La patente non è in vendita...o si?
Navigando in internet è facile imbattersi in siti di consorzi e network di autoscuole dai nomi commercialmente appetibili, dall’immagine moderna e modaiola. Per chi deve prendere la patente, quattro soldi in tasca spesso regalati da papà e tanta voglia di fare in fretta e bene senza studiare troppo, è facile lasciarsi incantare.
La patente diventa un bene di consumo come altri. Una tessera per entrare nel mondo degli adulti dalla porta principale.
Ricordiamoci però che le autoscuole non sono dei negozi e non devono diventarlo.
In realtà non potrebbero, in realtà ci sono degli organi di controllo (le province, i funzionari del Ministero dei Trasporti) deputati a dare le autorizzazioni alle aperture e a visitare periodicamente i locali per assicurarsi che insegnanti, aule, registri tutto sia in regola. L’infinita fantasia di alcuni imprenditori italiani ha fatto nascere delle iniziative molto discutibili sul piano della formazione e della sicurezza dei conducenti.
Ad esempio i corsi di recupero dei punti persi della patente stanno diventando un vero e proprio business. Hai perso i punti? Vieni da noi che ti facciamo un bel corso di guida sicura (le recenti modifiche di legge lo permetteranno), ti diverti e ti ricarichi la patente. Devi prendere la patente? Iscriviti alla nostra autoscuola, in cambio se perdi i punti puoi frequentare gratis i nostri corsi.
Sono iniziative commerciali anche simpatiche ma rischiano di far perdere molta credibilità al corso stesso e di annullarne del tutto l’effetto deterrente.