Stupefacenti, arriva il pugno duro
Minniti lo dice a chiare lettere, e c'è da scommettere che la Polizia si adeguerà in fretta: bisogna contrastare con maggior incisività i comportamenti dei conducenti che causano incidenti stradali, e per fare questo occorre utilizzare tutti i dispositivi in dotazione, quali autovelox, etilometri e anche i “precursori” meglio conosciuti come “drogometri”. È scritto nella direttiva prot. 5620 del 21 luglio 2017, una tipologia di documento inusuale, una nota emanata solo nei casi di emergenza dal Ministero dell'interno, e rivolta alle Polizie di tutto il territorio, che recita così:
“È necessario dare nuovo impulso alle attività organizzate di contrasto del grave fenomeno della guida in stato d'ebbrezza alcoolica, sollecitando le Forze di Polizia e le Polizie Locali, nei limiti delle risorse economiche disponibili, ad incrementare l'acquisto ed il sistematico utilizzo di dispositivi di controllo (etilometri e precursori) dei conducenti, conformemente agli indirizzi forniti dal Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, con le circolari in materia di impiego di strumenti di accertamento finalizzati alla verifica dello stato di ebbrezza alcolica e di alterazione psicofisica correlata all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope indirizzi che si richiamano integralmente. Al riguardo, considerati anche gli ottimi risultati raggiunti a seguito della sperimentazione svolta dalla Polizia di Stato in materia di controllo dello stato di alterazione dei conducenti, di cui alla direttiva n. 300/A/3213/15/109/42 del 27.04.2015, del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, appare oltremodo utile estendere il contenuto ed il modello operativo ivi proposto ad altre province, coinvolgendo possibilmente tutte le Forze di Polizia nell'esecuzione dei predetti servizi. In tale campo d'azione, le SS.LL. coinvolgeranno, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, anche le Regioni e le Amministrazioni Sanitarie Locali, allo scopo di prevedere un'azione sinergica e coordinata non solo per l'attività di contrasto dei fenomeni sopraindicati ma, soprattutto, per gli indispensabili profili di prevenzione sanitaria e rieducazione”.
Mentre le procedure per il controllo dello stato di ebbrezza si sono consolidate nel corso degli anni, e non si prestano più a polemiche e obiezioni perché la giurisprudenza ha via via chiarito tutti i dubbi esistenti in materia, il protocollo per il controllo dell'effetto degli stupefacenti è ancora tutto da definire nel dettaglio.
Come punto di partenza, gli organi di controllo hanno a disposizione il “drogometro”, ovvero un dispositivo analogo all'etilometro, in grado di analizzare in pochi minuti un tampone di saliva (l'etilometro invece misura il fiato) e rilevare la presenza di una o più sostanze stupefacenti. L'efficacia del drogometro è stata confermata nel corso degli ultimi mesi da parte di alcune forze di polizia (come a Bergamo), che l'avevano in dotazione in via sperimentale , e ora il Ministro dà il via per utilizzarlo sempre, anche in tutti i posti di blocco, se necessario. Se il conducente risulta positivo, vengono prelevati altri campioni di saliva che vengono mandati presso il laboratorio di analisi clinica della Polizia di Stato, a Roma che, se conferma la positività, dà il via a tutta la serie di provvedimenti previsti dall'art. 187 del codice della strada: ritiro e sospensione della patente, processo penale, sanzione oltre i 1500 euro. La guida sotto effetto degli stupefacenti è infatti reato penale.
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