ai raggi ultravioletti. Gli imballaggi devono poter essere manipolati in maniera sicura.
b) Salvo deroga accordata dall'autorità competente, la durata di utilizzazione ammessa degli imballaggi per il trasporto delle materie pericolose è di 5 anni a decorrere dalla data della loro fabbricazione, a meno che, tenuto conto della materia da trasportare, non sia prevista una durata d'utilizzazione più breve.
c) Se è necessaria una protezione contro i raggi ultravioletti, essa deve essere realizzata per incorporazione di nerofumo o di altri pigmenti o inibitori appropriati. Questi additivi devono essere compatibili con il contenuto e devono conservare la loro efficacia durante tutta la durata di utilizzazione ammessa dell'imballaggio. In caso di utilizzo di nerofumo, di pigmenti o di inibitori differenti da quelli utilizzati per la fabbricazione del tipo di costruzione approvato, si può rinunciare a ripetere le prove se il tenore di nerofumo non è superiore al 2 % in massa o se il tenore in pigmenti non supera il 3 % in massa; il tenore di inibitori contro i raggi ultravioletti non è limitato.
d) Gli additivi utilizzati per scopi diversi dalla protezione contro i raggi ultravioletti possono entrare nella composizione della materia plastica a condizione che non alterino le proprietà chimiche e fisiche del materiale dell'imballaggio. In tale caso si può non procedere a nuove prove.
e) Devono essere prese misure appropriate per assicurarsi che la materia plastica da utilizzare per la costruzione dell'imballaggio sia chimicamente compatibile con le merci che gli imballaggi sono destinati a contenere [ved. marg. 3551 (5)].
f) Gli imballaggi devono essere fabbricati a partire da materia plastica appropriata di origine e caratteristiche note; la loro costruzione si deve adattare perfettamente alle materie plastiche e rispondere all'evoluzione della tecnica. Per gli imballaggi nuovi non si possono utilizzare materiali usati ad esclusione dei ritagli o avanzi di produzione provenienti dal medesimo procedimento di fabbricazione.
g) Lo spessore della parete deve essere, in ogni punto dell'imballaggio, funzione del suo contenuto e dell'uso al quale è destinato, tenuto conto, tuttavia, delle sollecitazioni alle quali ogni punto è suscettibile di essere esposto.
h) Le aperture di riempimento, svuotamento e aereazione nella virola o nei fondi dei fusti con parte superiore non amovibile (1H1) e delle taniche con parte superiore non amovibile (3H1) non devono avere il diametro superiore a 7 cm. I fusti e le taniche aventi aperture più grandi sono considerati come appartenenti alla categoria con parte superiore amovibile (1H2, 3H2).
i) I fusti con parte superiore amovibile (1H2) e le taniche con parte superiore amovibile (3H2), utilizzati per materie solide, devono, in ogni punto, essere stagni in rapporto alla materia di riempimento. I dispositivi di chiusura dei fusti e taniche con parte superiore non amovibile (1H1, 3H1) devono essere del tipo filettato oppure poter essere assicurati da un dispositivo filettato o da un altro tipo di almeno pari efficacia. I dispositivi di chiusura dei fusti e taniche con parte superiore amovibile (1H2, 3H2) devono essere concepiti e realizzati in modo tale che rimangano ben chiusi e che i fusti e le taniche siano stagni nelle normali condizioni di trasporto. Le parti superiori amovibili devono essere munite di giunti di tenuta, a meno che il fusto o le taniche non siano stagni per costruzione anche quando la parte superiore amovibile è convenientemente fissata.
j) La permeazione massima ammissibile per le materie liquide infiammabili non deve essere superiore a 0,008 g/lh a 23 °C (ved. marg. 3556).
k) Contenuto massimo dei fusti e delle taniche:
1H1 e 1H2: 450 litri
3H1 e 3H2: 60 litri
l) Massa netta massima:
1H1 e 1H2: 400 kg
3H1 e 3H2: 120 kg
3527 Casse di legno naturale
4C1 oridinarie
4C2 a pannelli stagni alle polveri
Nota: Per le casse di legno compensato ved. marg. 3528; per le casse di legno ricostituito ved. marg. 3529.
a) Il legno impiegato deve essere ben secco, commercialmente esente da umidità e privo di difetti suscettibili di ridurre sensibilmente la resistenza di ogni elemento costitutivo della cassa. La resistenza del materiale utilizzato e il modo di costruzione devono essere scelti in funzione del contenuto della cassa e dell'uso al quale è destinata. Il coperchio e il fondo possono essere di legno ricostituito resistente all'acqua come pannello duro, pannelli di truciolare o altro tipo appropriato.
I mezzi di fissaggio devono resistere alle vibrazioni prodotte nelle condizioni normali di trasporto. Deve essere evitata per quanto possibile l'inchiodatura dell'estremità delle tavole nel senso del legno. Gli assemblaggi che rischiano di subire delle sollecitazioni importanti devono essere eseguiti con l'ausilio di chiodi ribaditi, di punte a stelo inanellato o di mezzi di fissaggio equivalenti.
b) Casse a panneli stagni alle polveri 4C2:
Ogni elemento costitutivo della cassa deve essere in un sol pezzo o equivalente. Gli elementi sono considerati come equivalenti ad elementi di un sol pezzo quando sono assemblati per incollaggio secondo uno dei seguenti metodi: Lindermann (a coda di rondine), a scanalatura e linguetta, ad intaglio a metà legno o a giunti piatti con almeno due graffe ondulate di mentallo per ogni giunto.
c) Massa netta massima: 400 kg.
3528 Casse di legno compensato
4D
a) Il legno compensato utilizzato deve avere almeno 3 strati. Deve essere ottenuto da fogli ben secchi ottenuti per taglio rotante, tranciati o segati, commercialmente essenti da umidità e da difetti tali da ridurre la solidità della cassa. Tutti gli strati devono essere incollati mediante una colla resistente all'acqua. Con il legno compensato possono essere utilizzati, per la fabbricazione della cassa, altri materiali appropriati. I pannelli delle casse devono essere solidamente inchiodati o ancorati ai cantonali o alle estremità, oppure assemblati medianti altri dispositivi ugualmente appropriati.
b) Massa netta massima: 400 kg.
3529 Casse di legno ricostituito
4F
a) Le pareti delle casse devono essere di legno ricostituito resistente all'acqua come pannelli duri, di particelle o altri tipi appropriati. La resistenza del materiale utilizzato e il modo di costruzione deve essere scelto in funzione del contenuto della cassa e dell'uso al quale è destinata.
b) Le altri parti delle casse possono essere costituite da altri materiali appropriati.
c) Le casse devono essere solidamente assemblate mediante appropriati dispositivi.
d) Massa netta massima: 400 kg.
3530 Casse di cartone
4G
a) Deve essere utilizzato un cartone compatto o un cartone ondulato a doppia faccia (a uno o più spessori) di buona qualità, in funzione della capacità e dell'uso a cui le casse sono destinate. La resistenza all'acqua della superficie esterna deve essere tale che l'aumento di massa misurato in una prova di determinazione di assorbimento dell'acqua di una durata di 30 minuti, secondo il metodo di Cobb (norma ISO 535-1976), non sia superiore a 155 g/m2. Il cartone deve essere di qualità tale che si possa piegare senza rompersi. Il cartone deve essere ritagliato, piegato senza lacerazioni e tagliato in modo da poter essere assemblato senza fessurazioni, rotture superficiali o curvature anormale. Gli strati di cartone ondulato devono essere solidamente incollati agli strati di copertura.
b) Le testate delle casse possono avere un telaio di legno o essere interamente di legno o di altri materiali appropriati. Possono essere utilizzati rinforzi mediante barre di legno o di altri materiali appropriati.
c) I giunti delle casse devono essere realizzati mediante nastro adesivo, a falde incollate o aggraffate. I giunti a falde devono essere coperti in modo appropriato. Quando la chiusura è effettuata mediante incollaggio o con nastro adesivo, la colla deve essere resistente all'acqua.
d) Le dimensioni della cassa devono essere in funzione del contenuto.
e) Massa netta massima: 400 kg.
3531 Casse di materia plastica
4H1 Casse di materia plastica espansa
4H2 Casse di materia plastica rigida
a) La cassa deve essere costruita con una materia plastica appropriata e la sua robustezza deve essere in funzione del contenuto e dell'uso cui la cassa è destinata. La cassa deve avere una resistenza sufficiente all'invecchiamento e alla degradazione causate sia dalla materia trasportata che dai raggi ultravioletti.
b) Una cassa di materia plastica espansa deve essere composta di due parti di materia plastica espansa stampata, una parte inferiore avente degli alveoli per gli imballaggi interni, una parte superiore ricoprente la parte inferiore e incastrantesi su di essa. La parte superiore e quella inferiore devono essere concepite in modo tale che gli imballaggi interni vi si adattino senza gioco. I tappi degli imballaggi interni non devono entrare in contatto con la superficie interna della parte superiore della cassa.
c) Per la spedizione, le casse di materia plastica espansa devono essere chiuse con un nastro autoadesivo avente una resistenza alla trazione sufficiente per impedire che la cassa si apra. Il nastro autoadesivo deve resistere alle intemperie e l'adesivo deve essere compatibile con la materia plastica espansa della cassa. Possono essere utilizzati altri dispositivi di chiusura, a condizione che siano almeno di pari efficacia.
d) Per le casse di materia plastica rigida, la protezione contro i raggi ultravioletti, se richiesta, deve essere ottenuta per aggiunta di nerofumo o altri pigmenti o inibitori appropriati. Tali additivi devono essere compatibili con il contenuto e mantenere la loro efficacia per tutta la durata di utilizzazione della cassa. Se si fa uso di nerofumo, di pigmenti o inibitori differenti da quelli utilizzati per la fabbricazione del tipo di costruzione approvato, si può rinunciare a ripetere le prove se il tenore di nerofumo non è superiore al 2 % in massa o se il tenore di pigmento non supera il 3 % in massa; il tenore di inibitori contro i raggi ultravioletti non è limitato.
e) Le casse di materia plastica rigida devono avere dei dispositivi di chiusura costruiti con un appropriato materiale, sufficientemente robusti e concepiti in modo tale che sia esclusa ogni apertura involontaria.
f) Additivi utilizzati per fini diversi dalla protezione dai raggi ultravioletti possono entrare nella composizione della materia plastica delle casse (4H1 e 4H2), a condizione che essi non alterino le proprietà fisiche e chimiche del materiale dell'imballaggio. In tali casi si può rinunciare a procedere a nuove prove.
g) Massa netta massima:
4H1: 60 kg
4H2: 400 kg
3532 Casse di acciaio o di alluminio
4A di acciaio
4B di aluminio
a) La solidità del metallo e la costruzione della cassa devono essere in funzione del suo contenuto e dell'uso cui la cassa è destinata.
b) Le casse devono essere, secondo il caso, rivestite internamente con cartone o feltro di imbottitura, oppure essere provviste di una fodera o rivestimento interno di un materiale appropriato. Se la fodera è metallica e a doppia aggraffatura, devono essere presi accorgimenti per impedire la penetrazione della materia negli interstizi dei giunti.
c) Le chiusure devono essere di tipo appropriato; esse devono rimanere ben serrate nelle normali condizioni di trasporto.
d) Massa netta massima: 400 kg.
3533 Sacchi di materia tessile
5L1 senza fodera o rivestimento interno
5L2 stagni alle polveri
5L3 resistenti all'acqua
a) La materia tessile utilizzata deve essere di buona qualità. La solidità della materia tessile e la confezione del sacco devono essere in funzione del contenuto e dell'uso al quale il sacco è destinato.
b) Sacchi stagni alle polveri 5L2; il sacco deve essere reso stagno alle polveri mediante, per esempio:
- carta incollata alla superficie interna del sacco mediante un adesivo resistente all'acqua come il bitume;
- una pellicola di materia plastica incollata alla superficie interna del sacco;
- una o più fodere interne di carta o di materia plastica.
c) Sacchi resistenti all'acqua 5L3; il sacco deve essere reso impermeabile in modo da impedire qualsiasi penetrazione di umidità mediante, per esempio:
- fodere interne separate, di carta resistente all'acqua (per esempio carta kraft paraffinata, carta bitumata o carta kraft rivestita di materia plastica);
- una pellicola di materia plastica incollata alla superficie interna del sacco;
- una o più fodere interne di materia plastica.
d) Massa netta massima: 50 kg.
3534 Sacchi di tessuto di materia plastica
5H1 senza fodera o rivestimento interno
5H2 stagni alle polveri
5H3 resistenti all'acqua
a) I sacchi devono essere confezionati utilizzando strisce o monofili di materia plastica appropriata, stirati per trazione. La solidità del materiale utilizzato e la confezione del sacco devono essere in funzione del contenuto del sacco e dell'uso al quale il sacco è destinato.
b) I sacchi possono essere provvisti di una fodera interna di pellicola di materia plastica o di un sottile rivestimento interno di materia plastica.
c) Se il tessuto utilizzato è piatto, i sacchi devono essere confezionati mediante cucitura o altro mezzo assicurante la chiusura del fondo e di un lato. Se il tessuto è tubolare, il fondo del sacco deve essere chiuso mediante cucitura, tessitura o altro tipo di chiusura che offra una resistenza equivalente.
d) Sacchi stagni alle polveri 5H2; il sacco deve essere reso stagno alle polveri mediante, per esempio:
- carta o pellicola di materia plastica incollata alla superficie interna del sacco;
- una o più fodere interne separate di carta o di materia plastica.
e) Sacchi resistenti all'acqua 5H3; il sacco deve essere reso impermeabile in modo da impedire qualsiasi penetrazione di umidità mendiante, per esempio:
- fodere interne separate di carta resistente all'acqua (per esempio carta kraft paraffinata, doppiamente bitumata o rivestita di materia plastica);
- una pellicola di materia plastica incollata alla superficie interna o esterna del sacco;
- una o più fodere interne di materia plastica.
f) Massa netta massima: 50 kg.
3535 Sacchi di pellicola di materia plastica
5H4
a) I sacchi devono essere confezionati con una materia plastica appropriata. La solidità del materiale utilizzato e la confezione del sacco devono essere in funzione del contenuto e dell'uso al quale il sacco è destinato. I giunti devono resistere alle pressioni e agli urti che il sacco può subire durante le normali condizioni di trasporto.
b) Massa netta massima: 50 kg.
3536 Sacchi di carta
5M1 multifoglio
5M2 multifoglio, resistenti all'acqua
a) I sacchi devono essere confezionati con carta kraft appropriata o carta equivalente costituita da almeno tre fogli. La solidità della carta e la confezione dei sacchi devono essere in funzione del contenuto e dell'uso al quale il sacco è destinato. I giunti e le chiusure devono essere resi stagni alle polveri.
b) Sacchi di carta 5M2:
Per impedire l'entrata di umidità un sacco a quattro strati o più deve essere impermeabilizzato utilizzando uno strato resistente all'acqua per uno dei due strati esterni, o uno strato resistente all'acqua, fatto di materiale protettivo appropriato, tra i due strati esterni; un sacco a tre strati deve essere reso impermeabile utilizzando uno strato resistente all'acqua come strato esterno. Se vi è un rischio di reazione del contenuto con l'umidità o se il contenuto è imballato allo stato umido, uno strato resistente all'acqua, per esempio carta kraft doppiamente catramata, carta kraft rivestita di plastica, una pellicola di plastica che ricopra la superficie interna del sacco, o uno o più rivestimenti interni di plastica, devono essere posti a contatto del contenuto. I giunti e le chiusure devono essere resi stagni all'acqua.
c) Massa netta massima: 50 kg.
3537 Imballaggi compositi (materia plastica)
6HA1 recipiente di materia plastica con un fusto esterno di acciaio
6HA2 recipiente di materia plastica con una gabbia () o cassa esterna di acciaio
6HB1 recipiente di materia plastica con un fusto esterno di alluminio
6HB2 recipiente di materia plastica con una gabbia () o cassa esterna di alluminio
6HC recipiente di materia plastica con una cassa esterna di legno
6HD1 recipiente di materia plastica con un fusto esterno di legno compensato
6HD2 recipiente di materia plastica con una cassa esterna di legno compensato
6HG1 recipiente di materia plastica con un fusto esterno di cartone
6HG2 recipiente di materia plastica con una cassa esterna di cartone
6HH1 recipiente di materia plastica con un fusto esterno di materia plastica
6HH2 recipiente di materia plastica con una cassa esterna di materia plastica rigida.
a) Recipiente interno
(1) Il recipiente interno di materia plastica deve soddisfare le disposizioni del marg. 3526 a) e da c) ad h).
(2) Il recipiente interno di materia plastica si deve inserire senza gioco nell'imballaggio esterno, che non deve avere asperità che possano causare abrasioni alla materia plastica.
(3) Contenuto massimo del recipiente interno:
6HA1, 6HB1, 6HD1, 6HG1, 6HH1: 250 litri.
6HA2, 6HB2, 6HC, 6HD2, 6HG2, 6HH2: 60 litri.
(4) Massa netta massima:
6HA1, 6HB1, 6HD1, 6HG1, 6HH1: 400 kg.
6HA2, 6HB2, 6HC, 6HD2, 6HG2, 6HH2: 75 kg.
b) Imballaggio esterno
(1) Recipiente di materia plastica con un fusto esterno di acciaio 6HA1 o di alluminio 6HB1: l'imballaggio esterno deve rispondere, secondo il caso, alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3520 da a) ad i) o 3521 da a) a d).
(2) Recipiente di materia plastica con una gabbia o cassa esterna di acciaio 6HA2 o di alluminio 6HB2: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3532.
(3) Recipiente di materia plastica con una cassa esterna di legno naturale 6HC: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3527.
(4) Recipiente di materia plastica con un fusto esterno di legno compensato 6HD1: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3523.
(5) Recipiente di materia plastica con una cassa esterna di legno compensato 6HD2: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3528.
(6) Recipiente di materia plastica con un fusto esterno di cartone 6HG1: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3525 da a) a d).
(7) Recipiente di materia plastica con una cassa esterna di cartone 6HG2: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3530 da a) a c).
(8) Recipiente di materia plastica con un fusto esterno di materia plastica 6HH1: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3526 a) e da c) ad h).
(9) Recipiente di materia plastica con una cassa esterna di materia plastica rigida 6HH2: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3531 a), d), e) ed f).
3538 Imballaggi combinati
a) Imballaggi interni
Possono essere utilizzati:
- imballaggi di vetro, porcellana o gres contenenti al massimo 5 litri per le materie liquide o 5 kg per le materie solide;
- imballaggi di materia plastica contenenti al massimo 30 litri per le materie liquide o 30 kg per le materie solide;
- imballaggi metallici contenenti al massimo 40 litri per le materie liquide o 40 kg per le materie solide;
- sacchetti e sacchi di carta, di tessuto di materia tessile o di materia plastica o di pellicola di materia plastica contenenti al massimo 5 kg di materie solide, i sacchetti e 50 kg, i sacchi;
- scatole, cartoni piegati e casse di cartone o di materia plastica contenenti al massimo 10 kg di materie solide;
- piccoli imballaggi di altro tipo, come i tubi, contenenti al massimo 1 litro di materie liquide o 1 kg di materie solide.
b) Imballaggi esterni
Possono essere utilizzati:
fusti di acciaio con parte superiore amovibile (marg. 3520);
fusti di alluminio con parte superiore amovibile (marg. 3521);
taniche di acciaio con parte superiore amovibile (marg. 3522);
fusti di legno compensato (marg. 3523);
fusti di cartone (marg. 3525);
fusti di materia plastica con parte superiore amovibile (marg. 3526);
taniche di materia plastica con parte superiore amovibile (marg. 3526);
casse di legno naturale (marg. 3527);
casse di legno compensato (marg. 3528);
casse di legno ricostituito (marg. 3529);
casse di cartone (marg. 3530);
casse di materia plastica (marg. 3531);
casse di acciaio o alluminio (marg. 3532).
B. Imballaggi che possono essere conformi al marg. 3510 (1) o (2)
3539 Imballaggi compositi (vetro, porcellana, gres):
6PA1 recipiente con un fusto esterno di acciaio
6PA2 recipiente con una gabbia () o cassa esterna di acciaio
6PB1 recepiente con un fusto esterno di alluminio
6PB2 recipiente con una gabbia () o cassa esterna di alluminio
6PC recipiente con una cassa esterna di legno
6PD1 recipiente con un fusto esterno di legno compensato
6PD2 recipiente con un cesto esterno di giunco
6PG1 recipiente con un fusto esterno di cartone
6PG2 recipiente con una cassa esterna di cartone
6PH1 recipiente con un imballaggio esterno di materia plastica espansa
6PH2 recipiente con un imballaggio esterno di materia plastica rigida.
a) Recipiente interno
(1) Il recipiente deve essere di forma appropriata (cilindrica o piriforme) e costruito con un materiale di buona qualità esente da difetti tali da indebolirne la resistenza. Le pareti devono essere in ogni punto sufficientemente spesse e esenti da tensioni interne.
(2) Come chiusure dei recipienti devono essere utilizzate chiusure filettate di materia plastica, tappi di vetro smerigliato o chiusure di almeno pari efficacia. Tutte le parti delle chiusure suscettibili di entrare in contatto con il contenuto del recipiente devono essere resistenti alla sua azione. Si deve controllare che le chiusure siano montate in modo da essere stagne e che siano bloccate per evitare ogni allentamento durante il trasporto. Se sono necessarie chiusure munite di sfiato, queste devono essere stagne.
(3) Il recipiente deve essere ben sistemento nell'imballaggio esterno mediante materiali ammortizzanti e/o assorbenti.
(4) Contenuto massimo del recipiente: 60 litri.
(5) Massa netta massima: 75 kg.
b) Imballaggio esterno
(1) Recipiente con un fusto esterno di acciaio 6PA1: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3520 da a) ad i). Il coperchio amovibile necessario per tale tipo di imballaggio può avere, tuttavia, la forma di un cappuccio.
(2) Recipiente con una gabbia o cassa esterna di acciaio 6PA2: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3532 da a) a c). Se i recipienti sono cilindrici e in posizione verticale, l'imballaggio esterno deve avere un'altezza superiore, comprese le loro chiusure. Se l'imballaggio esterno, a forma di cassa, circonda un recipiente piriforme, e se è adattato a tale forma, deve essere munito di un coperchio di protezione (cappellotto).
(3) Recipiente con un fusto esterno di alluminio 6PB1: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3521 da a) a d).
(4) Recipiente con una gabbia o cassa esterna di alluminio 6PB2: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3532.
(5) Recipiente con una cassa esterna di legno naturale 6PC: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3527.
(6) Recipiente con un fusto esterno di legno compensato 6PD1: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3523.
(7) Recipiente con un cesto esterno di giunco 6PD2: i cesti di giunco devono essere confezionati convenientemente con un materiale di buona qualità. Devono essere muniti di un coperchio di protezione (cappellotto) in modo tale da evitare danneggiamenti ai recipienti.
(8) Recipiente con un fusto esterno di cartone 6PG1: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3525 da a) a d).
(9) Recipiente con una cassa esterna di cartone 6PG2: l'imballaggio esterno deve rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3530 da a) a c).
(10) Recipiente con un imballaggio esterno di materia plastica espansa 6PH1 o di materia plastica rigida 6PH2: i materiali di questi due imballaggi esterni devono rispondere alle pertinenti caratteristiche di costruzione del marg. 3531 da a) a f). L'imballaggio esterno di materia plastica rigida deve essere di polietilene ad alta densità o di altra materia plastica comparabile. Il coperchio amovibile necessario per tale tipo di imballaggio, tuttavia, può avere la forma di un cappuccio.
C. Imballaggi conformi unicamente al marg. 3510 (2)
3540 Imballaggi metallici leggeri
0A1 con parte superiore non amovibile
0A2 con parte superiore amovibile
a) La lamiera della virola e dei fondi deve essere di acciaio appropriato; il suo spessore deve essere in funzione del contenuto degli imballaggi e dell'uso al quale sono destinati.
b) I giunti devono essere saldati, assemblati almeno per doppia aggraffatura o realizzati con un procedimento che garantisca una resistenza e una tenuta analoga.
c) I rivestimenti interni come rivestimenti galvanici, stagnati, verniciati, ecc. devono essere resistenti ed aderire in ogni punto all'acciaio, ivi comprese le chiusure.
d) Le aperture di riempimento, svuotamento e aereazione nella virola o nei fondi degli imballaggi con parte superiore non amovibile (0A1) non devono avere il diametro superiore a 7 cm. Gli imballaggi muniti di aperture più larghe sono considerati come appartenenti alla categoria del tipo con parte superiore amovibile (0A2).
e) Le chiusure degli imballaggi con parte superiore non amovibile (0A1) devono essere del tipo filettato, oppure devono poter essere assicurate da un dispositivo filettato o di altro tipo di almeno pari efficacia. I dispositivi di chiusura degli imballaggi con parte superiore amovibile (0A2) devono essere concepti e realizzati in modo tale che essi rimangano ben chiusi e che gli imballaggi rimangano stagni nelle normali condizioni di trasporto.
f) Contenuto massimo degli imballaggi: 40 litri.
g) Massa netta massima: 50 kg.
Sezione IV
Prescrizioni relative alle prove sugli imballaggi
A. Prove su tutti i tipi di costruzione
3550 Esecuzione e ripetizione delle prove
(1) Il tipo di costruzione di ogni imballaggio deve essere provato ed approvato dall'autorità competente o da un organismo da essa designato.
(2) Le prove di cui al paragrafo (1) devono essere ripetute dopo ogni modifica del tipo di costruzione, a meno che l'organismo incaricato di procedere alle prove non abbia dato la sua approvazione alla modifica del tipo di costruzione. Il quest'ultimo caso non è necessaria una nuova approvazione del tipo di costruzione. Il tipo di costruzione dell'imballaggio è determinato dal progetto, dalla dimensione, dal materiale utilizzato, dallo spessore, dal modo di costruzione, dal fissaggio, ma può includere anche diversi trattamenti superficiali. Esso comprende ugualmente imballaggi che differiscono dal tipo di costruzione solo per la loro altezza nominale ridotta.
(3) L'autorità competente può, in qualsiasi momento, richiedere che sia dimostrato, mediante prove conformi alle prescrizioni della presente Sezione, che gli imballaggi fabbricati in serie rispondano alle specifiche delle prove sul tipo di costruzione. Quando tali prove sono eseguite su imballaggi in carta o in cartone una preparazione alle condizioni ambientali è considerata come equivalente a quelle che rispondono alle disposizioni indicate al marg. 3551 (3).
(4) L'organismo incaricato di procedere alle prove deve registrare i materiali utilizzati ai fini del controllo, procedendo ad esami su tali materiali o mantenendo un deposito dei campioni o degli elementi dei materiali.
(5) Se per ragioni di sicurezza è necessario un rivestimento interno, questo deve conservare le sue qualità protettrici anche dopo le prove.
(6) L'autorità competente può permettere la messa in prova selettiva di imballaggi che differiscono solo su dei punti minori da un tipo di costruzione già approvato: imballaggi contenenti imballaggi interni di più piccola taglia o di più piccola massa netta, o ancora imballaggi quali fusti, sacchi e casse aventi per esempio una o più dimensioni esterne leggermente ridotte.
(7) Più prove possono essere utilizzate su uno stesso campione a condizione che non venga inficiata la validità dei risultati e che ci sia l'assenso dell'autorità competente.
3551 Preparazione degli imballaggi e dei colli per le prove
(1) Le prove devono essere effettuate su imballaggi pronti per il trasporto, ivi compresi gli imballaggi interni utilizzati nel caso di imballaggi combinati. I recipienti o imballaggi interni o unici devono essere riempiti almeno al 95 % del loro contenuto massimo per le materie solide e almeno al 98 % per le materie liquide. Per gli imballaggi cominanti nei quali l'imballaggio interno è destinato a contenere materie liquide o solide, sono richieste prove distinte per il contenuto solido e per il contenuto liquido.
Le materie o oggetti che devono essere trasportate negli imballaggi possono essere sostituite con altre materie o oggetti, a meno che la natura di queste ultime non falsi i risultati delle prove. Per le materie solide, se è utilizzata un'altra materia, essa deve avere le stesse caratteristiche fisiche (massa, granulometria, ecc.) della materia da trasportare. È permesso utilizzare dei pesi addizionali, come sacchi di pallini di piombo, per ottenere la massa totale richiesta dal collo, a condizione che siano sistemati in modo tale da non falsare i risultati delle prove. Miscele appropriate di materie solide polverulente, per esempio polvere di polietilene o di PVC con farina di legno, sabbia fine, ecc. possono essere utilizzate come materie di riempimento sostitutive per le materie aventi, a 23 °C, una viscosità superiore a 2 680 mm2/s.
(2) Per le prove di caduta relative a materie liquide, quando sia utilizzata un'altra materia, essa deve avere una densità relativa e una viscosità analoga a quella della materia de trasportare. L'acqua può anche essere utilizzata per tali prove di caduta nelle condizioni fissate al marg. 3552 (4).
(3) Gli imballaggi di carta o cartone devono essere condizionati almeno per 24 ore in una atmosfera avente una umidità relativa e una temperatura controllata. La scelta da fare è tra tre opzioni possibili. La condizione giudicata preferibile per tale condizionamento è di 23 °C ± 2 °C per la temperatura e 50 %± 2 % per l'umidità relativa; le altre due sono rispettivamente 20 °C ± 2 °C e 65 % ± 2 % oppure 27 °C ± 2 °C e 65 % ± 2 %.
Nota: I valori medi devono situarsi all'interno di tali limiti. Fluttuazioni di breve durata e limitazioni riguardanti le misure possono portare variazioni delle misure individuali fino a più o meno il 5 % per l'umidità relativa senza che questo abbia un'incidenza significativa sulla riproducibilità dei risultati delle prove.
(4) I barili di legno naturale con orifizio di scarico devono essere mantenuti pieni d'acqua per almeno 24 ore prima delle prove.
(5) I fusti e le taniche di materia plastica di cui al marg. 3526 e, se necessario, gli imballaggi compositi (materia plastica) di cui al marg. 3537 devono, per provare la loro sufficiente compatibilità chimica con le materie liquide, essere sottoposti ad uno stoccaggio, a temperatura ambiente, per 6 mesi, periodo durante il quale i campioni di prova devono essere mantenuti pieni delle merci che sono destinati a trasportare.
Durante le prime e le ultime 24 ore di stoccaggio, i campioni di prova devono essere posti con le chiusure verso il basso. Tuttavia, i recipienti muniti di sfiato lo saranno, ogni volta, per una durata di 5 minuti. Dopo tale stoccaggio, i campioni di prova devono subire le prove previste ai marg. da 3552 a 3556.
Per i recipienti interni degli imballaggi compositi (materia plastica), non è necessario effettuare la prova di sufficiente compatibilità quando sia noto che le proprietà di resistenza della materia plastica non si modificano sensibilmente sotto l'azione della materia di riempimento.
Si deve intendere per modifica sensibile delle proprietà di resistenza:
a) una netta fragilizzazione;
b) una considerevole diminuzione dello sforzo elastico a meno che questo non sia legato ad un aumento almeno proporzionale dell'allungamento elastico.
Se il comportamento della materia plastica è stato valutato con un altro metodo, non è necessario procedere alla prova di compatibilità sopra descritta. Tali metodi devono essere almeno equivalenti alla precedente prova di compatibilità e essere riconosciuti dall'autorità competente.
Nota: Per i fusti e taniche di materia plastica e per gli imballaggi compositi (materia plastica) di polietilene ad alta massa molecolare, vedere anche il paragrafo (6).
(6) Per i fusti e le taniche di cui al marg. 3526 e, se necessario, per gli imballaggi compositi di cui al marg. 3537, di polietilene ad alta massa molecolare, rispondenti alle seguenti specifiche:
- densità relativa a 23 °C, dopo condizionamento termico per 1 ora a 100 °C, maggiore di 0,940 secondo la norma ISO 1183;
- indice di fusione (Melt Flow Rate), a 190 °C/21,6 kg di carico (load), inferiore a 12 g/10 min, secondo la norma ISO 1133,
la compatibilità chimica con le materie liquide enumerate nella lista delle materie, Sezione II dell'Allegato alla presente Appendice, può essere provata con i liquidi standard (ved. Sezione I dell'Allegato alla presente Appendice).
La sufficiente comptabilità chimica di tali imballaggi può essere provata mediante uno stoccaggio di 3 settimane a 40 °C con il liquido standard appropriato; quando tale liquido standard è l'acqua, la prova di sufficiente comptabilità chimica non è necessaria.
Durante le prime e le utilme 24 ore di stoccaggio, i campioni di prova devono essere posti con le aperture orientate verso il basso. Tuttavia, gli imballaggi muniti di sfiato devono rimanere, ogni volta, in questa posizione per soli 5 minuti. Dopo lo stoccaggio, i campioni di prova devono subire le prove previste ai marg. da 3552 a 3556.
Quando un tipo di costruzione d'imballaggio ha superato le prove di approvazione con un liquido standard, le materie di riempimento assimilabili enumerate nella Sezione II dell'Allegato alla presente Appendice possono essere ammesse al trasporto, senza altre prove, alle seguenti condizioni:
- la densità relativa delle materie di riempimento non deve essere superiore a quella utilizzata per determinare l'altezza di caduta per la prova di caduta e la massa per la prova di impilamento;
- la tensione di vapore delle materie di riempimento a 50 o a 55 °C non deve essere superiore a quella utilizzata per determinare la pressione per la prova di pressione interna.
(7) Quando i fusti e le taniche di cui al marg. 3526 e, se necessario, gli imballaggi compositi di cui al marg. 3537, di polietilene ad alto peso molecolare, hanno superato la prova di cui al paragrafo (6) del presente marginale, possono essere inolte approvate materie di riempimento diverse da quelle figuranti nella Sezione II dell'Allegato alla presente Appendice. L'approvazione deve essere data mediante prove di laboratorio che devono dimostrare che l'effetto di tali materie di riempimento sui provini è inferiore a quello dei liquidi standard.
I meccanismi di deterioramento di cui si deve tener conto sono i seguenti: rammollimento per gonfiamento, fessurazione sotto sforzo e reazione di degradazione molecolare. Le stesse condizioni du quelle di cui al paragrafo (6) del presente marginale sono applicabili per quanto concerne le densità relative e le tensioni di vapore.
3552 Prova di caduta ()
(1) Numero di campioni (per tipo di costruzione, fabbricante) e orientazione del campione per la prova di caduta.
Per le prove di caduta, ad esclusione di quelle di piatto, il baricentro si deve trovare sulla verticale del punto di impatto.
>SPAZIO PER TABELLA>
Se sono possibili più orientamenti per una data prova di caduta, occorrerà scegliere quello per cui è massimo il rischio di rottura dell'imballaggio.
(2) Preparazione particolare dei campioni di prova per la prova di caduta:
Nel caso degli imballaggi di seguito elencati, il campione ed il suo contenuto devono essere condizionati ad una temperatura uguale od inferiore a P 18 °C:
a) fusti in plastica (vedere marginale 3526);
b) taniche in plastica (vedere marginale 3526);
c) casse in plastica diverse dalle casse in polistirene espanso (vedere marginale 3531);
d) imballaggi compositi (materia plastica) (vedere marginale 3537);
e) imballaggi combinati con imballaggi interni in plastica (vedere marginale 3538);
f) sacchi tessili con fodera in plastica (vedere marginale 3533);
g) sacchi in tessuto plastico (vedere marginale 3534);
h) sacchi in pellicola di materia plastica (vedere marginale 3535).
Se i campioni di prova con imballaggio esterno di cartone sono stati condizionati in tal modo, può essere omesso il condizionamento prescritto al marg. 3551 (3). Le materie liquide che servono per la prova devono essere mantenute allo stato liquido, se necessario con aggiunta di antigelo.
(3) Area di impatto
L'area di impatto deve essere una superficie rigida, non elastica, piana e orizzontale.
(4) Altezza di caduta
Per le materie solide:
>SPAZIO PER TABELLA>
Per le materie liquide:
- se la prova è fatta con acqua:
a) per le materie da trasportare la cui densità relativa non è superiore a 1,2:
>SPAZIO PER TABELLA>
b) per le materie da trasportare la cui densità relativa è superiore a 1,2, l'altezza di caduta (in metri) deve essere calcolata sulla base della densità relativa della materia da trasportare, arrotondata alla prima cifra decimale superiore, nel seguente modo:
>SPAZIO PER TABELLA>
c) per gli imballaggi metallici leggeri destinati a trasportare materie la cui viscosità a 23 °C è superiore a 200 mm2/s (il che corrisponde ad un tempo di scolamento di 30 secondi con un vaso normalizzato ISO con un foro di 6 mm di diametro, secondo la norma ISO 2431-1980), come pure materie della classe 3, 5°c)
i) la cui densità relativa non è superiore a 1,2:
>SPAZIO PER TABELLA>
ii) per le materie da trasportare la cui densità relativa è superiore a 1,2, l'altezza di caduta (in metri) deve essere calcolata sulla base della densità relativa della materia da trasportare, arrotondata alla prima cifra decimale superiore, nel seguente modo:
>SPAZIO PER TABELLA>
- se la prova è effettuata con la materia da trasportare o con una materia liquida avente densità relativa almeno uguale:
>SPAZIO PER TABELLA>
(5) Criterio di accettazione
a) Ogni imballaggio contenente una materia liquida deve essere stagno una volta che sia stato ristabilito l'equilibrio tra la pressione interna e la pressione esterna; non è necessario ristabilire l'equilibrio della pressione per gli imballaggi interni degli imballaggi combinati o degli imballaggi compositi (vetro, porcellana o gres).
b) Se fusti con parte superiore amovibile per materie solide sono stati sottoposti alla prova di caduta urtando l'area di impatto sul coperchio, il campione di prova ha superato la prova se il contenuto rimane interamente confinato da un imballaggio interno (per es. sacco di materia plastica), anche se la chiusura del coperchio non è più stagna alle polveri.
c) Lo strato esterno dei sacchi non deve presentare deterioramenti che possano compromettere la sicurezza del trasporto.
d) L'imballaggio esterno di un imballaggio composito o di un imballaggio combinato non deve presentare deterioramenti che possano compromettere la sicurezza del trasporto. Non si deve avere alcuna perdita della materia contenuta nell'imballaggio interno.
e) Una lievissima perdita dalla/e chiusura/e durante l'urto non deve essere considerata come una debolezza dell'imballaggio, a condizione che non si verifichino altre perdite.
f) Non è autorizzata alcuna rottura negli imballaggi per merci della classe 1 che permetta a materie o oggetti esplosivi liberi di sfuggire dall'imballaggio esterno.
Prova di tenuta
3553 (1) La prova di tenuta deve essere effettuata su tutti i tipi di imballaggi destinati a contenere materie liquide; tuttavia, tale prova non è necessaria per:
- gli imballaggi interni degli imballaggi combinati;
- i recipienti interni degli imballaggi compositi (vetro, porcellana o gres) di cui al marg. 3510 (2);
- gli imballaggi con parte superiore amovibile destinati a contenere materie la cui viscosità a 23 °C è superiore a 200 mm2/s;
- gli imballaggi metallici leggeri con parte superiore amovibile destinati a contenere materie della classe 3, 5°c).
(2) Numero di campioni di prova
Tre campioni di prova per ogni tipo di costruzione e per fabbricante.
(3) Preparazione particolare dei campioni per la prova
Per l'introduzione dell'aria compressa deve essere praticato un foro in una zona neutra del campione, in modo da provare anche la tenuta della chiusura. Le chiusure degli imballaggi munite di sfiato devono essere sostituite da chiusure senza sfiato.
(4) Metodo di prova
I campioni di prova, comprese le loro chiusure, devono essere immersi in acqua per cinque minuti mentre è applicata loro una pressione di aria interna; il metodo di mantenimento non deve falsare il risultato della prova. Possono essere utilizzati altri metodi almeno di pari efficacia.
(5) Pressione di aria da applicare
>SPAZIO PER TABELLA>
(6) Criterio di accettazione
Non si devono avere perdite.
Prova di pressione interna (idraulica)
3554 (1) La prova di pressione idraulica deve essere effettuata su tutti i tipi di imballaggio di acciaio, alluminio o materia plastica e su tutti gli imballaggi compositi destinati a contenere materie liquide; tuttavia, questa prova non è necessaria per:
- gli imballaggi interni degli imballaggi combinati;
- i recipienti interni degli imballaggi compositi (vetro, porcellana o gres) di cui al marg. 3510 (2);
- gli imballaggi con parte superiore amovibile destinati a contenere materie la cui viscosità a 23 °C è superiore a 200 mm2/s;
- gli imballaggi metallici leggeri con parte superiore amovibile destinati a contenere materie della classe 3, 5°c).
(2) Numero di campioni di prova
Tre campioni di prova per tipo di costruzione e per fabbricante.
(3) Preparazione particolare degli imballaggi per la prova
Per l'introduzione della pressione deve essere praticato un foro nella zona neutra del campione, in modo da provare anche la tenuta della chiusura. Le chiusure degli imballaggi muniti di sfiato devono essere sostituite con chiusure prive di sfiato.
(4) Metodo e pressione di prova
Gli imballaggi devono essere sottoposti per 5 minuti (30 minuti per gli imballaggi di materia plastica) ad una pressione idraulica che non deve essere inferiore a:
a) la pressione manometrica totale misurata nell'imballaggio (vale a dire la tensione di vapore della materia di riempimento e la pressione parziale dell'aria o di altri gas inerti, meno 100 kPa) a 55 °C, moltiplicata per un coefficiente di sicurezza di 1,5; per determinare tale pressione manometrica totale, si deve prendere per base il grado di riempimento massimo conforme a quello indicato al marg. 3500 (4) e una temperatura di riempimento di 15 °C; oppure
b) 1,75 volte la tensione di vapore della materia di riempimento a 50 °C, meno 100 kPa; tuttavia, la prova non deve essere inferiore a 100 kPa (pressione manometrica); oppure
c) 1,5 volte la tensione di vapore della materia di riempimento a 55 °C, meno 100 kPa; tuttavia, la prova non deve essere inferiore a 100 kPa (pressione manometrica).
Il modo di mantenere gli imballaggi non deve falsare i risultati della prova. La pressione deve essere aumentata in modo continuo e senza scatti. La pressione di prova deve essere mantenuta costante durante tutta la durata della prova. La pressione minima di prova per gli imballaggi corrispondenti al gruppo I deve essere di 250 kPa.
(5) Criterio di accettazione
Non si devono avere perdite.
Prova di impilamento
3555 (1) La prova di impilamento si deve effettuare su tutti i tipi di imballaggio ad eccezione dei sacchi e degli imballaggi compositi (vetro, porcellana o gres) di cui al marg. 3510 (2) non impilabili.
(2) Numero dei campioni di prova
Tre campioni di prova per tipo di costruzione e per fabbricante.
(3) Metodo di prova
Ogni campione di prova deve essere sottoposto ad una forza applicata alla sua superficie superiore equivalente alla massa totale dei colli identici che possono essere impilati su di esso durante il trasporto.
La prova deve durare 24 ore, a meno che non si tratti di fusti e taniche di materia plastica di cui al marg. 3526, e di imballaggi compositi 6H1 e 6H2 conformi al marginale 3537, destinati a contenere materie liquide, che devono essere sottoposti alla prova di impilamento per una durata di 28 giorni alla temperatura di almeno 40 °C.
L'altezza di impilamento minima, compreso il campione di prova, dovrà essere di almeno 3 m. Per la prova secondo il marginale 3551 (5), è opportuno utilizzare la materia di riempimento originale. Per la prova secondo il marginale 3551 (6), la prova di impilamento sarà effettuata con un liquido standard.
Se il contenuto del campione è un liquido non pericoloso con una densità relativa diversa da quella del liquido da trasportare, la forza deve essere calcolata in funzione di quest'ultimo liquido,
(4) Criterio di accettazione
Non si deve avere perdita da alcun campione. Nel caso di imballaggi compositi e di imballaggi combinati, non si deve avere perdita della materia contenuta nel recipiente interno o imballaggio interno.
Nessuno dei campioni deve presentare deterioramenti che possano compromettere la sicurezza del trasporto, né deformazioni suscettibili di ridurre la solidità o di causare una mancanza di stabilità quando gli imballaggi sono impilati
L'impilamento è considerato di stabilità sufficiente se, dopo la prova - e, per gli imballaggi in plastica dopo il raffreddamento a temperatura ambiente - 2 imballaggi pieni dello stesso tipo, posati su ogni campione di prova, conservano la loro posizione per un'ora.
Prova complementare di permeazione per i fusti e le taniche di materia plastica di cui al marg. 3526 e per gli imballaggi compositi (materia plastica) - ad esclusione degli imballaggi 6HA1 - di cui al marg. 3537, destinati al trasporto di materie liquide aventi un punto di infiammabilità inferiore o uguale a 61 °C
3556 (1) Per gli imballaggi di polietilene questa prova deve essere effettuata solo se devono essere approvati per il trasporto di benzene, toluene o xilene o di miscele e preparati contenenti tali materie.
(2) Numero di campioni di prova
Tre imballaggi di prova per tipo di costruzione e per fabbricante.
(3) Preparazione particolare dei campioni per la prova
I campioni devono essere prestoccati secondo il marg. 3551 (5), con la materia di riempimento originale oppure, per gli imballaggi di polietilene ad alta massa molecolare, secondo il marg. 3551 (6), con il liquido standard miscela di idrocarburi (white spirit).
(4) Metodo di prova
I campioni di prova riempiti con la materia per la quale l'imballaggio deve essere approvato devono essere pesati prima e dopo uno stoccaggio di 28 giorni a 23 °C e 50 % di umidità atmosferica relativa. Per gli imballaggi di polietilene ad alta massa molecolare la prova può essere effettuata con il liquido standard miscela di idrocarburi (white spirit) invece che con benzene, toluene o xilene.
(5) Criterio di accettazione
La permeazione non deve essere superiore a 0,008 g/l × h.
Prova complementare per i barili di legno naturale con orifizio di scarico
3557 (1) Numero di campioni di prova
Un barile per tipo di costruzione e per fabbricante.
(2) Metodo di prova
Togliere tutti i cerchi sopra la convessità del barile vuoto assemblato da almeno due giorni.
(3) Criterio di accettazione
L'aumento del diametro della parte superiore del barile non deve essere superiore al 10 %.
Approvazione degli imballaggi combinati
Nota: Gli imballaggi combinati devono essere provati secondo le disposizioni applicabili agli imballaggi esterni.
3558 (1) Durante le prove sui tipi di costruzione degli imballaggi combinati, possono, nello stesso tempo essere approvati imballaggi:
a) aventi imballaggi interni di volume più piccolo;
b) di massa netta inferiore a quella del tipo di costruzione provato.
(2) Se sono stati approvati differenti tipi di imballaggi combinati contenenti differenti tipi di imballaggi interni, i differenti imballaggi interni possono ugualmente essere riuniti in un solo imballaggio esterno, a condizione che il mittente certifichi che i colli rispondono alle prescrizioni di prova.
(3) Se le proprietà di resistenza degli imballaggi interni di materia plastica degli imballaggi combinati non si modificano sensibilmente per azione della materia di riempimento, non è necessario effettuare la prova di sufficiente compatibilità chimica. Si deve intendere per modifica sensibile delle proprietà di resistenza:
a) una netta fragilizzazione;
b) una diminuzione considerevole dello resistenza, a meno che non sia legata ad un aumento almeno proporzionale dell'allungamento elastico.
(4) Se un imballaggio esterno di un imballaggio combinato è stato approvato con diversi tipi di imballaggi interni, degli imballaggi diversi scelti tra quest'ultimi possono anche essere riuniti in tale imballaggio esterno. Inoltre, nella misura in cui è mantenuto un livello equivalente di prestazioni, sono autorizzate le seguenti modifiche degli imballaggi interni, senza che sia necessario sottoporre il collo ad altre prove:
a) Possono essere utilizzati imballaggi interni di dimensione equivalente o inferiore a condizione che:
i) gli imballaggi interni siano di concezione analoga a quella degli imballaggi interni approvati (per esempio, forma rotonda, rettangolare, ecc.);
ii) il materiale di costruzione degli imballaggi interni (vetro, plastica, metallo, ecc.) offra una resistenza alle forze d'urto e di impilamento uguale o superiore a quella dell'imballaggio interno inizialmente approvato;
iii) gli imballaggi interni abbiano aperture identiche o più piccole e la chiusura sia di concezione analoga (per esempio coperchio avvitato, coperchio incastrato, ecc.);
iv) sia utilizzato un materiale di imbottitura supplementare in quantità sufficiente per riempire gli spazi vuoti e impedire ogni movimento apprezzabile degli imballaggi interni;
v) gli imballaggi interni abbiano la stessa orientazione negli imballaggi esterni di quella nei colli approvati.
b) Si può utilizzare un numero inferiore di imballaggi interni approvati, o di altri tipi di imballaggi interni definiti al precedente paragrafo a), a condizione che sia aggiunto sufficiente materiale da imbottitura per colmare tutto lo spazio (gli spazi) vuoto(i) e impedire ogni spostamento apprezzabili degli imballaggi interni.
(5) Oggetti o imballaggi interni di qualunque tipo per le materie solide o liquide possono essere raggruppati e trasportati, senza essere stati sottoposti a prove, in un imballaggio esterno, a condizione di soddisfare le seguenti condizioni:
a) l'imballaggio esterno deve essere stato approvato conformemente al marginale 3552, con imballaggi interni fragili (per esempio di vetro) contenenti liquidi e su un'altezza di caduta corrispondente al gruppo di imballaggio I;
b) la massa totale lorda dell'insieme degli imballaggi interni non deve essere superiore alla metà della massa lorda degli imballaggi interni utilizzati per la prova di caduta di cui si parla al precedente punto a);
c) lo spessore del materiale di imbottitura tra gli imballaggi interni e tra questi ultimi e l'esterno dell'imballaggio non deve essere ridotto a un valore inferiore allo spessore corrispondente nell'imballaggio inizialmente approvato; quando nella prova iniziale è stato utilizzato un imballaggio unico, lo spessore dell'imbottitura tra gli imballaggi interni non deve essere inferiore allo spessore di imbottitura tra l'esterno dell'imballaggio e l'imballaggio interno nella prova iniziale. Quando si utilizzano imballaggi interni in numero inferiore o più piccoli (in paragone agli imballaggi interni utilizzati nella prova di caduta), occorre aggiungere suffficiente materiale da imbottitura da riempire gli spazi vuoti;
d) l'imballaggio esterno deve aver soddisfatto, da vuoto, la prova di impilamento trattata al marginale 3555. La massa totale di colli identici deve essere funzione della massa totale di imballaggi interni utilizzati per la prova di caduta riportata al precedente punto a);
e) gli imballaggi interni contenenti materie liquide devono essere completamente circondati da una quantità di materiale assorbente sufficiente da assorbire la totalità del liquido contenuto negli imballaggi interni;
f) quando l'imballaggio esterno non è stagno ai liquidi o ai polverulenti e a seconda se è destinato a contenere imballaggi interni per materie liquide o solide, è necessario dargli il mezzo per trattenere il contenuto liquido e solido in caso di fuga, sotto forma di rivestimento stagno, sacco in plastica o altro modo ugualmente efficace. Per gli imballaggi contenenti liquidi, il materiale assorbente prescritto al precedente punto e) deve essere posto all'interno del mezzo utilizzato per trattenere il contenuto liquido;
g) gli imballaggi devono portare marcature conformi alle disposizioni del marginale 3512 che attestano che hanno subito le prove funzionali del gruppo I per gli imballaggi combinati. La massa lorda massima indicata in kg deve corrispondere alla somma della massa dell'imballaggio esterno con la metà della massa dell'imballaggio (degli imballaggi) interno(i) utilizzato(i) nella prova di caduta trattata nel punto a). La marcatura deve contenere una lettera «V» conformemente al marginale 3512 (5) per designare un imballaggio speciale.
Rapporto di prova
3559 Deve essere redatto, e messo a disposizione degli utilizzatori dell'imballaggio, un rapporto di prova che contenga almeno le seguenti indicazioni:
1. Organismo che ha proceduto alle prova
2. Richiedente
3. Fabbricante dell'imballaggio
4. Descrizione dell'imballaggio (per es. caratteristiche principali come materiale, rivestimento interno, dimensioni, spessore delle pareti, massa, chiusure, colorazione delle materie plastiche)
5. Disegno costruttivo dell'imballaggio e delle chiusure (se necessario, foto)
6. Modo di costruzione
7. Contenuto massimo
8. Caratteristiche del contenuto di prova, per esempio viscosità e densità relativa per i liquidi e granulometria per i solidi
9. Altezza di caduta
10. Pressione di prova della prova di tenuta di cui al marg. 3553
11. Pressione di prova della prova di pressione interna di cui al marg. 3554
12. Altezza di impilamento
13. Risultati delle prove
14. Numero di identificazione unico del processo verbale di prova
15. Data del processo verbale di prova
16. Il processo verbale di prova deve essere firmato con indicazione del nome e della qualifica della persona che firma.
Il rapporto di prova deve attestare che l'imballaggio preparato come per il trasporto è stato approvato conformemente alle disposizioni applicabili dell'appendice A5 e che ogni utilizzo di altri metodi di imballaggio o elementi di imballaggio può invalidare tale rapporto di prova. Un esemplare del rapporto di prova deve essere messo a disposizione dell'autorità competente.
B. Prova di tenuta stagna per tutti gli imballaggi nuovi, ricostruiti o ricondizionati destinati a contenere materie liquide
3560 (1) Esecuzione della prova
Ogni imballaggio destinato a contenere materie liquide deve subire la prova di tenuta stagna:
- prima di essere utilizzato per la prima volta per il trasporto,
- dopo la ricostruzione o il ricondizionamento, prima di essere riutilizzato per il trasporto.
Per questa prova non è necessario che gli imballaggi siano muniti delle loro chiusure.
I recipienti interni degli imballaggi compositi possono essere approvati senza l'imballaggio esterno, a condizione che i risultati delle prove non vengano falsati.
Questa prova non è tuttavia necessaria per:
- gli imballaggi interni degli imballaggi combinati;
- i recipienti interni degli imballaggi compositi (vetro, porcellana o gres) di cui al marg. 3510 (2);
- gli imballaggi con parte superiore amovibile destinati a contenere materie la cui viscosità a 23 °C è superiore a 200 mm2/s;
- gli imballaggi metallici leggeri di cui al marg. 3510 (2).
(2) Metodo di prova
L'aria compressa deve essere introdotta, per ogni imballaggio, dall'apertura di riempimento. Gli imballaggi devono essere mantenuti sott'acqua; il modo di mantenimento non deve falsare il risultato della prova. I giunti e le altre parti degli imballaggi da cui si potrebbe produrre una perdita possono essere ricoperti con schiuma di sapone, olio pesante o ogni altro liquido appropriato. Possono essere utilizzati altri metodi di almeno pari efficacia. Non è necessario che gli imballaggi siano provvisti delle proprie chiusure.
(3) Pressione di aria da applicare
>SPAZIO PER TABELLA>
(4) Criterio di accettazione
Non si devono avere perdite.
Allegato all'appendice A.5
Sezione I Liquidi standard per provare la compatibilità chimica degli imballaggi di polietilene ad alto massa molecolare di cui al marg. 3551 (6)
Per questa materia plastica possono essere utilizzati i seguenti liquidi standard:
a) Soluzione bagnante per le materie i cui effetti di fessurazione sotto tensione sul polietilene sono forti, in particolare per tutte le soluzioni e preparati contenenti agenti bagnanti.
Si deve utilizzare una soluzione acquosa contenente dall'1 % al 10 % di bagnante. La tensione superficiale di detta soluzione deve essere compresa, a 23 °C, tra 31 e 35 mN/m.
La prova d'impilamento deve essere effettuata prendendo per base una densità relativa di almeno 1,2.
Se si effettua la prova di sufficiente compatibilità chimica con una soluzione bagnante non è necessario effettuare quella con l'acido acetico [lettera b)].
b) Acido acetico per le materie e preparati aventi effetti di fessurazione sotto tensione sul polietilene, in particolare per gli acidi monocarbossilici e per gli alcoli monovalenti.
Si deve utilizzare acido acetico in concentrazione dal 98 % al 100 %. Densità relativa = 1,05.
La prova d'impilamento deve essere effettuata prendendo per base una densità relativa di almeno 1,1.
Nel caso di materie di riempimento che rigonfiano il polietilene di più dell'acido acetico e a tal punto che la massa del polietilene sia aumentato fino al 4 %, la sufficiente compatibilità chimica può essere provata dopo un prestoccaggio di tre settimane a 40 °C, secondo il marg. 3551 (6), ma con la merce di riempimento originale.
c) Acetato di butile normale/soluzione bagnante saturata di acetato di butile normale per le materie e preparati che rigonfiano il polietilene a tal punto che la massa di polietilene è aumentato fino a circa il 4 % e che presentano nello stesso tempo un effetto di fessurazione sotto sforzo, in particolare per i prodotti fitosanitari, le vernici liquide e alcuni esteri. Si deve utilizzare acetato di butile normale in concentrazione dal 98 % al 100 % per il prestoccaggio secondo il marg. 3551 (6). Si deve utilizzare, per la prova di impilamento secondo il marg. 3555, un liquido di prova composto da una soluzione acquosa bagnante dall'1 % al 10 % [vedere lettera a)] mescolata con il 2 % di acetato di butile normale.
La prova d'impilamento deve essere effettuata prendendo per base una densità relativa di almeno 1,0.
Nel caso di materie di riempimento che rigonfiano il polietilene di più dell'acetato di butile normale e a tal punto che la massa del polietilene è aumentato fino al 7,5 %, la sufficiente compatibilità chimica può essere provata dopo un prestoccaggio di tre settimane a 40 °C, secondo il marg. 3551 (6), ma con la merce di riempimento originale.
d) Miscela di idrocarburi (white spirit) per le materie e preparati aventi effetti di rigonfiamento sul polietilene, in particolare per gli idrocarburi, alcuni esteri e i chetoni.
Si deve utilizzare una miscela di idrocarburi aventi un punto di ebollizione compreso tra 160 °C e 200 °C; una densità relativa da 0,78 a 0,80, un punto di infiammabilità superiore a 50 °C e un tenore in aromatici dal 16 % al 21 %.
La prova d'impilamento deve essere effettuata prendendo per base una densità relativa di almeno 1,0.
Nel caso di materie di riempimento che rigonfiano il polietilene a tal punto che la massa di polietilene è aumentato di più del 7,5 %, la sufficiente compatibilità chimica può essere provata dopo un prestoccaggio di tre settimane a 40 °C, secondo il marg. 3551 (6), ma con la merce di riempimento originale.
e) Acido nitrico per tutte le materie e preparati aventi sul polietilene effetti ossidanti o causanti degradazioni molecolari identiche o più deboli di quelle causate dall'acido nitrico al 55 %.
Si deve utilizzare acido nitrico in concentrazione di almeno il 55 %.
La prova d'impilamento deve essere effettuata prendendo per base una densità relativa di almeno 1,4.
Nel caso di materie di riempimento aventi azione ossidante superiore all'acido nitrico al 55 % o che causano degradazioni molecolari, si deve procedere secondo il marg. 3551 (5).
f) Acqua per le materie che non attaccano il polietilene come nei casi indicati da a) ad e), in particolare per acidi e liscivie inorganiche, soluzioni saline acquose, polialcoli e materie organiche in soluzione acquosa.
La prova d'impilamento deve essere effettuata prendendo per base una densità relativa di almeno 1,2.
Sezione II Lista delle materie che possono essere assimilate ai liquidi standard secondo il marg. 3551 (6)
CLASSE 3
>SPAZIO PER TABELLA>
CLASSE 5.1
>SPAZIO PER TABELLA>
CLASSE 6.1
>SPAZIO PER TABELLA>
CLASSE 6.2
>SPAZIO PER TABELLA>
CLASSE 8
>SPAZIO PER TABELLA>
APPENDICE A.6 CONDIZIONI GENERALI DI UTILIZZAZIONE DEI GRANDI IMBALLAGGI PER IL TRASPORTO ALLA RINFUSA (GIR), TIPI DI GIR, ESIGENZE RELATIVE ALLA COSTRUZIONE DEI GIR E PRESCRIZIONI RELATIVE ALLE PROVE SUI GIR
3600 Si intende per «grande imballaggio per il trasporto alla rinfusa» (GIR) un imballaggio mobile rigido, semirigido o flessibile diverso da quelli che sono specificati nell'Appendice A.5:
a) avente un contenuto:
i) non superiore a 3 m3 (3 000 litri), per le materie solide e liquide dei gruppi di imballaggio II e III;
ii) non superiore a 1,5 m3, per le materie solide del gruppo di imballaggio I imballate in GIR flessibili, di plastica rigida, compositi, di cartone o di legno;
iii) non superiore a 3 m3, per le materie solide del gruppo di imballaggio I imballate nei GIR metallici;
b) concepito per una movimentazione meccanica;
c) che possa resistere alle sollecitazioni prodotte durante la movimentazione e il trasporto, il che deve essere confermato dalle prove specificate nella presente Appendice.
Nota: 1. Le disposizioni della presente Appendice sono applicabili ai grandi imballaggi per il trasporto alla rinfusa (GIR) la cui utilizzazione per il trasporto di alcune materie pericolose è espressamente autorizzata nelle differenti classi.
2. I contenitori cisterna che sono conformi alle prescrizioni dell'Appendice B.1b non sono considerati come grandi imballaggi per il trasporto alla rinfusa (GIR).
3. I grandi imballaggi per il trasporto alla rinfusa (GIR) che soddisfano le condizioni della presente Appendice non sono considerati come contenitori ai sensi dell'ADR.
4. Solo la sigla GIR sarà utilizzata nel seguito del testo per designare i grandi imballaggi per il trasporto alla rinfusa.
Sezione I
Condizioni generali applicabili ai GIR
3601 (1) Al fine di garantire che ogni GIR soddisfi le disposizioni della presente Appendice, i GIR devono essere concepiti, fabbricati e provati secondo un programma di garanzia di qualità che soddisfi l'autorità competente.
(2) Ogni GIR deve corrispondere sotto ogni aspetto al suo tipo di costruzione.
L'autorità competente può in qualsiasi momento richiedere la dimostrazione, procedendo a delle prove conformemente alle disposizioni della presente Appendice, che i GIR soddisfano alle prescrizioni relative alle prove sul tipo di costruzione.
(3) Prima del riempimento e della consegna al trasporto, ogni GIR deve essere controllato e riconosciuto esente da corrosione, da contaminazione o da altri danni; deve essere verificato il buon funzionamento del suo equipaggiamento di servizio. Ogni GIR che presenti segni di un indebolimento in rapporto al tipo di costruzione approvato non deve più essere utilizzato o deve essere riparato in modo da poter resistere alle prove applicate sul tipo di costruzione.
(4) Se più sistemi di chiusura sono montati in serie, deve essere chiuso per primo quello più vicino alla materia trasportata.
(5) Durante il trasporto, nessun residuo pericoloso deve aderire all'esterno del GIR.
(6) Nel caso in cui in un GIR si possa sviluppare una sovrappressione in seguito a sviluppo di gas da parte del contenuto (a causa di un aumento della temperatura o per altri motivi), il GIR può essere munito di uno sfiato purché il gas emesso non generi alcun pericolo per la sua tossicità, infiammabilità, quantità sviluppata, ecc. Lo sfiato deve essere concepito in modo da evitare perdite di liquido e penetrazione di sostanze estranee durante un trasporto effettuato in normale condizioni, considerando che il GIR si trovi nella posizione prevista per il trasporto. Tuttavia, non si può trasportare una materia in un tale GIR se non nel caso in cui è prescritto uno sfiato per tale materia nelle condizioni di trasporto della classe corrispondente.
(7) Quando i GIR sono riempiti con materie liquide, è necessario lasciare un margine di riempimento sufficiente a garantire che non si verifichi dispersione di liquido, né deformazione permanente del GIR in seguito a dilatazione del liquido a causa delle temperature che si possono incontrare durante il trasporto.
Salvo disposizioni contrarie previste nelle differenti classi, il grado di riempimento massimo, basato su una temperatura di riempimento di 15 °C, deve essere determinato come segue:
a)
>SPAZIO PER TABELLA>
b)
Grado di riempimento (% della capacità del GIR) = >NUM>98
>DEN>1 + á (50 P tf)
In questa formula á rappresenta il coefficiente medio di dilatazione cubica del liquido tra 15 °C e 50 °C, vale a dire per una variazione massima della temperatura di 35 °C.
á è calcolato secondo la formula á = >NUM>(d15 P d50)
>DEN>(35 × d50)
d15 e d50 sono le densità relative del liquido a 15 °C e 50 °C
tf è la temperatura media del liquido all'atto del riempimento.
(8) Quando i GIR sono utilizzati per il trasporto di materie liquide il cui punto di infiammabilità (in vaso chiuso) è uguale o inferiore a 55 °C, o di polveri suscettibili di formari nubi di polveri esplosive, devono essere prese delle misure al fine di evitare qualsiasi carica elettrostatica pericolosa durante il riempimento e lo svuotamento.
(9) La chiusura dei GIR contenenti materie bagnate o diluite deve essere tale che la percentuale del liquido (acqua, solvente o flemmatizzante) non sia mai inferiore, durante il trasporto, ai limiti prescritti.
(10) Le materie liquide devono essere caricate in GIR di plastica rigida o compositi aventi una resistenza sufficiente alla pressione interna che si può sviluppare nelle normali condizioni di trasporto. I GIR sui quali è riportata la pressione di prova idraulica come previsto al marg. 3612 (2) devono solamente essere riempiti con un liquido avente una tensione di vapore:
a) tale che la pressione manometrica totale nell'imballaggio (vale a dire la tensione di vapore della materia contenuta, più la pressione parziale dell'aria o di altri gas inerti, meno 100 kPa), a 55 °C, determinata sulla base di un grado di riempimento massimo conforme al paragrafo (7) e per una temperatura di riempimento di 15 °C, non superi i 2/3 della pressione di prova riportata, oppure
b) inferiore, a 50 °C, ai 4/7 della somma della pressione di prova riportata più 100 kPa, oppure
c) inferiore, a 55 °C, ai 2/3 della somma della pressione di prova riportata più 100 kPa.
(11) Durante il trasporto i GIR devono essere solidamente ancorati o mantenuti all'interno dell'unità di trasporto in modo da impedire i movimenti laterali o longitudinali o gli urti, ed in modo da fornire loro un supporto esterno appropriato.
Sezione II
Tipi di GIR
Definizioni
3610 (1) Con riserva delle disposizioni particolari di ogni classe, possono essere utilizzati i GIR citati qui di seguito:
GIR metallici
I GIR metallici si compongono di un corpo metallico come pure dell'equipaggiamento di servizio e dell'equipaggiamento di struttura appropriati.
GIR flessibili
I GIR flessibili si compongono di un corpo costituito da pellicola, da tessuto o da ogni altro materiale flessibile o ancora da combinazioni di materiali di tale genere, e se necessario, da un rivestimento interno o una fodera forniti degli equipaggiamenti di servizio e dei dispositivi di movimentazione appropriati.
GIR di plastica rigida
I GIR di plastica rigida si compongono di un corpo in plastica rigida, che può comportare una ossatura ed essere dotato di un equipaggiamento di servizio appropriato.
GIR compositi con recipiente interno di plastica
I GIR compositi si compongono di elementi di ossatura sotto forma di involucro esterno rigido che avvolge un recipiente interno di plastica, comprendente ogni equipaggiamento di servizio o altro equipaggiamento di struttura. Sono confezionati in modo tale che una volta assemblati, involucro esterno e recipiente interno costituiscono un tutto indissociabile e sono utilizzati come tali per le operazioni di riempimento, di stoccaggio, di trasporto o di svuotamento.
GIR di cartone
I GIR di cartone si compongono di un corpo in cartone con o senza coperchi superiore e inferiore indipendenti, se necessario di un rivestimento interno (ma non di imballaggi interni), e dell'equipaggiamento di servizio e dell'equipaggiamento di struttura appropriati.
GIR di legno
I GIR di legno si compongono di un corpo di legno, rigido o pieghevole, con rivestimento interno (ma non imballaggi interni) e dell'equipaggiamento di servizio e dell'equipaggiamento di struttura appropriati.
(2) Le seguenti definizioni si applicano ai GIR elencati al paragrafo (1):
- corpo (per tutte le categorie di GIR diversi dai GIR compositi):
recipiente propriamente detto ivi compresi gli orifizi e le chiusure, ad esclusione dell'equipaggiamento di servizio (vedere sopra).
- equipaggiamento di servizio (per tutte le categorie di GIR):
dispositivi di riempimento e di svuotamento e secondo il tipo di GIR, dispositivi di decompressione o di aereazione, dispositivi di sicurezza, di riscaldamento e di isolamento termico come pure apparecchi di misura.
- equipaggiamento di struttura (per tutte le categorie di GIR diversi dai GIR flessibili):
elementi di rinforzo, di fissaggio, di movimentazione, di protezione o di stabilizzazione del corpo (ivi compresa la «pallet» di base per i GIR compositi con recipiente interno di plastica).
- massa lorda massima ammissibile (per tutte le categorie di GIR diversi dai GIR flessibili):
massa del corpo, del suo equipaggiamento di servizio, del suo equipaggiamento di struttura e del suo carico massimo autorizzato per il trasporto.
- carico massimo ammissibile (per i GIR flessibili):
massa netta massima per il trasporto della quale il GIR è progettato ed autorizzato a trasportare.
- GIR protetto (per i GIR metallici):
GIR muniti di una protezione supplementare contro gli urti - questa protezione può prendere, per esempio, la forma di una parete multistrato (costruzione «sandwich») o di una parete doppia, o di una intelaiatura con involucro, di treccia metallica.
- tessuto di plastica (per i GIR flessibili):
materiale confezionato a partire da strisce o monofili di plastica appropriata, stirati per trazione.
- plastica (per i GIR compositi con recipiente interno di plastica):
il termine «plastica», quando è utilizzato a proposito dei GIR compositi, in relazione agli imballaggi interni, copre altri materiali polimerizzati come il caucciù, ecc.
- dispositivo di movimentazione (per i GIR flessibili):
ogni imbracatura, cinghia, anello, fibbia, o intelaiatura fissati al corpo del GIR o costituenti la continuazione del materiale con il quale sono stati fabbricati.
- fodera (per i GIR di cartone, flessibili e di legno):
una guaina o sacco indipendenti situati all'interno del corpo ma non formante parte integrante dello stesso, ivi compresi i mezzi di otturazione delle sue aperture.
Codificazione dei tipi di costruzione dei GIR
3611 (1) Codice designante i tipi di GIR
Il codice è costituito:
- da due numeri arabi indicanti il tipo di GIR, come specificato alla successiva lettera a),
- da una o più lettere maiuscole (caratteri latini) indicanti la natura del materiale (per esempio metallo, plastica, ecc.), come specificato alla successiva lettera b),
- se ricorre il caso, da un numero arabo indicante la categoria del GIR per il tipo in questione.
Nel caso di GIR compositi, devono essere utilizzate due lettere maiuscole (caratteri latini). La prima indicherà il materiale del recipiente interno del GIR e la seconda quella dell'imballaggio esterno del GIR.
a)
>SPAZIO PER TABELLA>
b) A. Acciaio (tutti i tipi e trattamenti superficiali)
B. Alluminio
C. Legno naturale
D. Legno compensato
F. Legno ricostituito
G. Cartone
H. Plastica
L. Tessile
M. Carta multifoglio
N. Metallo (ad esclusione dell'acciaio e dell'alluminio).
(2) Il codice del GIR è seguito, nella marcatura, da una lettera indicante i gruppi di materie per i quali il tipo di costruzione è approvato, vale a dire:
X per le materie dei gruppi di imballaggio I, II e III (unicamente per i GIR destinati al trasporto di materie solide),
Y per le materie dei gruppi di imballaggio I e III,
Z per le materie del gruppo di imballaggio III.
Nota: Per quanto concerne i gruppi di imballaggio, ved. marg. 3511 (2).
Marcatura
3612 (1) Marcatura di base
Ogni GIR costruito e destinato ad un uso conforme alle presenti prescrizioni deve portare una marcatura durevole e leggibile comprendente le seguenti indicazioni:
a) il simbolo ONU per l'imballaggio (per i GIR metallici sui quali la marcatura è apposta per stampaggio o in rilievo, al posto del simbolo possono essere riportate le lettere UN);
b) il codice indicante il tipo di GIR, secondo il marg. 3611 (1);
c) la lettera (X, Y o Z) indicante il o i gruppi d'imballaggio per i quali il tipo di costruzione è stato approvato;
d) mese e anno (ultime due cifre) di fabbricazione;
e) il simbolo () dello Stato nel quale è stata data l'approvazione;
f) nome o sigla del fabbricante o ogni altra identificazione del GIR specificata dall'autorità competente;
g) carico applicato durante la prova di impilamento, in kg;
h) massa lorda massima ammissibile o, per i GIR flessibili, carico massimo ammissibile, in kg.
Questa marcatura di base deve essere apposta nell'ordine dei sottoparagrafi qui sopra indicati. La marcatura prescritta al paragrafo (2) e qualsiasi altra marcatura autorizzata da una autorità competente devono essere disposte al fine di permettere una corretta identificazione dei differenti elementi della marcatura.
Esempi di marcatura di base
11C/X/0193
S/Aurigny/9876 GIR in legno per materie solide, con fodera interna autorizzato per le materie solide del gruppo di imballaggio I.
11A/Y/0289
NL/Mulder 007/5500/1500 GIR metallico di acciaio destinato al trasporto di solidi scaricati, per esempio, per gravità/per i gruppi di imballaggio II e III/fabbricato nel febbraio 1989/approvato in Olanda/fabbricato da «MULDER», conforme al tipo di costruzione al quale l'autorità competente ha attribuito il codice 007/carico utilizzato durante la prova di impilamento in kg/massa lorda massima ammissibile in kg.
13H3/Z/0389
F/Meunier 1713/1000/500 GIR flessibile destinato al trasporto di solidi scaricati, per esempio, per gravità e fabbricato in tessuto di materia plastica con fodera.
31H1/Y/0489
GB//9099/10800/1200 GIR di plastica rigida destinato al trasporto di liquidi, fabbricato in materia plastica, con equipaggiamento di struttura resistente al carico di impilamento.
31HA1/Y/0589
D/Muller/1683/10800/1200 GIR composito destinato al trasporto di liquidi con recipiente interno di materia plastica rigida e involucro esterno di acciaio.
(2) Marcature addizionali ()
Per tutte le categorie di GIR diversi dai GIR flessibili:
i) tara () in kg;
Per i GIR metallici, i GIR di plastica rigida e i GIR compositi con recipiente interno di plastica:
j) contenuto () in litri a 20 °C;
k) data dell'ultima prova di tenuta (mese, anno) si ricorre il caso;
l) data dell'ultima ispezione (mese, anno);
m) pressione massima () di riempimento/svuotamento in kPa (o in bar) se ricorre il caso;
Per i GIR metallici:
n) materiale utilizzato per il corpo e spessore minimo in mm;
o) numero d'ordine de fabbricazione;
Per i GIR di plastica rigida e i GIR compositi con recipiente interno di plastica:
p) pressione (manometrica) di prova () in kPa (o in bar) se ricorre il caso.
(3) I GIR la cui marcatura corrisponde alla presente Appendice, ma che sono stati approvati in uno Stato non contraente l'ADR, possono essere ugualmente utilizzati per il trasporto secondo l'ADR.
Certificazione
3613 Il fabbricante certifica, con l'apposizione della marcatura prescritta nella presente Appendice, che i GIR fabbricati in serie corrispondono ad un tipo di costruzione approvato e che sono soddisfatte le condizioni citate nel certificato di approvazione.
Indice dei GIR
3614 I codici corrispondenti ai diversi tipi di GIR sono i seguenti:
1. GIR per materie solide caricate o scaricate per gravità:
>SPAZIO PER TABELLA>
2. GIR per materie solide caricate o scaricate sotto pressione superiore a 10 kPa (0,1 bar):
>SPAZIO PER TABELLA>
3. GIR per materie liquide:
>SPAZIO PER TABELLA>
Sezione III
Disposizioni costruttive per i GIR
Disposizioni generali
3621 (1) I GIR devono poter resistere ai deterioramenti dovuti all'ambiente o essere protetti in modo adeguato contro tali deterioramenti.
(2) I GIR devono essere fabbricati e chiusi in modo tale che no si possa produrre, nelle normali condizioni de trasporto, una fuga del contenuto.
(3) I GIR e le loro chiusure devono essere fabbricati con materiali compatibili con il loro contenuto o essere protetti internamente affinché questi materiali non rischino:
a) di essere attaccati dal contenuto in modo da rendere pericoloso l'uso del GIR;
b) di causare una reazione o una decomposizione del contenuto o la formazione, per l'azione del contenuto su tali materiali, di composti nocivi o pericolosi.
(4) I giunti, se ve ne sono, devono essere di un materiale che non possa essere attaccato dalle materie trasportate nel GIR.
(5) Tutti gli equipaggiamenti di servizio devono essere sistemati o protetti in modo da limitare al massimo il rischio di fuga delle materie trasportate, in caso di avaria che possa sovvenire durante la movimentazione e il trasporto.
(6) I GIR, i loro accessori, il loro equipaggiamento di servizio e il loro equipaggiamento di struttura devono essere concepiti per poter resistere, senza perdita di contenuto, alla pressione interna del contenuto e agli sforzi subiti durante le normali condizioni di movimentazione e di trasporto. I GIR destinati all'impilamento devono essere concepiti a tale scopo. Tutti i dispositivi di sollevamento o di fissaggio dei GIR devono essere sufficientemente resistenti per non subire deformazioni importanti o cedimenti nelle normali condizioni di movimentazione e di trasporto, ed essere situati in modo tale que nessuna parte del GIR possa subire degli sforzi eccessivi.
(7) Quando un GIR è costituito da un corpo all'interno di una intelaiatura, esso deve essere costruito in modo:
- che il corpo non sfreghi contro l'intelaiatura in modo da essere danneggiato;
- che il corpo sia costantemente trattenuto all'interno dell'intelaiatura;
- che gli elementi di equipaggiamento siano fissati in modo da non poter essere danneggiati se i collegamenti tra il corpo e l'intelaiatura permettano una espansione o uno spontamento di uno rispetto all'altra.
(8) Quando un GIR è munito di un rubinetto di svuotamento dal basso, tale rubinetto deve poter essere bloccato in posizione chiusa e l'insieme del sistema di svuotamento deve essere convenientemente protetto contro le avarie. I rubinetti che si chiudono mediante una manetta devono poter essere protetti contro ogni apertura accidentale e le posizioni aperto e chiuso devono essere ben identificabili. Sui GIR da utilizzare per il trasporto de materie liquide, l'orifizio di svuotamento deve essere anche munito di un dispositivo di chiusura secondario, per esempio una flangia di otturazione o un dispositivo equivalente.
(9) I GIR nuovi, riutilizzati o riparati, devono poter sopportare positivamente le prove prescritte.
Disposizioni particolari per i GIR metallici
3622 (1) Le presenti disposizioni si applicano ai GIR metallici destinati al trasporto di materie solide o liquide.
Questi GIR appartengono ai seguenti tipi:
11A, 11B, 11N
GIR destinati al trasporto di materie solide caricate o scaricate per gravità:
21A, 21B, 21N
GIR destinati al trasporto di materie solide caricate o scaricate sotto una pressione manometrica superiore à 10 kPa (0,1 bar):
31A, 31B, 31N
GIR destinati al trasporto de materie liquide. I GIR metallici destinati al trasporto di materie liquide, che sono conformi alle prescrizioni della presente Appendice, non devono essere utilizzati per il trasporto di materie liquide con una tensione di vapore superiore a 110 kPa (1,1 bar) a 50 °C o superiore a 130 kPa (1,3 bar) a 55 °C.
(2) I corpi devono essere costruiti con un metallo duttile appropriato e la cui saldabilità sia pienamente dimostrata. Le saldature devono essere eseguite a regola d'arte e offrire ogni garanzia di sicurezza.
(3) Se il contatto tra la materia trasportata e il materiale utilizzato per la costruzione del corpo causa una progressiva diminuzione dello spessore della parete, tale spessore deve essere aumentato, durante la costruzione, di un margine appropriato. Questo sovraspessore destinato a compensare la corrosione deve aggiungersi a quello determinato conformemente al paragrafo (7) [si deve ugualmente tener conto del marg. 3621 (3)].
(4) Occorre curare che non avvengano danneggiamenti per corrosione galvanica dovuta alla giustapposizione di metalli differenti.
(5) I GIR di alluminio destinati al trasporto di liquidi infiammabili il cui punto di infiammabilità è inferiore o uguale a 61 °C non devono comportare organi mobili (come coperture metalliche, chiusure, ecc.) di acciaio ossidabile non protetto, che possano provocare reazioni pericolose se entrano in contatto, sia per sfregamento che per urto, con l'alluminio.
(6) I GIR metallici devono essere costruiti con un metallo che soddisfi le seguenti disposizioni:
a) per l'acciaio, l'allungamento alla rottura, in percentuale, non deve essere inferiore a 10 000/Rm con un minimo assoluto del 20 % (Rm è la resistenza minima garantita alla trazione dell'acciaio utilizzato in N/mm2);
b) per l'alluminio e sue leghe, l'allungamento alla rotura, in percentuale, non deve essere inferiore a 10 000/(6 × Rm) con un minimo assoluto dell'8 %.
I campioni che servono a determinare l'allungamento alla rottura devono essere prelevati perpendicolarmente al senso de laminazione e fissati in modo tale che:
L° = 5 d
oppure
L° = 5,65 A
in cui L° = lunghezza tra i riferimenti del provino prima della prova
d = diametro
A = sezione del provino.
(7) Spessore minimo della parete
a) nel caso di un acciaio di riferimento il cui prodotto Rm × A° = 10 000, lo spessore della parete non deve essere inferiore ai seguenti valori:
>SPAZIO PER TABELLA>
in cui A° = allungamento minimo (espresso in percentuale) dell'acciaio di riferimento utilizzato alla rottura sotto sforzo di trazione [ved. paragrafo (6)];
b) per gli altri metalli escluso l'acciaio di riferimento definito sub a) qui sopra, lo spessore minimo della parete deve essere determinato con l'equazione seguente:
e1 = nella quale e1 = spessore equivalente richiesto del metallo utilizzato (in mm);
e0 = spessore minimo richiesto dell'acciaio di riferimento (in mm);
Rm1 = resistenza minima garantita alla trazione del metallo utilizzato (in N/mm2);
A1 = allungamento minimo (espresso in percentuale) del metallo utilizzato alla rottura sotto sforzo di trazione [ved. paragrafo (6)].
Tuttavia, lo spessore della parete non deve essere in nessun caso inferiore a 1,5 mm.
(8) Prescrizioni relative alla decompressione
I GIR destinati al trasporto di materie liquide devono poter liberare una quantità sufficiente di vapore per evitare, in caso di incendio, una rottura del serbatoio. Ciò può essere assicurato dall'installazione di classici dispositivi di decompressione appropriati o da altre tecniche legate alla costruzione.
La pressione che deve provocare il funzionamento di tali dispositivi non deve essere superiore a 65 kPa (0,65 bar) né inferiore alla pressione manometrica totale effettiva nel GIR [vale a dire la tensione di vapore della materia di riempimento aumentata della pressione parziale dell'aria e di altri gas inerti, meno 100 kPa (1 bar)] a 55 °C, determinata per un grado massimo di riempimento così come definito al marg. 3601 (7). I dispositivi di decompressione richiesti devono essere installati nella fase vapore.
Disposizioni particolari per i GIR flessibili
3623 (1) Le presenti disposizioni si applicano ai GIR flessibili destinati al trasporto di materie solide. Essi sono dei tipi seguenti:
13H1 Tessuto di materia plastica senza rivestimento interno nè fodera
13H2 Tessuto di materia plastica con rivestimento interno
13H3 Tessuto di materia plastica con fodera
13H4 Tessuto di materia plastica con rivestimento interno e fodera
13H5 Pellicola di materia plastica
13L1 Materia tessile senza rivestimento interno né fodera
13L2 Materia tessile con rivestimento interno
13L3 Materia tessile con fodera
13L4 Materia tessile con rivestimento interno e fodera
13M1 Carta multifoglio
13M2 Carta multifoglio resistente all'acqua.
(2) I corpi devono essere costruiti con materiali appropriati. La solidità del materiale e la confezione del GIR flessibile devono essere in funzione del contenuto e dell'uso al quale esso è destinato.
(3) Tutti i materiali utilizzati per la costruzione dei GIR flessibili dei tipi 13M1 e 13M2 devono, dopo immersione completa in acqua per almeno 24 ore, conservare almeno l'85 % della resistenza alla trazione misurata inizialmente sul materiale condizionato all'equilibrio ad una umidità relativa uguale o inferiore al 67 %.
(4) I giunti devono essere effettuati per cucitura, saldatura a caldo, incollaggio o ogni altro metodo equivalente. Tutti i giunti cuciti devono essere fermati.
(5) I GIR flessibili devono offrire una appropriata resistenza all'invecchiamento e alla degradazione, provocati dall'irraggiamento ultravioletto, dalle condizioni climatiche o dalla materia trasportata, che sia conforme all'uso al quale essi sono destinati.
(6) Se è necessaria una protezione contro i raggi ultravioletti per i GIR flessibili di materia plastica, essa deve essere assicurata per incorporazione di nerofumo o di altri pigmenti o inibitori appropriati. Questi additivi devono essere compatibili con il contenuto e devono conservare la loro efficacia durante tutta la durata di utilizzazione del recipiente. In caso di utilizzazione di nerofumo, pigmenti o inibitori differenti da quelli utilizzati per la fabbricazione del tipo di costruzione approvato, si può rinunciare a ripetere le prove se il tenore modificato di nerofumo, di pigmenti o inibitori non ha effetti nefasti sulle proprietà fisiche del materiale di costruzione.
(7) Degli additivi possono essere inclusi nei materiali del corpo al fine di migliorare la resistenza all'invecchiamento o per altri fini, a condizione che non alterino le proprietà chimiche e fisiche.
(8) Per la fabbricazione dei corpi dei GIR, non si possono utilizzare materiale provenienti da imballaggi usati. Possono essere utilizzati i ritagli o avanzi di produzione provenienti dal medesimo procedimento di fabbricazione. Si possono riutilizzare elementi come fissaggi e basi di pallets, a condizione che non abbiano subito alcun danno durante una precedente utilizzazione.
(9) Quando un recipiente è pieno, il rapporto tra l'altezza e la larghezza non deve superare 2:1.
(10) La fodera deve essere realizzata in materiale appropriato. La solidità del materiale utilizzato e la confezione della fodera devono essere in funzione del contenuto del GIR e dell'uso al quale è destinato. I giunti e le chiusure devono essere stagne ai pulverulenti e capaci di sopportare le pressioni e gli urti che possono prodursi nelle normali condizioni di movimentazione e di trasporto.
Disposizioni particolari per i GIR in plastica rigida
3624 (1) Le presenti disposizioni si applicano ai GIR di plastica rigida destinati al trasporto di materie solide o liquide. Questi GIR sono dei seguenti tipi:
11H1 per materie solide caricate o scaricate per gravità, con ossatura concepita per sopportare il carico totale quando i GIR sono impilati.
11H2 per materie solide caricate o scaricate per gravità, autoportante.
21H1 per materie solide caricate o scaricate sotto pressione superiore a 10 kPa (0,1 bar), con ossatura concepita per sopportare il carico totale quando i GIR sono impilati.
21H2 per materie solide caricate o scaricate sotto pressione superiore a 10 kPa (0,1 bar), autoportante.
31H1 per materie liquide, con ossatura concepita per sopportare il carico totale quando i GIR sono impilati.
31H2 per materie liquide, autoportante.
(2) I corpi devono essere costruiti con materia plastica appropriata le cui caratteristiche sono conosciute, e la sua resistenza deve essere in funzione del contenuto e dell'uso al quale esso è destinato. Questa materia deve resistere convenientemente all'invecchiamento e alla degradazione provocata dalla materia contenuta e, se il caso, dall'irraggiamento ultravioletto. Se della materia contenuta filtra, questa non deve costituire un pericolo nelle normali condizioni di trasporto.
(3) Se è necessaria una protezione contro i raggi ultravioletti, essa deve essere assicurata per incorporazione di nerofumo o di altri pigmenti o inibitori appropriati. Questi additivi devono essere compatibili con il contenuto e devono conservare la loro efficacia durante tutta la durata di utilizzazione del corpo. In caso di utilizzazione di nerofumo, pigmenti o inibitori differenti da quelli utilizzati per la fabbricazione del tipo di costruzione approvato, si può rinunciare a ripetere le prove se il tenore modificato di nerofumo, di pigmenti o inibitori non ha effetti nefasti sulle proprietà fisiche del materiale di costruzione.
(4) Degli additivi possono essere inclusi nei materiali del corpo al fine di migliorare la resistenza all'invecchiamento o per altri fini, a condizione che non ne alterino le proprietà chimiche e fisiche.
(5) Per la fabbricazione dei GIR di plastica rigida, non si possono utilizzare materiali provenienti da imballaggi usati diversi dai ritagli, avanzi o materiale rimacinato provenienti dal medesimo procedimento di fabbricazione.
(6) I GIR destinati al trasporto di materie liquide devono poter liberare una quantità sufficiente di vapore per evitare una rottura del corpo. Ciò può essere assicurato dall'installazione di appropriati dispositivi di decompressione convenzionali o da altre tecniche legate alla costruzione. La pressione provocante il funzionamento di tali dispositivi non deve essere superiore alla pressione della prova di pressione idraulica.
(7) Salvo deroghe accordate dall'autorità competente, la durata di utilizzazione ammessa per il trasporto dei liquidi pericolosi è di 5 anni a partire dalla data di fabbricazione del recipiente del GIR a meno che non sia prevista una durata di utilizzazione più breve in considerazione del liquido da trasportare.
Disposizioni particolari per i GIR compositi con recipiente interno di plastica
3625 (1) Le presenti disposizioni si applicano ai GIR compositi destinati al trasporto di materie solide o liquide. Questi GIR sono dei seguenti tipi:
a) 11HZ1 per materie solide caricate o scaricate per gravità, con recipiente interno di plastica rigida;
11HZ2 per materie solide caricate o scaricate per gravità, con recipiente interno di plastica flessibile;
21HZ1 per materie solide caricate o scaricate sotto pressione superiore a 10 kPa (0,1 bar), con recipiente interno di plastica rigida;
21HZ2 per materie solide caricate o scaricate sotto pressione superiore a 10 kPa (0,1 bar), con recipiente interno di plastica flessibile;
31HZ1 per materie liquide, con recipiente interno di plastica rigida;
31HZ2 per materie liquide, con recipiente interno di plastica flessibile.
b) Questo codice deve essere completato rimpiazzando la lettera «Z» da una lettera maiuscola, conformemente al marg. 3611 [1]b) per indicare la natura del materiale utilizzato per l'involucro esterno.
(2) Generalità
a) Il recipiente interno non è concepito per soddisfare una funzione di ritenzione senza il suo involucro esterno.
b) L'involucro esterno è normalmente costituito da un materiale rigido formato in modo da proteggere il recipiente interno in caso di avaria sopravveniente durante la movimentazione e il trasporto, ma non è concepito per soddisfare la funzione di ritenzione; esso comprende, se il caso, la pallet di base.
c) Un GIR composito il cui involucro esterno avvolge completamente il recipiente interno deve essere concepito in modo che si possa valutare agevolmente l'integrità di tale recipiente dopo la prova di tenuta e di pressione idraulica.
(3) Recipiente interno
Si devono applicare per il recipiente interno le stesse disposizioni previste al marg. 3624 paragrafi da (2) a (6) per i GIR di plastica rigida restando inteso che in questo caso, le prescrizioni applicabili al corpo, per i GIR di plastica rigida sono applicabili al recipiente interno per i GIR compositi.
(4) Involucro esterno
a) La resistenza del materiale e la costruzione dell'involucro esterno devono essere in funzione del contenuto del GIR composito e dell'uso al quale esso è destinato.
b) L'involucro esterno non deve comportare asperità suscettibili di danneggiare il recipiente interno.
c) Gli involucri esterni di metallo a pareti piene o a forma reticolare devono essere di un materiale appropriato e di uno spessore sufficiente.
d) Gli involucri esterni di legno naturale devono essere di legno ben seccato, commercialmente esente da umidità e privo di difetti suscettibili di ridurre sensibilmente la resistenza di ogni elemento costitutivo dell'involucro. Il coperchio e il fondo possono essere di legno ricostituito resistente all'acqua come pannello duro, pannello di particelle o altro tipo appropriato.
e) Gli involucri esterni di legno compensato devono essere di legno compensato ottenuto da fogli ben secchi ottenuti per taglio rotante, tranciati o segati, commercialmente esenti da umidità e da difetti tali da ridurre la resistenza dell'involucro. Tutti gli strati devono essere incollati mediante una colla resistente all'acqua. Altri materiali appropriati possono essere utilizzati con il legno compensato per la fabbricazione degli involucri. I pannelli degli involucri devono essere solidamente inchiodati o ancorati ai cantonali o alle estremità, oppure assemblati mediante altri dispositivi ugualmente appropriati.
f) Le pareti degli involucri esterni di legno ricostituito devono essere di legno ricostituito resistente all'acqua come pannello duro, pannello di particelle o altro tipo appropriato. Le altri parti degli involucri possono essere fatte di altri materiali appropriati.
g) Nel caso di involucri esterni di cartone, deve essere utilizzato un cartone compatto o un cartone ondulato a doppia faccia (a uno o più strati), resistente e di buona qualità, appropriato alla capacità degli involucri e all'uso al quale essi sono destinati. La resistenza all'acqua della superficie esterna deve essere tale che l'aumento di peso misurato in una prova di determinazione di assorbimento dell'acqua di una durata di 30 minuti, secondo il metodo di Cobb - ved. norma ISO 535-1991 - non sia superiore a 155 g/m2. Il cartone deve essere di qualità tale che si possa piegare senza rompersi. Il cartone deve essere tagliato, piegato senza lacerazioni e fenditure e ritagliato in modo da poter essere assemblato senza fessurazioni, rotture superficiali o curvature anomale. Gli strati di cartone ondulato devono essere solidamente incollati agli strati piani.
h) I coperchi degli involucri di cartone possono comportare un telaio di legno o essere interamente di legno. Essi possono essere rinforzati mediante barre di legno.
3625
(suite) i) I giunti di assemblaggio degli involucri di cartone devono essere realizzati mediante nastro adesivo, a falde incollate o aggraffate. I giunti a falde devono avere una sufficiente sovrapposizione. Quando la chiusura è effettuata mediante incollaggio o con nastro adesivo, la colla deve essere resistente all'acqua.
j) Quando l'involucro esterno è di plastica, si devono applicare le appropriate disposizioni previste al marg. 3624 paragrafi da (2) a (5) per i GIR di plastica rigida restando inteso che in questo caso, le prescrizioni applicabili al corpo per i GIR di plastica rigida sono applicabili all'involucro esterno per i GIR compositi.
(5) Altri equipaggiamenti di struttura
a) Ogni base formante parte integrante del GIR o ogni pallet separabile deve essere appropriata per una movimentazione meccanica del GIR riempito alla sua massa massima ammissibile.
b) La pallet o la base devono essere concepite in modo da evitare ogni cedimento del fondo del GIR suscettibile di causare danni durante la movimentazione.
c) L'involucro esterno deve essere sistemato sulla pallet separabile affinché la stabilità sia assicurata durante la movimentazione e il trasporto. Quando si fa uso di una pallet separata, la sua superficie superiore deve essere esente da ogni asperità suscettibile di danneggiare il GIR.
d) È permesso utilizzare dispositivi di rinforzo, quali supporti di legno, destinati a facilitare l'impilamento, ma essi devono essere esterni al recipiente interno.
e) Quando i GIR sono destinati ad essere impilati, la superficie portante deve essere prevista in maniera che il carico sia ripartito in modo sicuro.Tali GIR devono essere concepiti in modo che questo carico non sia sopportato dal recipiente interno.
(6) Salvo deroghe accordate dall'autorità competente la durata di utilizzazione ammessa per il trasporto di liquidi pericolosi non deve superare i 5 anni a partire dalla data di fabbricazione del recipiente del GIR a meno che non sia prescritta una durata di utilizzazione più breve in funzione della natura del liquido da trasportare.
Disposizioni particolari per i GIR di cartone
3626 (1) Le presenti disposizioni si applicano ai GIR di cartone destinati al trasporto di materie solide caricate e scaricate per gravità. Questi GIR sono del tipo 11G.
(2) I GIR di cartone non devono comportare dispositivi di sollevamento dall'alto.
(3) Corpo
a) Deve essere utilizzato un cartone compatto o un cartone ondulato a doppia faccia (con scanalatura semplice o multistrato) di buona qualità, appropriato alla capacità dei GIR e all'uso al quale essi sono destinati. La resistenza all'acqua della superficie esterna deve essere tale che l'aumento di peso misurato in una prova di determinazione di assorbimento dell'acqua di una durata di 30 minuti, secondo il motodo di Cobb - ved. norma ISO 535-1991 - non sia superiore a 155 g/m2. Il cartone deve possedere caratteristiche appropriate di resistenza al piegamento. Il cartone deve essere tagliato, piegato, senza lacerazioni e ritagliato in modo da poter essere assemblato senza fessurazioni, rotture superficiali o curvature anomale. Gli strati di cartone ondulato devono essere solidamente incollati agli strati piani.
b) Le pareti, ivi compresi il coperchio e il fondo, devono avere una resistenza minima alla perforazione di 15 J misurata secondo la norma ISO 3036-1975.
c) Per il corpo dei GIR, la sovrapposizione al livello dei raccordi deve essere sufficiente, e l'assemblaggio deve essere effettuato mediante nastro adesivo, colla o graffe metalliche o ancora mediante altro mezzo almeno di pari efficacia.Quando l'assemblaggio è effettuato mediante incollaggio o con nastro adesivo, la colla deve essere resistente all'acqua. Le graffe metalliche devono attraversare completamente gli elementi da fissare ed essere formate o protette in modo tale che non possano abradere o perforare il rivestimento interno.
(4) Fodera
La fodera deve essere concepita in materiale appropriato. La resistenza del materiale utilizzato e la costruzione della fodera devono essere adattati alla capacità dei GIR e all'uso al quale essi sono destinati. I giunti e le chiusure devono essere stagni ai polverulenti e poter resistere alle pressioni e agli urti suscettibili di sopravvenire nelle normali condizioni di movimentazione e di trasporto.
(5) Equipaggiamenti di struttura
a) Ogni base formante parte integrante del GIR o ogni pallet separabile deve essere appropriato per una movimentazione meccanica del GIR riempito alla sua massa massima ammissibile.
b) La pallet o la base integrata devono essere concepiti in modo da evitare ogni cedimento del fondo del GIR suscettibile di causare danni durante la movimentazione.
c) Il corpo deve essere sistemato sulla pallet separabile affinché la stabilità sia assicurata durante la movimentazione e il trasporto. Quando si fa uso di una pallet separata, la sua superficie superiore deve essere esente da ogni asperità suscettibile di danneggiare il GIR.
d) È permesso utilizzare dispositivi di rinforzo, quali supporti di legno, destinati a facilitare l'impilamento, ma essi devono essere esterni al rivestimento interno.
e) Quando i GIR sono destinati ad essere impilati, la superficie portante deve essere prevista in maniera che il carico sia ripartito in modo sicuro.
Disposizioni particolari per i GIR di legno
3627 (1) Le presenti disposizioni si applicano ai GIR di legno destinati al trasporto di materie solide caricate o scaricate per gravità. I GIR di legno sono dei seguenti tipi:
11C: legno naturale con fodera
11D: legno compensato con fodera
11F: legno ricostituito con fodera
(2) I GIR di legno non devono comportare dispositivi di sollevamento dall'alto.
(3) Corpi
a) La resistenza dei materiali utilizzati e il metodo di costruzione devono essere appropriati alla capacità dei GIR e all'uso al quale essi sono destinati.
b) Quando i corpi sono di legno naturale, questo deve essere ben seccato, commercialmente esente da umidità e privo di difetti suscettibili di ridurre sensibilmente la resistenza di ogni elemento costitutivo del GIR. Ogni elemento costitutivo del GIR deve essere di un sol pezzo o equivalente. Gli elementi sono considerati come equivalenti ad elementi di un sol pezzo quando sono assemblati:
- per incollaggio secondo un appropriato metodo (per es. a coda di rondine, a scanalatura e linguetta, ad intaglio a metà legno),
- a giunti piatti con almeno due graffe ondulate di metallo per ogni giunto, oppure
- mediante altri metodi di pari eficacia.
c) Quando i corpi sono di legno compensato, questo deve comportare almeno tre strati ed essere fatto da fogli ben secchi ottenuti per taglio rotante, tranciati o segati, commercialmente esenti da umidità e da difetti tali da ridurre la resistenza del corpo. Tutti gli strati devono essere incollati mediante una colla resistente all'acqua. Altri appropriati materiali possono essere utilizzati con il legno compensato per la fabbricazione dei corpi.
d) Quando i corpi sono di legno ricostituito quale pannello duro, pannello di particelle o altro tipo appropriato questo deve essere resistente all'acqua.
e) I pannelli dei GIR devono essere solidamente inchiodati o ancorati ai cantonali o ai montanti d'angolo o inchiodati sulle estremità, oppure assemblati mediante altri dispositivi ugualmente appropriati.
(4) Fodera
La fodera deve essere concepita in materiale adeguato. La resistenza del materiale utilizzato e la costruzione della fodera devono essere adattati alla capacità dei GIR e all'uso al quale essi sono destinati. I giunti e le chiusure devono essere stagni ai polverulenti e poter resistere alle pressioni e agli urti suscettibili di sopravvenire nelle normali condizioni di movimentazione e di trasporto.
(5) Equipaggiamenti di struttura
a) Ogni base formante parte integrante del GIR o ogni pallet separabile deve essere appropriata per una movimentazione meccanica del GIR riempito alla sua massa lorda massima ammissibile.
b) La pallet o la base integrata devono essere concepite in modo da evitare ogni cedimento del fondo del GIR suscettibile di causare danni durante la movimentazione.
c) Il corpo deve esssere sistemato sulla pallet separabile affinché la stabilità sia assicurata durante la movimentazione e il trasporto. Quando si fa uso di una pallet separata, la sua superficie superiore deve essere esente da ogni asperità suscettibile di danneggiare il GIR.
d) È permesso utilizzare dispositivi di rinforzo, quali supporti di legno, destinati a facilitare l'impilamento, ma essi devono essere esterni al rivestimento interno.
e) Quando i GIR sono destinati ad essere impilati, la superficie portante deve essere prevista in maniera che il carico sia ripartito in modo sicuro.
Sezione IV
Prescrizioni relative alle prove sui GIR
A. Prove sui tipi di costruzione
Prescrizioni generali
3650 (1) Il tipo di costruzione di ogni GIR deve essere provato ed approvato dall'autorità competente o da un organismo da essa designato.
(2) Per ogni tipi di costruzione, un solo GIR deve superare le prove enumerate al seguente paragrafo (5), nell'ordine in cui esse sono menzionate nella tavola e secondo le modalità definite ai marg. da 3652 a 3660 (come pure, per i GIR flessibili, secondo le procedure stabilite dall'autorità competente). Il tipo di costruzione del GIR è determinato dalla sua concezione, taglia, materiale utilizzato e suo spessore, modo di costruzione, dispositivi di riempimento e di svuotamento, ma può includere anche diversi trattamenti superficiali. Esso ingloba ugualmente GIR che differiscono dal tipo di costruzione solo per loro dimensioni esterne ridotte.
Tuttavia, l'aurorità competente può autorizzare l'effettuazione di profe selettive su GIR che si differenzino da un tipo già provato solo su dei punti minori, per esempio leggere riduzioni delle dimensioni esterne.
(3) Le prove devono essere effettuate su GIR pronti per la spedizione. I GIR devono essere riempiti secondo le indicazioni date per le differenti prove. Le materie da trasportare nei GIR possono essere sostituite con altre materie, a meno che la natura di queste ultime non falsi i risultati delle prove. Per le materie solide, se è utilizzata un'altra materia, essa deve avere le stesse caratteristiche fisiche (massa, granulometria, ecc.) della materia da trasportare. È permesso utilizzare dei pesi addizionali, come sacchi di pallini di piombo, per ottenere la massa totale richiesta del collo, a condizione che siano sistemati in modo tale da non falsare i risultati delle prove.
(4) Per le prove di caduta concernenti materie liquide, quando sia utilizzata un'altra materia, essa deve avere una densità relativa e una viscosità analoga a quella della materia da trasportare. L'acqua può anche essere utilizzata come materia di sostituzione per la prova di caduta relativa alle materie liquide alle seguenti condizioni:
a) se le materie da trasportare hanno una densità relativa non superiore a 1,2, le altezze di caduta devono essere quelle che sono indicate nelle concernenti sezioni relative ai diversi tipi di GIR;
b) se le materie da trasportare hanno una densità relativa superiore a 1,2, le altezze di caduta devono essere calcolate in funzione della densità relativa d) della materia da trasportare arrotondata alla prima cifra decimale come di seguito:
>SPAZIO PER TABELLA>
(5) Prove richieste per ogni tipo di costruzione di GIR
Ogni «X» significa che la categoria di GIR indicata in testa alla colonna è sottoposta alla prova indicata nella linea, nell'ordine in cui essa è menzionata.
>SPAZIO PER TABELLA>
Preparazione dei GIR per le prove
3651 (1) GIR flessibili, GIR di cartone e GIR compositi con involucro esterno di cartone
I GIR di carta, i GIR di cartone e i GIR compositi con involucro esterno di cartone devono essere condizionati almeno per 24 ore in una atmosfera avente una umidità relativa e una temperatura controllate. La scelta da fare è tra tre opzioni possibili. La condizione giudicata preferibile per tale condizionamento è di 23 °C ± 2 °C per la temperatura e 50 % ± 2 % per l'umidità relativa. Le altre due possibilità sono rispettivamente 20 °C ± 2 °C e 65 % ± 2 % oppure 27 °C ± 2 °C e 65 % ± 2 %.
Nota: Questi valori corrispondono a valori medi. A corto termine i valori di umidità relativa possono variare di ± 5 %, senza che questo eserciti una influenza sulla prova.
(2) GIR di plastica rigida e GIR compositi con recipiente interno di plastica
Devono essere prese le misure necessarie per verificare che la plastica utilizzata per la fabbricazione dei GIR di plastica rigida e dei GIR compositi soddisfi alle prescrizioni del marg. 3624.
Per dimostrare la sufficiente compatibilità chimica con la merce di riempimeento, i campioni di GIR devono essere sottoposti ad un prestoccaggio di 6 mesi, periodo durante il quale i campioni restano riempiti con le materie che essi sono destinati a contenere o materie reputate poter avere almeno un normale effetto di fessurazione sotto sforzo, di diminuzione della resistenza o di degradazione molecolare sul materiale plastico in questione almeno ugualmente importante; prova preliminare dopo la quale i campioni devono essere sottoposti alle prove enumerate al marg. 3650 (5).
Se il comportamento del materiale plastico è stato valutato con un altro metodo, non è necessario procedere alla prova di compatibilità indicata qui sopra. Tali metodi devono essere almeno equivalenti a questa prova di compatibilità e riconosciuti dalla autorità competente.
Modalità di esecuzione delle prove
3652 Prova di sollevamento dal basso
(1) Applicabilità
Prova per tutti i tipi di GIR muniti di punti di sollevamento dal basso.
(2) Preparazione del GIR per la prova
Il GIR deve essere riempito ad 1,25 volte la sua massa lorda massima ammissibile, e il carico deve essere uniformemente ripartito.
(3) Modo di operare
Il GIR deve essere sollevato e posato due volte mediante una forca di un carrello elevatore situato in posizione centrale e i cui bracci sono spaziati a tre quarti della dimensione della faccia di inserzione (salvo se i punti di inserzione siano fissi). La forca deve essere infilata fino a tre quarti della direzione di inserzione. La prova deve essere ripetuta per ogni direzione di inserzione possibile.
(4) Criteri di accettazione
Non deve essere constata nè una deformazione permanente che renda il GIR (ivi compresa la pallet di base per i GIR compositi con recipiente di plastica, i GIR di cartone e i GIR di legno) improprio per il trasporto, né perdita del contenuto.
3653 Prova di sollevamento dall'alto
(1) Applicabilità
Prova per tutti i tipi di GIR muniti di dispositivi di sollevamento dall'alto, o, se il caso, per il fianco per i GIR flessibili.
(2) Preparazione del GIR per la prova
GIR metallici, GIR di plastica rigida, GIR compositi con recipiente interno di plastica:
Il GIR deve essere riempito a 2 volte la sua massa lorda massima ammissibile.
GIR flessibili:
Il GIR deve essere riempito con un carico uniformemente ripartito uguale a 6 volte il suo carico massimo ammissibile.
(3) Modo di operare
GIR metallici e GIR flessibili:
Il GIR deve essere sollevato nel modo per il quale esso è concepito fino a non toccare il suolo ed essere mantenuto in questa posizione per 5 minuti.
Per i GIR flessibili possono essere utilizzati altri metodi di prove di sollevamento dall'alto e di preparazione almeno ugualmente efficaci.
GIR di plastica rigida, GIR compositi con recipiente interno di plastica:
Il GIR deve essere mantenuto sollevato mediante ogni paio di attacchi diagonalmente opposti per 5 minuti, le forze di sollevamento devono esercitarsi verticalmente; e il GIR deve essere mantenuto sollevato mediante ogni paio di attacchi diagonalmente opposti per 5 minuti, le forze di sollevamento devono esercitarsi verso il centro del GIR a 45° dalla verticale.
(4) Criteri di accettazione
GIR metallici, GIR di plastica rigida, GIR compositi con recipiente interno di plastica:
Non deve essere constatata né una deformazione permanente che renda il GIR (ivi compresa la pallets di base per i GIR compositi) improprio per il trasporto, né perdita del contenuto.
GIR flessibili:
Non deve essere constatato danneggiamento, sul GIR o sui suoi dispositivi di sollevamento, che renda il GIR improprio per il trasporto o per la movimentazione.
3654 Prova di lacerazione
(1) Applicabilità
Prova per tutti i tipi di GIR flessibili.
(2) Preparazione del GIR per la prova
Il GIR deve essere riempito, almeno al 95 % della sua capacità, al suo carico massimo ammissibile, uniformemente ripartito.
(3) Modo di operare
Una volta che il GIR sia sistemato sul suolo, la parete più larga deve essere trapassata da parte a parte da un taglio mediante coltello per una lunghezza di 100 mm facente un angolo di 45° con l'asse principale del GIR e a mezza altezza tra il livello superiore del contenuto e il fondo del GIR. Si fa allora sopportare al GIR un carico sovraimposto uniformemente ripartito e uguale a 2 volte il carico massimo ammissibile. Tale carico deve essere applicato per almeno 5 minuti.
I GIR concepiti per essere sollevati dall'alto o da un fianco devono in seguito, dopo che il carico sovraimposto è stato tolto, essere sollevati fino a non toccare più il suolo e mantenuti in questa posizione per 5 minuti. Possono essere utilizzati altri metodi ugualmente efficaci.
(4) Criteri di accettazione
L'intaglio non si deve ingrandire oltre il 25 % in rapporto alla sua lunghezza iniziale.
3655 Prova di impilamento
(1) Applicabilità
Prova per tutti i tipi di GIR.
(2) Preparazione del GIR per la prova
Tutte le categorie di GIR diversi dai GIR flessibili:
Il GIR deve essere riempito fino alla sua massa lorda massima ammisibile.
GIR flessibili:
Il GIR deve essere riempito, almeno al 95 % della sua capacità, al suo carico massimo ammissibile, uniformemente ripartito.
(3) Modo di operare
Il GIR deve essere posato sulla sua base su un suolo duro orizzontale e sopportare un carico di prova posato su di lui e uniformemente ripartito [ved. paragrafo (4) qui di seguito].
>SPAZIO PER TABELLA>
Per tutte le categorie di GIR diversi dai GIR metallici, il sovraccarico di prova deve essere applicato secondo uno dei seguenti metodi:
- uno o più GIR identici caricati alla loro massa lorda massima ammissibile (al loro carico massimo ammissibile, se si tratta di GIR flessibili) e impilati surl GIR sottoposto alla prova,
- masse appropriate sono caricate su una piattaforma o su un supporto rappresentante la base di un GIR, che è posato sul GIR sottoposto alla prova.
(4) Calcolo del carico di prova da sovrapporre
Il carico posato sul GIR deve essere uguale almeno a 1,8 volte la massa lorda massima ammissibile totale del numero di GIR simili che possono essere impilati sul GIR durante il trasporto.
(5) Criteri di accettazione
- GIR diversi dai GIR flessibili:
Non deve essere constatata né una deformazione permanente che renda il GIR (ivi compresa la pallets di base per i GIR compositi, i GIR di cartone e i GIR di legno) improprio per il trasporto, né perdita del contenuto.
- GIR flessibili:
Non deve essere constatato né un deterioramento del corpo che renda il GIR improprio per il trasporto, né perdita del contenuto.
3656 Prova di tenuta
(1) Applicabilità
Prova per tutti i tipi di GIR metallici, come pure per i GIR di materia plastica e i GIR compositi con recipiente interno di plastica destinati al trasporto di materie solide caricate o scaricate sotto pressione o al trasporto di materie liquide.
(2) Preparazione del GIR per la prova
Se le chiusure sono munite di sfiato, si deve sostituirle con chiusure analoghe senza sfiato, oppure chiudere ermeticamente gli sfiati. Inoltre, per i GIR metallici, la prova sul tipo di costruzione deve essere eseguita prima della sistemazione di ogni elemento di calorifugazione.
Per questa prova, non è necessario che il GIR sia munito delle sue chiusure. Il recipiente interno di un GIR composito può essere sottoposto a prova senza imballaggio esterno a condizione che ciò non influenzi i risultati di prova.
(3) Modo di operare e pressione da applicare
La prova deve essere eseguita per almeno 10 minuti, ad una pressione manometrica costante di almeno 20 kPa (0,2 bar). La tenuta stagna del GIR all'aria deve essere determinata mediante un metodo appropriato, per esempio sottoponendo il GIR ad una prova di pressione differenziale di aria o immergendolo nell'acqua. In quest'ultimo caso, è necessario applicare un coefficiente di correzione per tenere conto della pressione idrostatica. Si può ricorrere ad altri metodi almeno di pari efficacia per i GIR di plastica rigida e per i GIR compositi.
(4) Criteri di accettazione
Non deve essere constatata nessuna perdita.
3657 Prova di pressione interna (idraulica)
(1) Applicabilità
Prova per i GIR dei tipi:
- 21A, 21B, 21N, 31A, 31B, 31N
- 21H1, 21H2, 31H1, 31H2
- 21HZ1, 21HZ2, 31HZ1, 31HZ2
(2) Preparazione del GIR per la prova
I dispositivi di decompressione devono essere tolti e i loro orifizi otturati oppure tali dispositivi devono essere resi inoperanti. Inoltre, per i GIR metallici, la prova deve essere eseguita prima della sistemazione di ogni elemento di calorifugazione.
(3) Modo di operare
La prova deve essere eseguita per almeno 10 minuti, ad una pressione idraulica costante che non deve essere inferiore a quella indicata al paragrafo (4). Il GIR non deve essere imbrigliato meccanicamente durante la prova.
(4) Pressione da applicare
a) GIR metallici:
1. Per i GIR dei tipi 21A, 21B e 21N destinati al trasporto di materie solide del gruppo di imballaggio I: pressione manometrica di 250 kPa (2,5 bar).
2. Per i GIR dei tipi 21A, 21B, 21N, 31A, 31B e 31N destinati al trasporto delle materie dei gruppi di imballaggio II o III: pressione manometrica di 200 kPa (2 bar).
3. Inoltre per i GIR dei tipi 31A, 31B e 31N deve essere eseguita una prova ad una pressione di 65 kPa (0,65 bar) prima di quella a 2 bar.
b) GIR di plastica rigida e GIR compositi con recipiente interno di plastica:
1. Per i GIR dei tipi 21H1, 21H2, 21HZ1 e 21HZ2: pressione manometrica di 75 kPa (0,75 bar).
2. Per i GIR dei tipi 31H1, 31H2, 31HZ1 e 31HZ2, il più elevato dei valori di cui ad i) e ii):
i) la pressione manometrica totale nel GIR (vale a dire la tensione di vapore della materia contenuta, più la pressione parziale dell'aria o di altri gas inerti, meno 100 kPa) a 55 °C, moltiplicata per un coefficiente di sicurezza di 1,5; per determinare questa pressione manometrica totale, si deve prendere per base un grado di riempimento massimo conforme al marg. 3601 [7] e una temperatura di riempimento di 15 °C; oppure
1,75 volte la tensione di vapore a 50 °C della materia da trasportare, meno 100 kPa; tuttavia essa non deve essere inferiore a 100 kPa, oppure
1,5 volte la tensione di vapore a 55 °C della materia da trasportare, meno 100 kPa; tuttavia essa non deve essere inferiore a 100 kPa;
ii) il doppio della pressione statica della materia da trasportare, con un minimo del doppio della pressione statica dell'acqua.
(5) Criteri di accettazione
- GIR metallici:
Per tutti i GIR dei tipi 21A, 21B, 21N, 31A, 31B, 31N sottoposti alla prova di pressione specificata al paragrafo (4)a)1 o 2: non deve essere constatata alcuna perdita.
Per i GIR dei tipi 31A, 31B, 31N sottoposti alla prova di pressione specificata al paragrafo (4)a)3: non deve essere constatata né una deformazione permanente che renda il GIR improprio per il trasporto, né perdita del contenuto.
- GIR di plastica rigida e GIR compositi:
Non deve essere constatata né una deformazione permanente che renda il GIR inadatto per il trasporto, né perdita del contenuto.
3658 Prova di caduta
(1) Applicabilità
Prova per tutti i tipi di GIR.
(2) Preparazione del GIR per la prova
Il GIR deve essere riempito:
- per le materie solide, almeno al 95 % della sua capacità,
- per le materie liquide, almeno al 98 % della sua capacità se si tratta di un GIR metallico o di un GIR di plastica rigida, ad almeno al 90 % della sua capacità se si tratta di un GIR composito con recipiente interno di plastica.
Il GIR deve inoltre essere riempito al suo carico massimo autorizzato secondo il tipo di costruzione.
Per i GIR metallici, i GIR di plastica rigida e i GIR compositi con recipiente interno di plastica, i dispositivi previsti per la decompressione devono essere tolti e i loro orifizi otturati oppure tali dispositivi devono essere resi inoperanti.
Per i GIR di plastica rigida e i GIR compositi con recipiente interno di plastica, la prova deve essere eseguita quando la temperatura del campione e del suo contenuto sia stata abbassata ad almeno a P 18 °C. Se i campioni di prova sono stati preparati in tal modo, può essere omesso il condizionamento prescritto al marg. 3651 (2).
Le materie liquide che servono per la prova devono essere mantenute allo stato liquido, se necessario con addizione di antigelo.
Questo condizionamento non è necessario se la duttilità e la resistenza alla trazione dei materiali non sono influenzate in modo notevole ad una temperatura di P 18 °C o inferiore.
(3) Modo di operare
La caduta si deve effettuare su una superficie rigida, non elastica, uniforme, piana e orizzontale, in modo che il GIR urti il suolo sul suo fondo (se si tratta di GIR flessibili) o sulla parte della sua base considerata come la più vulnerabile (per tutte le altre categorie di GIR).
Un GIR di contenuto inferiore od uguale a 0,45 m3 deve essere anche sottoposto ad una prova di caduta sulla sua parte più vulnerabile diversa dalla parte della base sulla quale è stata effettuata la prima prova di caduta (per i GIR metallici); sul lato più vulnerabile (per i GIR flessibili); di piatto su un lato, di piatto sulla parte superiore e su uno spigolo (per tutti gli altri tipi di GIR). Per ogni prova di caduta si può utilizzare lo stesso GIR o GIR differenti.
(4) Altezza di caduta
>SPAZIO PER TABELLA>
(5) Criteri di accettazione
Ogni GIR:
Non deve essere constatata alcuna perdita.
GIR diversi da GIR metallici:
Una leggera perdita attraverso la chiusura (o i fori delle cuciture nel caso di GIR flessibili) per l'effetto dell'urto non deve essere considerata come un cedimento del GIR, a condizione che non si abbia altra perdita.
3659 Prova di ribaltamento
(1) Applicabilità
Prova per tutti i tipi di GIR flessibili.
(2) Preparazione del GIR per la prova
Il GIR deve essere riempito, almeno al 95 % della sua capacità, al suo carico massimo ammissibile, uniformemente ripartito.
(3) Modo di operare
Il GIR deve essere portato a ribaltarsi su un qualsiasi punto della sua parte superiore su una superficie rigida, non elastica, uniforme, piana e orizzontale.
(4) Altezza di ribaltamento
>SPAZIO PER TABELLA>
(5) Criterio di accettazione
Non deve essere constatata alcuna perdita del contenuto. Una leggera perdita durante l'urto, per es. dalle chiusure o i fori delle cuciture, non deve essere considerata come un cedimento del GIR, a condizione che non si abbia una perdita continua.
3660 Prova di raddrizzamento
(1) Applicabilità
Prova per tutti i tipi di GIR flessibili concepiti per essere sollevati dall'alto o da un fianco.
(2) Preparazione del GIR per la prova
Il GIR deve essere riempito, almeno al 95 % della sua capacità, e al suo carico massimo ammissibile, uniformemente ripartito.
(3) Modo di operare
Il GIR, ribaltato su uno dei suoi lati, deve essere sollevato ad una velocità di almeno 0,1 m/s da un dispositivo di sollevamento oppure, quando sono previsti quattro dispositivi, da due dispositivi di sollevamento, in modo da essere riportato in posizione verticale e non essere più in contatto con il suolo.
(4) Criterio di accettazione
Il GIR o i suoi dispositivi di sollevamento non devono aver subito danneggiamenti che rendano il GIR inadatto al trasporto o alla movimentazione.
3661 Rapporto di prova
(1) Deve essere redatto e messo a disposizione degli utilizzatori del GIR un rapporto di prova che comprenda almeno le seguenti indicazioni:
1. nome ed indirizzo del laboratorio di prova;
2. nome ed indirizzo del richiedente (se necessario);
3. numero di identificazione unico del rapporto di prova;
4. data del rapporto di prova;
5. fabbricante del GIR;
6. descrizione del tipo di costruzione del GIR (materiale, dimensioni, spessore delle pareti, chiusure ecc.) compreso il metodo di fabbricazione (per esempio formatura per soffiaggio) con eventualmente disegno/i e foto;
7. contenuto massimo;
8. caratteristiche del contenuto di prova: viscosità e densità relativa per i liquidi e granulometria per le materie solide, per esempio;
9. descrizione e risultato delle prove;
10. il rapporto di prova deve essere firmato con indicazione del nome e della qualifica del firmatario.
(2) Il rapporto di prova deve attestare che il GIR preparato come per il trasporto è stato approvato conformemente alle disposizioni applicabili dell'Appendice A.6 e che ogni utilizzazione di altri metodi di imballaggio o elementi di imballaggio può invalidare tale rapporto di prova. Un esemplare del rapporto di prova deve essere messo a disposizione dell'autorità competente.
B. Prove e collaudi concernenti ogni GIR metallico, GIR di plastica rigida
e GIR composito con recipiente interno di plastica
Prove iniziali e periodiche
3662 (1) Ogni GIR metallico dei tipi 21A, 21B, 21N, 31A, 31B e 31N, ogni GIR di plastica rigida dei tipi 21H1, 21H2, 31H1 e 31H2 e ogni GIR compositio con recipiente interno di plastica dei tipi 21HZ1, 21HZ2, 31HZ1 e 31HZ2 deve superare una prova di tenuta appropriata e soddisfare alle disposizioni del marg. 3656 (3), prima della sua prima utilizzazione per il trasporto.
(2) La prova di tenuta stagna secondo il paragrafo (1) deve essere ripetuta:
- almeno ogni due anni e mezzo;
- dopo ogni riparazione, prima di essere riutilizzato per il trasporto.
(3) I risultati delle prove devono essere riportati nei rapporti di prova che devono essere conservati dal proprietario del GIR.
Collaudi e prove periodiche
3663 (1) Tutti i GIR metallici, GIR di plastica rigida e GIR compositi con recipiente interno di plastica devono essere ispezionati a soddisfacimento dell'autorità competente prima della loro messa in servizio, e in seguito almeno ogni cinque anni, per quanto concerne:
- la conformità al tipo di costruzione, ivi compresa la marcatura,
- lo stato interno ed esterno,
- il buon funzionamento dell'equipaggiamento di servizio.
Per i GIR metallici, non è necessario togliere la protezione calorifuga se non nella misura nella quale ciò sia indispensabile per un conveniente esame del corpo del GIR.
(2) Tutti GIR di cui al precedente paragrafo (1) devono essere ispezionati visivamente a soddisfacimento dell'autorità competente almeno ogni due anni e mezzo per quanto concerne lo stato esterno e il buon funzionamento dell'equipaggiamento di servizio.
Per i GIR metallici, non è necessario togliere la protezione calorifuga se non nella misura nella quale ciò sia indispensabile per un conveniente esame del corpo del GIR.
(3) Ogni ispezione deve essere oggetto di un rapporto che deve essere conservato dal proprietario del GIR fino alla data della successiva ispezione.
(4) Se le caratteristiche strutturali di un GIR di cui al precedente paragrafo (1) sono state intaccate da un violento urto (per es. durante un incidente) o da altre cause, esso deve essere riparato, poi sottoposto alla prova di tenuta secondo il marg. 3656, se è richiesta per il tipo di costruzione, e all'ispezione secondo il precedente paragrafo (1).
APPENDICE A.7 PRESCRIZIONI RELATIVE ALLE MATERIE RADIOATTIVE DELLA CLASSE 7
Questa Appendice contiene:
Capitoli:
I Limiti di attività e limiti concernenti le materie fissili
II Regole di preparazione e controlli per la spedizione e il deposito in transito
III Prescrizioni concernenti le materie radioattive, gli imballaggi e colli e le procedure di prove
IV Approvazione e disposizioni amministrative
V Materie radioattive presentanti proprietà pericolose addizionali
Capitolo I
Limiti di attività e limiti concernenti le materie fissili
Valori di base di A1 e A2
3700 I valori di A1 e A2 per i radionuclidi sono dati nella Tabella I.
>SPAZIO PER TABELLA>
Determinazione di A1 e A2
3701 (1) Per i radionuclidi la cui identità è conosciuta, ma che non figurano nella lista della Tabella I, la determinazione dei valori di A1 e A2 richiede un'approvazione multilaterale.
Si possono anche utilizzare, senza ottenere l'approvazione della autorità competente, i valori di A1 e A2 dati nella Tabella II.
>SPAZIO PER TABELLA>
(2) Nel calcolo di A1 e A2 per un radionuclide che non figura nella lista della Tabella I, una singola catena di disintegrazione radioattiva, nella quale i radionuclidi si trovano nelle stesse proporzioni che allo stato naturale e nella quale nessun discendente ha un periodo superiore a 10 giorni o superiore a quella del capostipite, deve essere considerata come un radionuclide puro. L'attività da prendere in considerazione e i valori di A1 o A2 da applicare sono allora quelli che corrispondono al capostipite di tale catena. Nel caso di catene di disintegrazione radioattiva nelle quali uno o più discendenti hanno un periodo che è superiore a 10 giorni, o superiore a quello del capostipite nucleare, il capostipite nucleare e questo o questi discendenti sono considerati come un miscuglio di radionuclidi.
(3) Nel caso di un miscuglio di radionuclidi di cui si conosce l'identità e l'attività di ciascuno, si applicano le seguenti condizioni:
a) per le materie radioattive sotto forma speciale:
Ói >NUM>B (i)
>DEN>A1 (i)
inferiore od uguale ad 1
b) per le altre forme di materie radioattive:
Ói >NUM>B (i)
>DEN>A1 (i)
inferiore od uguale ad 1
in cui B(i) è l'attività del radionuclide i e A1(i) en A2(i) sono, rispettivamente, i valori di A1 e A2 per il radionuclide i.
Alternativamente, il valore di A2 per i miscugli può essere determinato come segue:
A2 per un miscuglio = >NUM>1
>DEN>Ói >NUM>f(i)
>DEN>A2(i)
ove f (i) è la frazione di attività del nuclide i nel miscuglio e A2 (i) è l'appropriato valore di A2 per il radionuclide i.
(4) Quando si conosce l'identità di ogni radionuclide, ma si ignora l'attività di alcuni di essi, si possono raggruppare i radionuclidi e utilizzare, applicando la formula data al paragrafo (3), il valore più debole di A1 o di A2 secondo i casi, per i radionuclidi di ogni gruppo. I gruppi possono essere costituiti secondo l'attività alfa totale e l'attività beta/gamma totale quando esse sono conosciute, essendo stato fissato il valore più debole di A1 of A2 rispettivamente per gli emettitori alfa o per gli emettitori beta/gamma.
(5) Per i radionuclidi o miscugli di radionuclidi per i quali non si dispone di dati adeguati, devono essere utilizzati i valori figuranti nella Tabella II.
Limiti al contenuto dei colli
3702 La quantità di materie radioattive in un collo non deve superare quella dei limite specificati in questo marginale.
(1) Colli esenti
a) Per le materie radioattive diverse dagli oggetti fabbricati in uranio naturale, uranio impoverito o in torio naturale, un collo esente non deve contenere attività superiori ai limiti citati qui di seguito:
i) quando le materie radioattive sono contenute in un apparecchio o altro oggetto manufatto, come un orologio o un apparecchio elettronico o ne costituiscono un componente, i limiti specificati al marg. 3713 (4) rispettivamente per ogni articolo e ogni collo, e
ii) quando le materie radioattive non sono così contenute o manufatte, i limiti specificati al marg. 3713 (5).
b) Per gli oggetti fabbricati in uranio naturale, uranio impoverito o in torio naturale, un collo esente può contenere una quantità qualsiasi di tali materie, a condizione che la superficie esterna dell'uranio o del torio sia contenuta in una guaina inattiva fatta di metallo o di altro materiale resistente.
(2) Colli industriali
L'attività totale di un solo collo di materie LSA o di un solo collo di SCO deve essere limitata in modo tale che non sia superata l'intensità di irraggiamento specificata al marg. 3714 (1) e l'attività di un solo collo deve essere anche limitata in modo tale che non siano superati i limiti di attività per un veicolo specificati al marg. 3714 (6).
(3) Colli di tipo A
I colli di tipo A non devono contenere quantità superiori a:
a) A1 per le materie radioattive sotto forma speciale,
b) A2 per le altre materie radioattive.
I valori di A1 e A2 sono indicati alle Tabelle I e II (ved. rispettivamente marg. 3700 e 3701).
(4) Colli di tipo B
I colli di tipo B non devono contenere:
a) attività più grandi di quelle che sono autorizzate per il modello di collo,
b) radionuclidi differenti da quelli che sono autorizzati per il modello di collo,
c) materie sotto una forma geometrica o in uno stato fisico o in una forma chimica differenti da quelli che sono autorizzati per il modello di collo, come specificato nei certificati di approvazione.
(5) Imballaggi contenenti materie fissili
Tutti gli imballaggi contenenti materie fissili devono soddisfare i limiti di attività applicabili ai colli che sono specificati nei suddetti paragrafi da (1) a (4).
Gli imballaggi contenenti materie fissili, diversi da quelli che contengono materie che soddisfano le prescrizioni enunciate al marg. 3703, non devono contenere:
a) una massa di materie fissili più grande di quella che è autorizzata per il modello di collo,
b) un radionuclide o una materia fissile differente da quelli che sono autorizzati per il modello di collo,
c) materie sotto una forma geometrica o in uno stato fisico o in una forma chimica o in una disposizione differenti da quelli che sono autorizzati per il modello di collo, come specificato nei certificati di approvazione.
3703 I colli che soddisfano una delle condizioni di questo marginale sono esentati dalle prescrizioni enuniciate al marg. 3741 e dalle altre prescrizioni di questa Appendice, che si applicano espressamente alle materie fissili; tuttavia, questi colli sono regolamentati come colli contenenti materie radioattive non fissili, secondo quanto ricorre, e restano sottoposti alle prescrizioni di questa Appendice che concernono la natura radioattiva e le proprietà di tali materie:
a) colli contenenti ciascuno non più di 15 g di materia fissile, a condizione che la più piccola dimensione esterna di ogni collo non sia minore di 10 cm. Per le materie non imballate, la limitazione di quantità si applica alla spedizione trasportata nel o sul veicolo.
b) colli contenenti soluzioni o miscugli idrogenati omogenei soddisfacenti le condizioni indicate nella Tabella III. Per le materie non imballate, la limitazione di quantità indicata nella Tabella III si applica alla spedizione trasportata nel o sul veicolo.
c) colli contenenti uranio arricchito in uranio-235 fino ad un massimo dell'1 % in massa ed avente un tenore totale in plutonio e in uranio-233 non superiore all'1 % della massa di uranio-235, a condizione che le materie fissili siano ripartite in modo essenzialmente omogeneo nell'insieme delle materie. Inoltre, se l'uranio-235 si presenta sotto forma di metallo, di ossido o di carburo, non deve formare un reticolo nell'interno del collo;
d) colli non contenenti più di 5 g di materia fissile in ogni volume di 10 litri, a condizione che le materie radioattive si trovino in colli che assicurano i limiti relativi alla ripartizione della materie fissili nelle condizioni che dovrebbero essere quelle dei trasporti di ordinaria amministrazione;
e) colli contenenti ciascuno non più di 1 kg di plutonio, di cui al massimo il 20 % in massa può consistere in plutonio-239, plutonio-241 o in una combinazione di tali radionuclidi);
f) colli contenenti soluzioni liquide di nitrato di uranile arricchito in uranio-235 fino ad un massimo del 2 % in massa, con un tenore totale in plutonio e in uranio-233 non superiore allo 0,1 % della massa di uranio-235 e con un rapporto atomico azoto/uranio (N/U) minimo di 2.
>SPAZIO PER TABELLA>
Capitolo II
Regole di preparazione e controli per la spedizione e per il deposito in transito
Prescrizioni relative al controllo dei colli
3710 (1) Prima della prima spedizione di un qualsiasi collo, devono essere osservate le seguenti prescrizioni:
a) Se la pressione nominale dell'involucro di contenimento è superiore a 35 kPa (0,35 bar relativi), bisogna assicurarsi che il sistema di contenimento di ogni collo soddisfi le prescrizioni di progettazione approvate relative alla capacità di tale involucro di mantenere la sua integrità sotto pressione;
b) Per ogni collo di tipo B e per ogni imballaggio contenente materie fissili, bisogna verificare che l'efficacia della schermatura e del sistema di contenimento e, eventualmente, le caratteristiche di trasferimento di calore siano nei limiti applicabili o specificati per il modello approvato.
c) Per ogni imballaggio contenente materie fissili, quando, per soddisfare le prescrizioni enunciate al marg. 3741 dei veleni neutronici sono espressamente inclusi a tal fine comme componenti del collo, si deve procedere a delle prove che permettano di confermare la presenza e la ripartizione dei veleni.
(2) Prima di ogni spedizione di un qualsiasi collo, devono essere osservate le seguenti prescrizioni:
a) Si deve verificare che le prese di sollevamento che non soddisfano le prescrizioni enunciate al marg. 3732 siano state tolte o altrimenti rese inutilizzabili per il sollevamento del collo.
b) Per ogni collo di tipo B e per ogni imballaggio contenente materie fissili, si deve verificare che siano rispettate tutte le prescrizioni specificate nei certificati di approvazione e le disposizioni applicabili di questa Appendice.
c) I colli di tipo B devono essere trattenuti fino alle condizioni prossime all'equilibrio al fine di verificare la conformità alle condizioni di temperatura e di pressione prescritte per la spedizione, a meno che una deroga da tali prescrizioni non sia stata oggetto di una approvazione unilaterale;
d) Per ogni collo di tipo B, si deve verificare mediante un esame o prove appropriate che tutte le chiusure, valvole e le altre aperture del sistema di contenimento attraverso le quali il contenuto radioattivo potrebbe sfuggire, siano correttamente chiuse ed eventualmente sigillate nello stesso modo in cui lo erano al momento della prova di conformità alle prescrizioni del marg. 3738.
Trasporto di altre merci
3711 (1) Un collo non deve contenere nessun altro oggetto ad escusione degli oggetti e documenti necessari per l'utilizzazione delle materie radioattive. Questa prescrizione non esclude il trasporto di materie di debole attività specifica o di oggetti contaminati superficialmente con altri oggetti. Il trasporto dei suddetti oggetti e documenti in un collo, o di materie di debole attività specifica o di oggetti contaminati superficialmente con altre merci è possibile, a condizione che essi non abbiano, con l'imballaggio o il suo contenuto, interazioni suscettibili di ridurre la sicurezza del collo.
(2) Le cisterne utilizzate per il trasporto di materie radioattive non devono essere utilizzate per il deposito o il trasporto di altre merci.
(3) L'inoltro di altre merci con spedizioni trasportate in uso esclusivo può essere autorizzato, a condizione che sia organizzato da un solo mittente e che non sia vietato da altri regolamenti.
(4) Le spedizioni devono essere separate dalle altre merci pericolose durante il trasporto e il deposito, conformemente alle disposizioni del marg. 2703, rubrica 7 e 71 403.
(5) Le materie radioattive devono essere sufficientemente separate dalle pellicole fotografiche non sviluppate. Le distanze di separazione sono determinate in modo che l'esposizione all'irraggiamento delle pellicole fotografiche non sviluppate dovuto al trasporto di materie radioattive sia limitato a 0,1 mSv (10 mrem) per spedizione di tali pellicole, secondo il marg. 2711.
Prescrizioni e misure di controllo concernenti la contaminazione e le fughe dai colli
3712 (1) La contaminazione non fissa sulle superfici esterne dei colli deve essere mantenuta al livello più basso possibile, e, nelle normali condizioni che dovrebbero essere quelli dei trasporti di ordinaria amministrazione, non deve superare i livelli specificati nella Tabella IV.
(2) Nel caso di sovrimballaggi e di contenitori, il levello della contaminazione non fissa sulle superfici esterne o interne non deve superare i livelli specificati nella Tabella IV.
(3) Se si constata che un collo è danneggiato o perde, o si sospetta che il collo possa essere danneggiato o abbia perso, l'accesso al collo deve essere limitato e una persona qualificata deve, per quanto possibile, valutare l'ampiezza della contaminazione e l'intensità di irraggiamento del collo che ne risulta. La valutazione deve interessare il collo, il veicolo, i luoghi di carico e scarico vicini e, eventualmente, tutte le altre materie che si trovano nel veicolo. In caso di necessità, devono essere prese misure addizionali tendenti a proteggere la salute dell'uomo, conformemente alle disposizioni stabilite dalla autorità competente, per ridurre al massimo le conseguenze della perdita o del danneggiamento e rimediarvi.
>SPAZIO PER TABELLA>
(4) I colli, le cui perdite di contenuto radioattivo superano i limiti permessi per le normali condizioni di trasporto possono essere rimossi sotto controllo ma non devono essere inoltrati fino a quando essi non siano stati riparati o rimessi in sesto e decontaminati.
(5) I veicoli e l'equipaggiamento abitualmente utilizzato per l'inoltro di materie radioattive devono essere periodicamente verificati per determinare il livello di contaminazione. La frequenza di queste verifiche è in funzione della probabilità di una contaminazione e del volume di materie radioattive trasportato.
(6) Con riserva delle disposizioni del successivo paragrafo (7), ogni veicolo, equipaggiamento o parte dei suddetti, che è stato contaminato oltre i limiti specificati nella Tabella IV, durante l'inoltro di materie radioattive, deve essere decontaminato per quanto possibile da una persona qualificata, e non deve essere riutilizzato finché la contaminazione radioattiva non fissa supera i livelli specificati nella Tabella IV o l'intensità di radiazione supera 5 ìSv/uur (0,5 mrem/h), e finché l'intensità di irraggiamento risultante dalla contaminazione fissa sulle superfici dopo decontaminazione supera i 5 ìSv/uur (0,5 mrem/h).
(7) I sovraimballaggi, contenitori o veicoli utilizzati per il trasporto di materie di debole attività specifica o di oggetti contaminati superficialmente in uso esclusivo sono esentati dalle prescrizioni enunciate ai precedenti paragrafi (2) e (6) esclusivamente per quanto riguarda la loro superficie interna, per il periodo per il quale sono destinati a tale uso esclusivo particolare.
Prescrizioni e misure di controllo per il trasporto di colli esenti
3713 (1) I colli esenti sono sottoposti solo alle seguenti disposizioni:
a) Nei Capitoli II, III e V unicamente alle prescrizioni enunciate:
i) nei paragrafi da (2) a (6) di questo marginale, secondo il caso, e nel marg. 3770, nonché
ii) nelle prescrizioni generali concernenti tutti gli imballaggi e colli enunciate nel marg. 3732.
b) Alle prescrizioni enunciate nel marg. 3703, se il collo esente contiene materie fissili.
c) Alle prescrizioni del marg. 2705 (1).
(2) L'intensità di irraggiamento in ogni punto della superficie esterna di un collo esente non deve essere superiore a 5 ìSv/h (0,5 mrem/h).
(3) La contaminazione radioattiva non fissa su ogni superficie esterna di un collo esente non deve superare i limiti specificati nella Tabella IV.
(4) Una materia radioattiva che è contenuta in un apparecchio o altro oggetto manufatto o ne costituisce un componente e la cui attività non supera i limiti per articolo e per collo rispettivamente specificati nelle colonne 2 e 3 della Tabella V, può essere trasportata in un collo esente, a condizione che:
a) L'intensità di irraggiamento a 10 cm da ogni punto della superficie esterna di ogni apparecchio o oggetto non imballato non sia superiore a 0,1 mSv/h (10 mrem/h) e,
b) Ogni apparecchio o oggetto (ad eccezione degli orologi o dei dispositivi radioluminescenti) rechi l'indicazione «Radioattivo».
>SPAZIO PER TABELLA>
Nota: Per i miscugli di radionuclidi, ved. marg. 3701 da (3) a (5).
(5) Le materie radioattive sotto le forme diverse da quelle specificate al suddetto paragrafo (4) e la cui attività non supera il limite indicato nella colonna 4 della Tabella V possono essere trasportate in colli esenti, a condizione che:
a) Il collo ritenga il suo contenuto nelle condizioni che dovrebbero essere quelle dei trasporti di ordinaria amministrazione, e
b) Il collo rechi l'indicazione «Radioattivo» su una faccia interna, in modo tale che venga avvertita la presenza di materie radioattive all'apertura del collo.
(6) Un oggetto manufatto nel quale la sola materia radioattiva è l'uranio naturale, l'uranio impoverito o il torio naturale non irradiati, può essere trasportato come collo esente, a condizione che la superficie esterna dell'uranio o del torio sia protetta da una guaina inattiva in metallo o di altro materiale resistente.
Prescrizioni per il trasporto delle materie LSA e degli SCO in colli industriali o non imballati
3714 (1) La quantità di materie LSA o di SCO in un solo collo industriale (IP-1), (IP-2) o (IP-3) o oggetto o insieme di oggetti, secondo il caso, deve essere limitata in modo tale che l'intensità di irraggiamento esterno a 3 m dalla materia, dell'oggetto o dell'insieme di oggetti non schermati non superi 10 mSv/h (1 000 mrem/h).
(2) Le materie LSA o gli SCO che sono o contengono materie fissili devono soddisfare le prescrizioni applicabili enunciate ai marg. 2714 (2), (3) e 3741.
(3) I colli, ivi compresi le cisterne, e i contenitori contenenti materie LSA o gli SCO devono soddisfare le prescrizioni del marg. 3712 (1) e (2).
(4) Le materie LSA e gli SCO dei gruppi LSA-I e SCO-I possono essere trasportati non imballati alle seguenti condizioni:
a) Tutte le materie non imballate, diverse dai minerali, che contengono solo radionuclidi naturali devono essere trasportate in modo tale che non vi sia, nelle condizioni che dovrebbero essere quelle dei trasporti di ordinaria amministrazione, perdita del contenuto fuori del veicolo nè perdita della schermatura.
b) Ogni veicolo deve essere sotto uso esclusivo, salvo che siano trasportati degli SCO-I la cui contaminazione sulle superfici accessibili e inaccessibili non è superiore a dieci volte il livello applicabile specificato al marg. 2700 (2).
c) Per gli SCO-I, quando si stima che la contaminazione non fissa sulle superfici inaccessibili superi i valori specificati al marg. 2700 (2), devono essere prese delle misure per impedire che le materie radioattive siano rilasciate nel veicolo.
(5) Sotto riserva di quanto detto nel precedente paragrafo (4), le materie LSA e gli SCO devono essere imballati conformemente ai livelli di integrità prescritti nella Tabella VI, in modo tale che, nelle condizioni che dovrebbero essere quelle dei trasporti di ordinaria amministrazione, non vi sia perdita del contenuto fuori dei colli nè perdita della schermatura assicurata dall'imballaggio. Le materie LSA-II, le materie LSA-III e gli SCO-II non devono essere trasportate non imballate.
>SPAZIO PER TABELLA>
(6) L'attività totale delle materie LSA e degli SCO in un solo veicolo non deve superare i limiti indicati nella Tabella VII.
>SPAZIO PER TABELLA>
Determinazione dell'indice di trasporto (IT)
3715 (1) L'indice di trasporto (IT) per il controllo dell'esposizione all'irraggiamento dovuto ad un collo, un sovrimballaggio, una cisterna o un contenitore oppure a materie LSA-I o a SCO-I non imballati è il numero ottenuto nel seguente modo:
a) Si determina la massima intensità di irraggiamento alla distanza di 1 m dalle superfici esterne del collo, del sovrimballaggio, della cisterna, del contenitore, oppure delle materie LSA-I o degli SCO-I non imballati. Quando l'intensità di irraggiamento è determinata in millisieverts per ora (mSv/h), il numero ottenuto deve essere moltiplicato per 100. Quando l'intensità di irraggiamento è determinata in millirems per ora (mrem/h), il numero ottenuto non deve essere modificato.
Per i minerali e concentrati di uranio e di torio, l'erogazione della dose massima in ogni punto situato ad 1 m dalla superficie esterna del carico può essere considerata come uguale a:
0,4 mSv/h (40 mrem/h) per i minerali e i concentrati fisici di uranio o di torio;
0,3 mSv/h (30 mrem/h) per i concentrati chimici di torio;
0,02 mSv/h (2 mrem/h) per i concentrati chimici di uranio diversi dall'esafluoruro di uranio.
b) Per le cisterne e i contenitori, e le materie LSA-I o gli SCO-I non imballati, il numero ottenuto in seguito all'operazione sub a) deve essere moltiplicato per l'appropriato fattore della Tabella VIII.
c) Il numero ottenuto in seguito alle operazioni sub a) e b) deve essere arrotondato alla prima cifra decimale superiore (per esempio 1,13 diviene 1,2), salvo che un numero uguale o inferiore a 0,05 può essere riportato a zero.
>SPAZIO PER TABELLA>
(2) Al fine di ottenere l'IT per il controllo della criticità nucleare, si divide 50 per il valore di N ottenuto secondo le procedure specificate al marg. 3741 (vale a dire IT = 50/N).
Il valore dell'IT per il controllo della criticità nucleare può essere 0, se un numero illimitato di colli è sottocritico (vale a dire che N è effettivamente uguale ad infinito).
(3) L'indice di trasporto di ogni spedizione deve essere determinato conformemente alla Tabella IX.
>SPAZIO PER TABELLA>
Prescrizioni supplementari per i sovrimballaggi
3716 Le seguenti prescrizioni supplementari si applicano ai sovrimballaggi:
a) I colli di materie fissili il cui indice di trasporto per il controllo della criticità nucleare è zero e i colli di materie radioattive non fissili possono essere posti in uno stesso sovrimballaggio per il trasporto, a condizione che ciascuno di tali colli soddisfi le prescrizioni applicabili di questa Appendice.
b) I colli di materie fissili il cui indice di trasporto per il controllo della criticità nucleare è superiore a zero non devono essere trasportati in un sovrimballaggio.
c) Solo il mittente iniziale di colli raggruppati in un sovrimballaggio può essere autorizzato ad utilizzare il metodo della misura diretta dell'intensità di irraggiamento per determinare l'indice di trasporto di un sovrimballaggio rigido.
Limiti dell'indice di trasporto e dell'intensità di irraggiamento per i colli e i sovrimballaggi
3717 (1) Salvo che per le spedizioni sotto uso esclusivo, l'indice di trasporto di ogni collo o sovrimballaggio non deve superare 10.
(2) Salvo che per i colli e i sovrimballaggi trasportati sotto uso esclusivo nelle condizioni specificate al marg. 2713 (1)a), la massima intensità di irraggiamento in ogni punto di ogni superficie esterna di un collo o sovrimballaggio non deve superare 2 mSv/h (200 mrem/h.
(3) La massima intensità di irraggiamento in ogni punto di ogni superficie esterna di un collo trasportato sotto uso esclusivo non deve superare 10 mSv/h (1 000 mrem/h).
Categorie
3718 I colli e i sovrimballaggi devono essere classificati in una delle categorie BIANCA-I, GIALLA-II o GIALLA-III, conformemente alle condizioni specificate nelle Tabelle X e XI, secondo il caso, e alle seguenti prescrizioni:
a) Per determinare la categoria nel caso di un collo, si deve tener conto contemporaneamente dell'indice di trasporto e dell'intensità di irraggiamento superficiale. Quando, secondo l'indice di trasporto, la classificazione dovrebbe essere fatta in una categoria, ma, secondo l'intensità di irraggiamento superficiale, la classificazione dovrebbe essere fatta in una categoria differente, il collo deve essere classificato nella più elevata delle due categorie. A tal fine, la categoria BIANCA-I è considerata come la categoria più bassa.
b) L'indice di trasporto deve essere determinato secondo le procedure specificate al marg. 3715 e sottoposto ai limiti del marg. 3716 c).
c) Se l'indice di trasporto è superiore a 10, il collo o il sovrimballaggio deve essere trasportato sotto uso esclusivo.
d) Se l'intensità di irraggiamento in superficie è superiore a 2 mSv/h (200 mrem/h), il collo o il sovrimballaggio deve essere trasportato sotto uso esclusivo e tenendo conto delle disposizioni del marg. 2713 (1) a).
e) Un collo trasportato in regime di accordo speciale deve essere classificato nella categoria GIALLA-III.
f) Un sovrimballaggio nel quale sono raggruppati più colli trasportati in regime di accordo speciale deve essere classificato nella categoria GIALLA-III.
>SPAZIO PER TABELLA>
>SPAZIO PER TABELLA>
Notificazione all'autorità competente
3719 (1) Prima della prima spedizione di un collo per il quale è richiesta l'approvazione da parte dell'autorità competente, il mittente dovrà garantirsi che copie di ogni certificato rilasciato dalla medesima autorità e riferito al modello di collo siano state presentate all'autorità competente di ogni paese sul territorio del quale la merce deve essere trasportata.
Il mittente non deve attendere avviso di ricevuta da parte dell'autorità competente, né l'autorità competente deve segnalare ricevuta del certificato.
(2) Per ogni spedizione contemplata da una dei sottoparagrafi a), b) o c) qui di seguito, il mittente deve indirizzare una notifica all'autorità competente di ogni paese attraversato durante il trasporto. Questa notifica deve pervenire prima dell'inizio della spedizione e preferibilmente almeno sette giorni prima:
a) Colli di tipo B(U) contenenti materie radioattive aventi una attività superiore al più debole tra i seguenti valori: 3 × 103 A1 oppure 3 × 103 A2, secondo il caso, oppure 1 000 TBq (20 kCi).
b) Colli di tipo B(M).
c) Trasporti in regime di accordo speciale.
(3) La notifica della spedizione deve comprendere:
a) Le informazioni sufficienti per permettere di identificare il collo, in particolare tutti i numeri e codici dei certificati applicabili.
b) Le informazioni sulla data effettiva della spedizione, la data prevista di arrivo e l'itinerario previsto.
c) Il nome della materia radioattiva o del nuclide.
d) La descrizione dello stato fisico e della forma chimica della materia o l'indicazione che si tratta di materie radioattive sotto forma speciale;
e) La massima attività del contenuto radioattivo durante il transporto, espressa in bequerels (Bq) [ed eventualmente in curie (Ci)] con l'appropriato prefisso SI [ved. marg. 2001 (1)]. Per le materie fissili la massa totale in grammi (g), o in multipli di grammi, può essere indicata in luogo dell'attività.
(4) Il mittente non è tenuto ad inviare una notifica distinta quando le informazioni richieste sono state incluse nella domanda di approvazione della spedizione [ved. marg. 3757 (3)].
Possesso dei certificati e delle istruzioni di utilizzazione
(5) Il mittente deve avere in suo possesso una copia di ciascuno dei certificati richiesti in virtù del capitolo III della presente Appendice e una copia delle istruzioni relative alla chiusura del collo e gli altri preparativi per la spedizione prima di procedere ad una spedizione nelle condizioni previste dai certificati.
Capitolo III
Prescrizioni concernenti le materie radioattive, gli imballaggi e i colli nonché le prove
Nota: Le prescrizioni di questo capitolo sono le stesse di quelle dell'edizione 1985 del Regolamento di trasporto delle Materie Radioattive dell'IAEA (aggiornato nel 1990). I numeri dei paragrafi citati nei marg. 3730 a 3742 sono quelli dei paragrafi dell'edizione 1985.
3730 Prescrizioni concernenti le materie LSA-III
Par. 501.
3731 Prescrizioni concernenti le materie radioattive in forma speciale
Par. 502-504.
3732 Prescrizioni generali concernenti tutti gli imballaggi e colli
Par. 505-514.
3733 Prescrizioni concernenti i colli industriali di tipo 1 (IP-1)
Par. 518.
3734 Prescrizioni supplementari concernenti i colli industriali di tipo 2 (IP-2)
Par. 519.
3735 Prescrizioni supplementari concernenti i colli industriale di tipo 3 (IP-3)
Par. 520.
3736 Prescrizioni equivalenti alle quali devono soddisfare le cisterne, e i contenitori per essere classificati IP-2 e IP-3
Par. 521-523.
3737 Prescrizioni concernenti i colli di tipo A
Par. 524-540.
3738 Prescrizioni concernenti i colli di tipo B
Par. 541-548.
3739 Prescrizioni concernenti i colli di tipo B(U)
Par. 549-556.
3740 Prescrizioni concernenti i colli di tipo B(M)
Par. 557-558.
4741 Prescrizioni concernenti i colli contenenti materie fissili
Par. 559-568.
3742 Prove
Par. 601-633.
Capitolo IV
Approvazione e disposizioni amministrative
Nota: Quando le prescrizioni di questo capitolo sono le stesse di quelle che figurano nell'edizione 1985 del Regolamento di trasporto delle Materie Radioattive dell'IAEA riveduto nel 1990, i numeri citati ai marg. da 3761 a 3764 sono i numeri dei paragrafi applicabili dell'edizione 1985.
Generalità
3750 L'approvazione dell'autorità competente è richiesta per:
a) Le materie radioattive sotto forma speciale (ved. marg. 3751).
b) Tutti i colli contenenti materie fissili (ved. marg. 3754 e 3755).
c) I colli di tipo B, tipo B(U) e tipo B(M) (ved. marg. 3752, 3753 e 3755).
d) Per gli accordi speciali (ved. marg. 3758).
e) Alcune spedizioni (ved. marg. 3757).
f) Il calcolo dei valori di A1 e di A2 che non figurano nella Tabella I [ved. marg. 3701 (1)].
Approvazione delle materie radioattive sotto forma speciale
3751 (1) I modelli di materie radioattive sotto forma speciale devono essere oggetto di una approvazione unilaterale. La domanda di approvazione deve comprendere:
a) La descrizione dettagliata delle materie radioattive oppure, se si tratta di una capsula, del contenuto; si deve in particolare indicare lo stato fisico e la forma chimica.
b) Il progetto dettagliato del modello della capsula che sarà utilizzata.
c) Un rendiconto delle prove effettuate e dei risultati ottenuti, opprure la prova mediante calcolo che le materie radioattive possono soddisfare le norme di resistenza, o ogni altra prova che le materie radioattive sotto forma speciale soddisfano le prescrizioni della presente Appendice che sono loro applicabili.
d) Una prova di un programma di assicurazione di qualità.
(2) L'autorità competente deve rilasciare un certificato attestante che il modello approvato risponde alla prescrizione concernente le materie radioattive sotto forma speciale e deve attribuire a tale modello un codice. Il certificato deve contenere ogni dettaglio utile sulle materie radioattive sotto forma speciale.
Approvazione dei modelli di collo
Approvazione dei modelli di collo di tipo B(U)
3752 (1) Ogni modello di collo di tipo B(U) messo a punto in un paese contraente l'ADR, deve essere approvato dall'autorità competente di tale paese. Se il paese dove il modello è stato progettato non è contraente l'ADR il trasporto è possibile a condizione che:
a) Una attestazione che stabilisce che il collo risponde alle prescrizioni tecniche dell'ADR sia fornita da tale paese e convalidata dall'autorità competente del primo paese contraente a questa Direttiva toccato durante la spedizione.
b) Se non è stata fornita alcuna attestazione, il modello di collo deve essere approvato dall'autorità competente del primo paese contraente l'ADR toccato durante la spedizione.
Ogni modello di collo di tipo B(U) che deve trasportare materie fissili, che è anche sottoposto al marg. 3741 deve essere oggetto di una approvazione multilaterale.
(2) La domanda di approvazione deve contenere:
a) La dettagliata descrizione del contenuto radioattivo previsto, indicante in particolare il suo stato fisico, la sua forma chimica e la natura dell'irraggiamento emesso.
b) Il progetto dettagliato del modello, comprendente i disegni completi del modello come pure le liste dei materiali e dei metodi di costruzione che saranno utilizzati.
c) Un resoconto delle prove effettuate e dei loro risultati, oppure la prova mediante calcolo o ogni altra prova che il modello di collo soddisfa le prescrizioni applicabili.
d) Il progetto sul modo di impiego e di manutenzione dell'imballaggio.
e) Se il collo è concepito in modo da sopportare una pressione di utilizzazione normale massima superiore a 100 kPa (1 bar) (pressione manometrica), la domanda di approvazione deve in particolare indicare, per quanto concerne i materiali impiegati per la costruzione del sistema di contenimento, le specifiche, i campioni da prelevare e le prove da effettuare.
f) Quando il contenuto radioattivo previsto è del combustibile irradiato, l'interessato deve indicare e giustficare ogni ipotesi dell'analisi della sicurezza concernente le caratteristiche di tale combustibile.
g) Ogni disposizione speciale in materia di ammarraggio necessaria per assicurare la buona dissipazione del calore dal collo; si devono prendere in considerazione i diversi modi di trasporto che saranno utilizzati come pure il tipo di veicolo o del contenitore.
h) Una illustrazione riproducibile le cui dimensioni non siano superiori a 21 cm × 30 cm, mostrante come il collo è fatto.
i) Una prova di un programma di assicurazione della qualità.
(3) L'autorità competente rilascia un certificato di approvazione attestante che il modello soddisfa le prescrizioni relative ai colli di tipo B(U).
Approvazione dei modelli di collo di tipo B(M)
3753 (1) Una approvazione multilaterale è necessaria per ogni modello di collo di tipo B(M), ivi compresi quelli di materie fissili che sono anche sottoposti alle disposizioni del marg. 3754.
(2) Oltre le informazioni richieste al marg. 3752 (2) per i colli di tipo B(U), la domanda di approvazione di un modello di collo di tipo B(M) deve contenere:
a) La lista delle prescrizioni relative ai colli di tipo B(U), enunciate ai marg. 3738 e 3739 alle quali il collo non è conforme,
b) Le operazioni supplementari che si propone di prescrivere e di effettuare durante il trasporto, che non sono previste dalla presente Appendice, ma che sono necessarie per garantire la sicurezza del collo o per compensare le insufficienze di cui ad a) qui sopra, come gli interventi umani per la misura della temperatura o della pressione o per l'aerazione intermittente, tenuto conto della possibilità di ritardi fortuiti,
c) Una dichiarazione relativa alle eventuali restrizioni relative al modo di trasporto e a particolari modalità di carico, di trasporto, di scarico o di manipolazione,
d) Le condizioni ambientali massime e minime (temperatura, irraggiamento solare) che si suppone possano essere riscontrate durante il trasporto e di cui si deve aver tenuto conto nel modello.
(3) L'autorità competente rilascia un certificato di approvazione attestante che il modello soddisfa le prescrizioni relative ai colli di tipo B(M).
Approvazione di modelli di colli per materie fissili
3754 (1) Una approvazione multilaterale è necessaria per ogni modello di collo per materie fissili.
(2) La domanda di approvazione deve includere una prova del programma di garanzia della qualità e tutte le informazioni necessarie per assicurare l'autorità competente che il modello soddista le prescrizioni enunciate al marg. 3741.
(3) L'autorità competente rilascia un certificato di approvazione attestante che il modello soddisfa le prescrizioni enunciate al marg. 3741.
Disposizioni transitorie
3755 Gli imballaggi di tipo B(U) e B(M) e gli imballaggi contenenti materie fissili, che non soddisfano interamente le disposizioni di questa Appendice, ma che tuttavia potevano essere utilizzati secondo le disposizioni della edizione dell'ADR in vigore al 31.12.1989 per le corrispondenti materie della Classe 7, possono continuare ad essere utilizzati per il trasporto di tali materie alle seguenti condizioni:
a) Un'approvazione multilaterale sarà necessaria allo scadere della validità dell'approvazione unilaterale;
b) Un numero di serie, conformemente alla prescrizione del marg. 2705 (3), deve essere assegnato ad ogni imballaggio e marcato sulla sua superficie esterna.
Le modifiche del modello dell'imballaggio o della natura o della quantità del contenuto radioattivo autorizzato che, secondo quanto determinato dall'autorità competente, avrebbero una influenza significativa sulla sicurezza, devono soddisfare le prescrizioni di questa Appendice.
Notifica e registrazione di numeri di serie
3756 L'autorità competente del paese che ha rilasciato l'approvazione del modello di collo deve essere informata del numero di serie di ogni imballaggio fabbricato secondo un modello approvato in virtù dei margg. 3752, 3753 (1), 3754 (1) e 3755. L'autorità competente deve tenere un registro di tali numeri di serie.
Approvazione delle spedizioni
3757 (1) Sotto riserva delle disposizioni del paragrafo (2) è richiesta una approvazione multilaterale per:
a) La spedizione di colli di tipo B(M) specialmente concepiti per permettere una aerazione intermittente controllata.
b) La spedizione di colli di tipo B(M) contenenti materie radioattive aventi una attività superiore a 3 × 103 A1 oppure a 3 × 103 A2 secondo il caso, oppure 1 000 TBq (20 kCi), secondo quale di questi due valori è il più debole.
c) La spedizione di colli contenenti materie fissili se la somma degli indici di trasporto dei colli supera 50, conformemente alle disposizioni del marg. 2712 (4).
(2) L'autorità competente può autorizzare il trasporto verso o attraverso il suo paese, senza approvazione della spedizione, mediante una esplicita disposizione nel suo certificato di approvazione del modello (ved. marg. 3759).
(3) La domanda di approvazione della spedizione deve indicare:
a) il periodo, concernente la spedizione, per il quale è richiesta l'approvazione;
b) il contenuto radioattivo reale, i modi di trasporto, il tipo di veicolo e l'itinerario probabile o previsto;
c) come saranno realizzate le precauzioni speciali e i controlli amministrativi speciali e operazionali previsti nei certificati di approvazione del modello del collo rilasciati conformemente ai marg. 3752 (3), 3753 (3) e 3754 (3).
(4) Approvando la spedizione, l'autorità competente rilascia un certificato di approvazione.
Approvazione di una spedizione in regime di accordo speciale
3758 (1) Le spedizioni spedite in regime di accordo speciale devono essere oggetto di una approvazione multilaterale.
(2) La domanda di approvazione di una spedizione in regime di accordo speciale deve contenere tutte le informazioni necessarie per assicurare l'autorità competente che il livello generale di sicurezza del trasporto è almeno equivalente a quello che si sarebbe avuto se fossero state rispettate tutte le disposizioni applicabili della presente Appendice, e:
a) Esporre in quale misura e per quali ragioni la spedizione non può essere fatta in piena conformità con le disposizioni applicabili della presente Appendice,
b) Indicare le precauzioni speciali o le operazioni speciali prescritte, amministrative o altre, che devono essere prese durante il trasporto per compensare la non osservanza delle disposizioni applicabili della presente Appendice.
(3) Approvando una spedizione in regime di accordo speciale, l'autorità nazionale competente rilascia un certificato di approvazione.
Certificati di approvazione rilasciati dalla autorità competente
3759 Quattro tipi di certificati di approvazione possono essere rilasciati: materie radioattive sotto forma speciale, accordi speciali, spedizione o modello di collo. I certificati di approvazione di un modello di collo e di una spedizione possono essere riuniti in un solo certificato.
Marchio attribuito dalla autorità competente
3760 (1) Ogni certificato di approvazione rilasciato dall'autorità nazionale competente deve recare un marchio. Questo marchio si presenta sotto le seguente forma generale:
Sigla distintiva dello Stato/numero/codice del tipo
a) Sigla distintiva dello Stato per la circolazione internazionale prevista dalla Convenzione di Vienna per la circolazione su strada (Vienna 1968);
b) Il numero è attribuito dall'autorità competente; per un dato modello o una data spedizione esso deve essere unico e specifico.
Il codice dell'approvazione della spedizione deve essere facilmente dedotto da quello dell'approvazione del modello di collo mediante una evidente relazione;
c) I seguenti codici devono essere utilizzati, nell'ordine citato, per identificare il tipo del certificato di approvazione:
AF modello di collo di tipo A per materie fissili
B(U) modello di collo di tipo B(U); B(UF) se si tratta di un collo per materie fissili
B(M) modello di collo di tipo B(M); B(MF) se si tratta di un collo per materie fissili
IF modello di collo industriale per materie fissili
S materie radioattive in forma speciale
T spedizione
X regime di accordo speciale
d) Nel certificato di approvazione di modelli di collo esclusi quelli rilasciati in virtù del marg. 3755, il codice «P85» () deve essere aggiunto al codice del tipo di modello di collo.
(2) Il codice del tipo deve essere utilizzato come segue:
a) Ogni certificato e ogni collo devono portare il codice appropriato, comprendente i simboli prescritti al paragrafo (1) qui sopra; tuttavia, per i colli, solo il codice del tipo del modello, ivi compreso, eventualmente, il codice « P85» (), deve apparire dopo la seconda barra obliqua, vale a dire che le lettere «T» e «X» non devono apparire nel codice riportato sul collo. Quando i certificati di approvazione del modello e di approvazione della spedizione sono oggetto di un solo certificato, non sarà necessario ripetere i codici:
Per esempio:
A/132/B(M)F-85: modello di collo di tipo B(M) per materie fissili che necessita di un'approvazione multilaterale al quale l'autorità competente austriaca ha attribuito il numero di modello 132 (deve figurare sia sul collo che sul certificato di approvazione del modello di collo).
A/132/B(M)F-85T: approvazione di spedizione rilasciato per un collo recante il codice qui sopra indicato (deve figurare unicamente sul certificato).
A/137/X-85: approvazione del regime di accordo speciale rilasciato dall'autorità competente austriaca al quale è stato attribuito il numero 137 (deve figurare unicamente sul certificato).
A/139/IF-85: modello di collo industriale per materie fissili approvato dall'autorità competente, al quale è stato attribuito il numero di modello di collo 139 (deve figurare sia sul collo che sul certificato di approvazione del modello di collo).
b) Se l'approvazione multilaterale prende forma di una convalida, devono essere utilizzati solo il codice attribuito dal paese di origine del modello o della spedizione. Se l'approvazione multilaterale dà luogo ad un rilascio di certificati da paesi successivi ogni certificato deve portare il codice appropriato e il collo il cui modello è stato così approvato deve portare tutti i marchi di identità appropriati.
Per esempio:
A/132/B(M)F-85
CH/28/B(M)F-85
sarà il codice di un collo inizialmente approvato dall'Austria e ulteriormente approvato dalla Svizzera con un certificato distinto. Gli altri marchi saranno apposti sul collo nelle stesso modo.
c) La revisione di un certificato deve essere indicata da una espressione tra parentesi dopo il marchio figurante sul certificato. In tal modo A/132/B(M)F-85(Rev.2) indicherà che si tratta della revisione n.2 del certificato del modello di collo rilasciato dall'Austria, e A/132/B(M)F-85(Rev.0) indicherà che si tratta del certificato iniziale del modello di collo rilasciato dall'Austria. Per i certificati iniziali, l'espressione tra parentesi è facoltativa e, al posto di «(Rev.0)»), si può utilizzare un'altra espressione come «Primo rilascio».
d) Altre lettere e numeri (che un regolamento nazionale può imporre) possono essere aggiunte tra parentesi alla fine del marchio. Per esempio : A/132/B(M)F-85(SP503).
e) Non è necessario modificare il marchio sull'imballaggio ogni volta che ha luogo una revisione del certificato del modello. Una tale modifica deve essere apportata unicamente quando la revisione del certificato del modello del collo comporta una variazone del marchio del tipo del modello, dopo la seconda barra obliqua.
Contenuto dei certificati di approvazione
(Ved. nota introduttiva a questo capitolo).
3761 Certificati di approvazione di materie radioattive in forma speciale
Par. 726.
3762 Certificati di approvazione di speciali condizioni
Par. 727.
3763 Certificati di approvazione di spedizioni
Par. 728.
3764 Certificati di approvazione di modelli di collo
Par. 729.
Convalida dei certificati
3765 L'approvazione multilaterale può prendere la forma di una convalida del certificato rilasciato inizialmente dall'autorità competente del paese di origine del modello o della spedizione. Questa convalida può essere fatta mediante controfirme sul certificato iniziale o mediante rilascio di controfirme distinte, di un annesso, di un supplemento, ecc., da parte dell'autorità competente del paese attraverso o verso il cui territorio si effettua la spedizione.
Disposizioni di ordine generale concernenti i programmi di garanzia della qualità
3766 Programmi di garanzia della qualità devono essere stabiliti per la progettazione, la fabbricazione, le prove, il rilascio di documenti, l'utilizzazione, la manutenzione e l'ispezione concernenti tutti i colli e le operazioni di trasporto e di deposito in transito per garantirne la conformità con le disposizioni applicabili della presente Appendice. Quando è richiesta l'approvazione dell'autorità competente per un modello o una spedizione, questa approvazione deve tener conto e dipendere dall'adeguamento del programma di garanzia della qualità. Una attestazione indicante che le specificazioni del modello sono state pienamente rispettate deve essere inviata all'autorità competente. Il fabbricante, il mittente o l'utilizzatore di ogni modello di colle deve essere pronto a fornire all'autorità competente i mezzi per ispezionare gli imballaggi durante la loro fabbricazione e la loro utilizzazione, e di provare all'autorità competente che:
a) I metodi di costruzione dell'imballaggio e i materiali utilizzati sono conformi alle specifiche del modello approvato;
b) Tutti gli imballaggi di un modello approvato sono ispezionati periodicamente e, eventualmente, riparati e mantenuti in buono stato in modo da continuare a soddisfare tutte le prescrizioni e specifiche pertinenti, anche dopo uso ripetuto.
Capitolo V
Materie radioattive presentati proprietà pericolose addizionali
3770 (1) Le materie radioattive presentanti proprietà pericolose addizionali devono essere imballate:
a) Secondo le prescrizioni della classe 7, e
b) Nella misura in cui esse non sono trasportate come colli di tipo A o di tipo B, conformemente alle esigenze della classe pertinente.
(2) Le materie radioattive piroforiche devono essere imballate in colli di tipo A o di tipo B e inoltre rese inerti in maniera appropriata.
(3) Per le materie radioattive in colli esenti aventi proprietà pericolose addizionali, ved. marg. 2002 (12) e (13).
(4) Gli imballaggi per l'esafluoruro di uranio devono essere concepiti, costruiti e utilizzati conformemente alle prescrizioni del marg. 3771.
Esigenze per l'imballaggio e il trasporto di esafluoruro di uranio
3771 (1) Gli imballaggi per l'esafluoruro di uranio devono essere concepiti come recipienti a pressione e costruiti in appropriato acciaio al carbonio o in altro appropriato acciaio legato.
(2) a) Gli imballaggi e i loro equipaggiamenti di servizio devono essere concepiti per una temperatura di servizio da almeno P 40 °C fino a + 121 °C e per una pressione di servizio di 1,4 MPa (14bar).
b) Gli imballaggi e i loro equipaggiamenti di servizio e di struttura devono essere concepiti in modo tale che rimangano a tenuta e non si deformino in modo durevole quando sottoposti per 5 minuti ad una pressione di prova idrostatica di 2,8 MPa (28 bar).
c) Gli imballaggi e i loro equipaggiamenti di struttura (nella misura in cui tale equipaggiamento è assemblato in modo durevole all'imballaggio) devono essere concepiti in modo da resistere senza deformarsi in modo durevole ad una pressione manometrica esterna di 150 kPa (1,5 bar).
d) Gli imballaggi e i loro equipaggiamenti di servizio devono essere concepiti in modo tale che rimangano a tenuta in modo che il valore limite indicato al paragrafo (4)f) possa essere rispettato.
e) Non sono ammesse valvole di sovrappressione e il numero delle aperture deve anche essere il più ristretto possibile.
f) Gli imballaggi di capacità superiore a 450 l e i loro equipaggiamenti di servizio e di struttura (nella misura in cui tale equipaggiamento è assemblato in modo durevole all'imballaggio) devono essere concepiti in modo da rimanere a tenuta quando sottoposti alla prova di caduta citata al marg. 3742.
(3) Dopo la fabbricazione la parete interna delle parti conducenti la pressione deve essere, con un procedimento appropriato, ripulita da grassi, olio, croste di ossido, scorie e altri componenti estranei.
(4) a) Ogni imballaggio costruito e i suoi equipaggiamenti di servizio e di struttura deve essere sottoposto alla prova iniziale prima della sua messa in servizio e alle prove periodiche, insieme oppure separatamente. Queste prove devono essere effettuate e attestate in coordinazione con l'autorità competente.
b) La prova prima della messa in servizio si compone della verifica delle caratteristiche di costruzione, della verifica della solidità, della prova di tenuta, della verifica della capacità in litri e della verifica del buon funzionamento dell'equipaggiamento di servizio.
c) Le prove periodiche si compongono di un esame a vista, della verifica della solidità, della prova di tenuta e della verifica del buon funzionamento dell'equipaggiamento di servizio. L'intervallo massimo per le prove periodiche è di cinque anni. Gli imballaggi che non sono stati provati entro questo intervallo di cinque anni devono essere esaminati prima del trasporto secondo un programma approvato dall'autorità competente. Essi possono essere di nuovo riempiti una volta che il programma completo per le prove periodiche sia stato completato.
d) La verifica delle caratteristiche di costruzione deve provare che sono state rispettate le specifiche del tipo di costruzione e del programma di fabbricazione.
e) La verifica della solidità prima della messa in servizio deve essere effettuata sotto forma di una prova di pressione idraulica con una pressione interna di 2,8 MPa (28 bar). Per le prove periodiche si può applicare un'altra procedura di esame, equivalente, non distruttiva, riconosciuta dall'autorità competente.
f) La prova di tenuta deve essere effettuata secondo un procedimento che possa indicare le perdite nell'involucro con una sensibilità di 0,1 Pa.l/s (10 P6 bar.l/s).
g) La capacità in litri degli imballaggi deve essere fissata con una esattezza del ± 0,25 % a 15 °C. Il volume deve essere indicato sulla placca come è descritto al paragrafo (6).
(5) Ad eccezione degli imballaggi destinati a contenere meno di 10 kg di esafluoruro di uranio, l'autorità competente deve confermare, per ogni tipo di costruzione di un collo di esafluoruro di uranio, che sono state rispettate le esigenze di questo marginale e deve rilasciare una approvazione. Questa approvazione può far parte integrante dell'approvazione per un collo di tipo B e/o per un collo con contenuto fissile conformemente al capitolo IV di questa Appendice.
(6) Ogni imballaggio deve portare una placca di metallo resistente alla corrosione, fissata in modo permanente in un luogo facilmente accessibile. Il modo di fissare la placca non deve compromettere la solidità dell'imballaggio. Si deve far figurare su questa placca, mediante stampaggio o ogni altro modo similare, almeno le informazioni qui appresso indicate:
- numero di approvazione
- numero di serie del fabbricante (numero di fabbricazione)
- pressione massima di servizio (pressione manometrica) 1,4 MPa (14 bar)
- pressione di prova (pressione manometrica) 2,8 MPa (28 bar)
- contenuto: esafluoruro di uranio
- capacità un litri
- massa massima autorizzata di riempimento di esafluoruro di uranio
- tara
- da (mese, anno) della prova iniziale e dell'ultima prova periodica subita
- punzone dell'esperto che ha proceduto alle prove.
(7) a) L'esafluoruro di uranio deve essere trasportato in forma solida.
b) Il grado di riempimento deve essere tale che a 121 °C, sia riempito al massimo il 95 % della capacità.
c) La pulizia degli imballaggi deve essere effettuata con un appropriato procedimento.
d) L'esecuzione di riparazioni è ammessa se ciò è fissato per iscritto nel programma di costruzione e di fabbricazione. Il programmi di riparazione necessitano dell'approvazione preventiva dell'autorità competente.
e) Gli imballaggi vuoti non ripuliti devono essere chiusi e a tenuta durante il trasporto e il deposito intermedio come se fossero pieni.
f) Un programma approvato dall'autorità competente deve essere applicato per i servizi di manutenzione.
(8) Gli imballaggi che sono stati costruiti secondo la norma USA ANSI N14.1-1982 () o equivalenti, possono essere utilizzati con l'accordo dell'autorità competente se le prove indicate in queste norme sono state effettuate dall'esperto che è ivi nominato e se esse sono d'ora in avanti effettuate e attestate in coordinamento con l'autorità competente secondo il paragrafo (4)c).
APPENDICE A.8
3899 Riservata.
APPENDICE A.9
1. Prescrizioni relative alle etichette di pericolo
Nota: Per i colli, ved. anche marg. 2007.
3900 (1) Le etichette n. 1, 1.4, 1.5, 1.6, 01, 2, 3, 4.1, 4.2, 4.3, 5.1, 5.2, 05, 6.1, 6.2, 7A, 7B, 7C, 8 e 9 devono avere la forma di un quadrato avente il lado di 100 mm posato sulla punta. Esse hanno totto intorno una linea di colore nero posta a 5 mm dal bordo. Se le dimensioni del collo lo richiedono, le etichette possono avere delle dimensioni ridotte, a condizione di rimanere ben visibili [vedere ugualmente il marg. 2224 (6)]. La dimensione del lato devere essere di almeno 250 mm per l'etichetta n. 7D e per le altre etichette destinate ad essere apposte sui veicoli, sulle cisterne di più di 3m3 e sui grandi contenitori.
(2) Le etichette n. 10, 11 e 12 devono avere la forma di un rettangolo di formato normale A5 (148 mm × 210 mm). Se le dimensioni del collo lo richiedono, le etichette possono avere delle dimensioni ridotte, a condizione di rimanere ben visibili.
(3) E'ammesso inserire nella parte inferiore delle etichette una iscrizione in numeri o lettere riguardante la natura del pericolo.
(4) Le iscrizioni sulle etichette di pericolo devono essere apposte in modo ben leggibile ed indelebile.
3901 (1) Le etichette di pericolo devono essere apposte in modo appropriato e ben visibili sui colli e sulle cisterne fisse. Nel caso in cui ciò non sia possibile per lo stato esterno del collo, le etichette devono essere incollate su cartoni o tavolette attaccate solidamente al collo. Le etichette possono essere sostituite con marchi di pericolo indelebili corrispondenti esattamente ai modelli prescritti.
(2) Il mittente è responsabile dell'apposizione delle etichette.
(3) Oltre le etichette di pericolo prescritte a questa Direttiva, etichette di pericolo conformi alle prescrizioni di altri modi di trasporto possono essere apposte sui colli, contenitori, contenitori cisterna e batterie di recipienti contenenti merci pericolose che sono trasportate su strada su una parte del percorso e la cui etichettatura deve corrispondere alle disposizioni delle suddette prescrizioni.
Spiegazione delle figure
3902 Le etichette di pericolo prescritte per le materie e oggetti delle classi da 1 a 9 (ved. la Tavole riprodotte alla fine dell'Appendice) significano:
>SPAZIO PER TABELLA>
3. Misure transitorie
3903 Le etichette di pericolo, che fino al 31 diciembre 1987 erano conformi ai modelli prescritti n. 7A, 7B, 7C, 10, 11 e 12 possono essere utilizzate fino al loro esaurimento.
Etichette di pericolo
Significato: vedere appendice A.9 (marg. 3902)