Bologna Città 30: esempio isolato o verrà replicato in altre città italiane?
Dal 1° gennaio, Bologna è Città 30. Come da intenzioni programmatiche, gli amministratori bolognesi hanno abbassato il limite di velocità a 30 chilometri orari in tutte le aree residenziali e strade urbane, fatta eccezione per le strade urbane di scorrimento.
Mentre le opposizioni sono già sul piede di guerra per costringere il sindaco a fare un passo indietro, la città delle due torri si riprende i suoi spazi.
“Nessuna città europea che è passata ai 30 km/h tornerebbe indietro”, così si legge sul sito di promozione dell’iniziativa, “perché il modello funziona. Moltissime città in Europa e nel mondo hanno già registrato ottimi risultati mettendo in atto due misure: ridurre la velocità delle auto in ambito urbano e restituire spazio pubblico alle persone a piedi e in bicicletta”.
L’obiettivo principale è salvaguardare la vita delle persone e azzerare le morti in strada nelle aree urbane. Ce lo dicono innumerevoli studi scientifici e i risultati reali registrati dalle molte città che in Europa hanno scelto i 30 km/h, o i 20 mph nel caso di Londra, che ad esempio ha ottenuto -25% collisioni totali, -25% morti e feriti gravi, -36% collisioni con utenti vulnerabili, -63% pedoni investiti.
A 30 chilometri orari, nel giro di qualche tempo gli incidenti, in particolare quelli più gravi, diminuiscono di norma circa di un quarto e gli incidenti mortali quasi della metà.
Per fare bilanci è ancora un po’ presto, ma sta di fatto che i primi dati degli incidenti a Bologna sono a favore di questa scelta radicale. Nelle prime due settimane di Bologna Città 30, ci sono stati 94 incidenti, di cui 63 con feriti e 31 senza feriti (nessun incidente mortale). Secondo il Comune, nello stesso periodo del 2023 (lunedì 16 - domenica 29 gennaio) gli incidenti erano stati 119, di cui 77 con feriti, 41 senza e un mortale. Si tratta, quindi, di un calo del 21% degli incidenti totali, del 18,2% degli incidenti con feriti e del 24,4% degli incidenti senza feriti. Inoltre, c'è stato un incidente mortale in meno.
Le città 30 in Europa e nel Mondo
Promotrice dell’iniziativa del limite a 30 è stata l’Austria, apripista già negli anni Novanta con la città di Graz a introdurre il limite dei 30 sull’80% delle strade cittadine. In Svizzera vi è una sensibilità analoga, anche nel rispetto dei residenti e di una riduzione dei rumori del traffico. A Madrid e Barcellona in Spagna già da diversi anni si trova la stessa situazione, e c’è l’idea di estendere le zone 30 in tutte le città spagnole. Volete verificare di persona? Allora fatevi una vacanza ad Amsterdam, Bilbao, Bruxelles, Graz, Londra, Madrid Nantes, Parigi o Zurigo per verificare di persona i vantaggi e gli svantaggi di questo nuovo modo di intendere la mobilità automobilistica.
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